SOLIDARIETA' SANITARIA

 

UN SERVIZIO ODONTO-PROTESICO PER I MENO ABBIENTI 

A Torino una lodevole iniziativa in aiuto a chi ha difficoltà per masticare meglio e… per tornare a sorridere. C’é però bisogno di incrementare i volontari professionisti per soddisfare il maggior numero di richieste

di Ernesto Bodini

Forse è un’isola felice quella relativa alla costante attività torinese dedita alle persone meno abbienti in fatto di assistenza sanitaria, quella dentistica in particolare. Di tanto in tanto sul quotidiano torinese La Stampa, per la rubrica dei lettori “Specchio dei tempi” viene dato un annuncio dal titolo: “Cerchiamo dentisti volontari per donare un sorriso ai più poveri”. La rubrica sostiene da anni l’Associazione Protesi Dentaria Gratuita (sita in via Negarville 8/28 – Zona Mirafiori), la cui attività è svolta da volontari medici dentisti, infermieri e odontotecnici, i quali dedicano parte del loro tempo libero all’assistenza di pazienti in condizioni di estrema povertà. Ed è certamente encomiabile questa loro dedizione visto che il SSN  e anche quello regionale non hanno mai previsto la fornitura protesica dentaria anche per i pazienti indigenti. Questa notevole lacuna (che non intendo virgolettare) in questi decenni, anche dopo la Riforma del Servizio Sanitario (833/1978, è stata colmata da uno stuolo di volontari, facendo sì che persone affette da una condizione odontostomatologica compromessa, potessero fruire del supporto protesico e poter ripristinare la “normale” funzione masticatoria. Tale realtà, orgogliosamente torinese, ha avuto inizio nel 1987 con la fondazione della Associazione Volontariato Protesi Dentaria Gratuita (Odv), presieduta dal dott. Michele Basso, inizialmente per aiutare gli ospiti del dormitorio pubblico di via Marsigli 12. A tal fine il Comune di Torino rese disponibili alcuni locali del dormitorio nei quali l’associazione allestì due studi odontoiatrici, in collaborazione con alcuni laboratori odontotecnici che fornirono gratuitamente le protesi. Da qui ne seguì l’ampliamento dell’attività sino a coprire l’area provinciale e regionale, garantita dalla collaborazione di laureati in Odontoiatria, obiettori di coscienza e volontari. Nel 2007 il Comune ristrutturò la sede di via Marsigli e, a garanzia della continuità del servizio, rese disponibile l’attuale sede di via Negarville operativa dal 2008. L’attività di questa encomiabile realtà associativa è punto di riferimento per persone che vi si rivolgono, sempre più in aumento a causa del notevole incremento della povertà, parte delle quali affette fragilità e con difficoltà nel rapportarsi e ad accedere alle strutture sanitarie pubbliche del SSR. «Questi pazienti – è precisato dallo staff – preferiscono essere accolti in un ambiente semplice da persone che eliminano tutte le difficoltà burocratiche, li ascoltino e li seguano con attenzione. Gli interventi rivestono quasi sempre un carattere di particolare emergenza, in quanto la mancanza dei denti compromette gravemente l’attività masticatoria, con conseguenti patologie correlate». È noto che la mancanza di denti (edentulia), soprattutto in soggetti giovani, compromette anche l’aspetto estetico, fondamentale  per l’approccio al mondo del lavoro oltre che, naturalmente, per i risvolti di carattere psicologico. «I pazienti – spiegano i professionisti – sono sottoposti ad una prima visita specialistica odontoiatrica, che ha lo scopo di stabilire il piano di trattamento e la priorità di intervento e, ad eccezione di casi particolari, gestiti all’interno dell’ambulatorio, per le eventuali cure ed estrazioni, i pazienti vengono inviati alle Asl e agli ospedali».

Per stabilire il criterio di priorità di intervento i pazienti vengono classificati in tre diverse categorie: con attività masticatoria compromessa in modo lieve, con attività masticatoria e funzione estetica mediamente compromessa, e con attività masticatoria e funzione estetica gravemente compromessa. Gli stessi sono quindi  collocati in tre diverse liste di attesa e, a cure ed estrazioni effettuate, vengono convocati in ordine cronologico per l’inizio del ciclo protesico. Tra i manufatti odontoprotesici vengono realizzate in particolare protesi rimovibili, ciò anche per ragioni di costo e della natura sociale dell’intervento; in misura più contenuta (ed in casi particolari), possono essere realizzate protesi fisse. Recentemente si è reso possibile il servizio di applicazione di apparecchi ortodontici per bambini. Ma come si accede a questo servizio? Le persone che rientrano in queste esigenze e con i necessari requisiti, devono rivolgersi al Servizi Sociali di competenza i quali provvedono ad inviare all’Associazione una relazione per segnalare  le persone che hanno diritto ad essere assistite. Relazione che include i dati anagrafici della persona e, soprattutto, l’indicazione di un recapito telefonico; successivamente la stessa convocherà il paziente per una prima visita specialistica odontoiatrica per definire il piano terapeutico e la relativa priorità di intervento. Quindi, una parentesi che fa onore alla Sanità piemontese, ma soprattutto alla generosità di professionisti sensibili al “dramma umano”, ma che per continuare  tale servizio, c’é bisogno di forze nuove. Per ulteriori informazioni si può contattare la sede della Associazione al numero 011/779.36.61 o scrivere a: info@protesigratuita.it, ma anche la sede de’ La Stampa scrivendo a: specchiodeitempi@la stampa.it (tel. 011/65.68.376.

Nelle foto uno scorcio dell’ambulatorio e il presidente dott. M. Basso

 

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