BREVE ANALISI E CONSIDERAZIONI SULLA PERSONA E SULLA DIGNITÀ
L’evoluzione della specie non comprende il superamento
delle assurdità in certi comportamenti delle relazioni umane
di Ernesto Bodini
Chi condiziona”
il comportamento umano di molte persone per bene ed equilibrate? È questa
certamente una domanda molto impegnativa, e tentare di rispondere
apparentemente può sembrare azzardato… se non addirittura blasfemo. Ma volendo
affrontare questo argomento intendo proseguire in merito. Anzitutto prendiamo
in considerazione coloro che gestiscono la nostra vita politico-sociale, quindi i
politici (governanti e non), per poi proseguire con i mass media, colleghi di lavoro e
vicini di casa, e infine parenti e amicizie varie… Nel primo caso, un po’
ovunque si è alla loro mercé, specie nei Paesi ove esiste la dittatura e la
“falsa” democrazia (chi vuole intendere intenda) con immaginabili conseguenze
in fatto di repressa o condizionata libertà di azione e di pensiero; nel
secondo caso i detentori dell’informazione e quindi della comunicazione che spesso
si impongono al lettore (e non) propinando dosi massicce di notizie (anche fake
news) e consigli vari (attraverso le rubriche) che non di rado sono in
contrasto con la nostra libertà di pensare e ed esprimere una opinione. Per
quanto riguarda colleghi di lavoro e vicini di abitazione, molto dipende dal
tipo di relazione che si instaura fra le parti e, se personalità “contorte” ed
interessi vari prevalgono, lo scontro è quasi sempre inevitabile. Molto più
delicato, per certi versi, è il rapporto tra parenti e famigliari in quanto
spesso vi sono molti interessi in comune, specie se alla base vi è la
convivenza. In tutti questi casi quando i rapporti oltrepassano i limiti di tutto
ciò che si può considerare razionale e lecito, i conflitti d’ogni grado ed
entità non hanno confine… È evidente che bisogna fare i conti con il grado di
cultura (più marginalmente d’istruzione) e quindi di civiltà. Questa
valutazione rientra però in un largo raggio di conoscenza, ma senza sconfinare
e, per quello che riguarda la nostra cultura mediterranea, io credo che in gran
parte le ultime generazioni abbiano superato certi limiti, e ciò a causa di
molti fattori come, ad esempio, l’eccessiva libertà di costumi, legislazioni
inefficienti soprattutto dal punto di vista dell’applicazione (quanti detenuti
innocenti ci sono ancora nelle carceri italiane… e quanti latitanti!), come anche
il senso della tolleranza in alcuni casi e della intolleranza in altri; e non
ultimo, il diverso valore che si dà alla propria vita ed ancor meno a quella
altrui. Per tutte queste ragioni l’evoluzione della nostra specie a mio avviso
è in continuo declino; vedasi i molti casi di nefandezze e delitti d’ogni sorta
e gravità (come se il passato non ne fosse ricco), e quindi come conseguenza
della Genesi: del primo delitto fratricida la stirpe ne ha tratto una sorta di irreversibile
emulazione… Inoltre, va rilevato che i nostri simili cagionevoli di salute
(specie se a livello mentale) sono i più vulnerabili, e anche se nei secoli c’é
stato uno sviluppo nella ricerca delle cause e delle cure, a conti fatti tale
“aggressività” nei loro confronti non è mai scemata. A questo riguardo mi
vengono in mente le tante persone affette da alienazione mentale che, nei più
recenti secoli, sono state internate (o abbandonate a se stesse) e solo in
parte curate dalla Psichiatria.
Questo
breve quadro di analisi richiama la dignità della Persona alla quale si tende
dare sempre meno valore e rispetto. E mi perdoni il lettore se rievoco il
comportamento etico del filantropo dottor Albert Schweitzer (1875-1965), il
quale tra i negri che curò in Gabon ebbe anche un certo numero di alienati
mentali, la cui attenzione era prettamente cristiana e colma di comprensione,
tantè che alcuni di loro, una volta guariti, restarono con lui per riconoscenza
per il resto della loro vita aiutandolo ad assistere altri malati. È un esempio
molto lontano, ormai, ma che per certi versi in Italia trova riscontro con
altri più recenti soprattutto per merito della famosa “Legge Basaglia”, ossia
la n. 180 del 1978, che diede una nuova forma al comparto psichiatrico, e da
tutti ricordata come la legge che, prima in Europa, “chiuse i manicomi”.
Quest’ultimo aspetto non è in antitesi con quanto finora scritto perché in
realtà meriterebbe ulteriori approfondimenti, ma mi astengo per non sconfinare
in un campo che non mi appartiene; tuttavia mi sia concesso richiamare
l’attenzione sui concetti di Persona e Dignità, in merito ai quali non mi
sembra che si intenda fare molto per il relativo rispetto, se non a parole e ad
illusioni. Vogliano Iddio che mi “ascolta”
e il lettore che mi legge, prendere atto anche per un solo istante di queste
succinte considerazioni, non perché io sia da intendere come colui che ha
l’animo più buono e più puro, ma come colui che leggendo, studiando e
riflettendo su questa realtà ne ha piena coscienza… sia pur con i propri limiti
che, all’occorrenza, sarebbe intellettualmente onesto ammettere ponendosi a
confronto con altre voci purché altrettanto intellettualmente oneste.
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