CITTADINI ALLO SBANDO… MA POCHI SE NE ACCORGONO
Non
si può onorare una Carta istituzionale se non si hanno delle risposte: per
rispettare
dei doveri bisogna prima capire come farsi rispettare i diritti disattesi
di Ernesto Bodini
Possono trascorrere decenni ma nel nostro Paese continueremo a porci la stesse domande:
chi è il garante della Costituzione? E quanto e come garantisce? Di primo
acchito sembrerebbero banali perché la prima risposta è scontata, ovvero il
Presidente della Repubblica, ma per la seconda sono ancora in attesa che
qualcuno me lo spieghi. Da un bel po’ di tempo mi rigiro tra le mani questa
“benedetta” Carta Costituzionale, leggendo e rileggendo i 139 articoli e le
XVIII Disposizioni transitorie, e che cosa ne deduco? Semplicemente
l’acquisizione di una serie di diritti e di doveri cui tutti noi dovremmo
pretendere gli uni e veder rispettati gli altri. Ma poi? Ecco un’altra domanda
sibillina che si insinua a ragione per trovare delle risposte, che però non
riesco ad ottenere nemmeno se allertassi un acuto “Sherlock Holmes”, con tutto il rispetto per gli esperti Costituzionalisti
che, anche se li interpellassi, mi risponderebbero candidamente: «Egregio
concittadino, non sarei tenuto a
soddisfare la sua richiesta in quanto lei non è un nostro studente». Quindi, esattamente cinque anni fa mi rivolsi
al Garante di detta Costituzione ponendogli questi ed altri quesiti. Pochi
giorni dopo mi rispose la sua Segreteria con un laconico: «Egregio Signore,
mi riferisco alla lettera da lei indirizzata al Presidente della Repubblica.
Desidero assicurarle che questa Sede ha preso atto di quanto lei ha voluto
esporre. Colgo l’occasione per inviarle cordiali saluti«. Seguiva la firma
del Capo servizio, peraltro non leggibile. Questo mio interlocutore,
“indottrinato” o meno, è stato evasivo poiché nella mia missiva in quanto avevo fatto delle precise domande
che esigevano una risposta, e la ratio dell’etica epistolare vuole che si
domanda per sapere e si chiede per avere. In buona sostanza non ho né saputo e
né ottenuto nulla! E questa è trasparenza tra Istituzioni e cittadino? E io
dovrei onorare la Costituzione perché sono nato e residente in Italia, e per
non venire meno ai miei doveri e al rispetto di chi la garantisce o, per meglio
dire, chi dovrebbe garantirla? A mio parere prendere atto della Costituzione e
rispettarla presuppone che l’esempio deve venire dall’alto attraverso la trasparenza,
la comunicazione e l’insegnamento di quello che si vuole impartire, ma poiché
ciò non avviene, ecco che i fruitori della stessa sono allo sbando:
disorientati, delusi e sempre più lontani dal Capo Famiglia garante. E a
questo punto mi chiedo: noi italiani siamo ancora una famiglia? E
costituzionalmente siamo imparentati? Si direbbe di sì visto che apparteniamo a
questa Nazione, compresi gli immigrati residenti e quindi regolari; ma al tempo
stesso questa “parentela” ha ben poca ragione d’essere non perché si intende
rinnegare la propria origine, ma perché ci si sente sempre più orfani, ossia senza
una guida sicura per la nostra crescita e quella delle future generazioni. Nel
nostro Ordinamento si fanno riferimenti a moltissime leggi (l’Italia ne è il
primo erogatore in assoluto con la complicità della famigerata burocrazia); una
pletora legislativa con il continuo richiamo a precedenti che, inevitabilmente,
induce a porsi la seguente domanda: come può una legge richiamare altre leggi se
non indica in che modo deve essere rispettata? In realtà la Costituzione è un
modello per l’Organo che ha il compito di fare le leggi, e che deve osservare
nel fare le leggi; ossia, un insieme di principi che richiedono la loro
applicazione, nel tempo, mediante regole (le Leggi, appunto) che devono però
essere in armonia con essa. Una Legge che non è in armonia con la Costituzione
viene definita illegittima e subito cancellata. Almeno così dovrebbe essere!
Andando a rileggere alcuni articoli in merito,
troviamo l’art. 134 che recita: “La Corte Costituzionale giudica: sulle
controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti,
avendo forza di legge, dello Stato e delle Regioni”; l’art. 136 che
precisa: “Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una
norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere
efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione”; l’art.
70 recita: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due
Camere (Camera dei deputati e Senato della Repubblica)”; l’art. 71 così
esprime: “L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro
delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge
costituzionale; il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la
proposta da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”. Questa
breve sintesi per ricordare che la Costituzione dovrebbe essere insegnata ai
cittadini sin dall’inizio del percorso scolastico, ma nel contempo spiegare che
le Scuole di qualsiasi grado sono soggette alle direttive del Ministero
dell’Istruzione, Università e Ricerca (ministro saggio permettendo), e quindi
alle direttive dei politici. E qui, come si suol dire, casca l’asino perché sono i primi rappresentanti delle Istituzioni a deludere con il vizio di
pontificare a destra e a manca senza nulla concludere; di conseguenza del
mancato rispetto e/o applicazione della Costituzione, nonché della sua scarsa
conoscenza, si potrà comprendere perché detta Costituzione non è insegnata ed
applicata dovutamente. E va da sé che una famiglia può crescere sana e robusta
se è guidata da un buon padre. Tuttavia, non resta che la facoltà-dovere di
leggerla, studiarla ed insegnarla ad altri… anche se servirà a poco o a nulla,
e questo fino a che il popolo (tutti noi) non sarà realmente Sovrano e
continuerà a cedere la sua sovranità alle lusinghe dei politici. In
conclusione, mi permetto di suggerire ancora una volta quanto segue: finché
ogni singolo cittadino non imparerà ad armarsi di carta e penna per diffidare e
denunciare ogni sorta di incongruenza, vessazione e ingiustizia, e a rinunciare
al proprio tempo nel popolare le piazze per seguire il suo “leader” incantatore
di gente illusa, le leggi e la Costituzione rimarranno sempre documenti di
carta impolverata, tanto che non viene mai meno quanto affermava il cardinale
francese Armand-Jean duca di Richelieu (1585-1642): «Promulgare
una legge e non farla rispettare è come autorizzare la cosa che si vuole
proibire».
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