L'HANDICAP COME RETAGGIO DI SAGGEZZA

 

LA SCOMPARSA  DI GABRIELE PIOVANO UN GIOVANE

 DISABILE DI GRANDE BONTÀ ED EFFICIENZA

Un vissuto, anche se breve, ma intenso, dedicato ai problemi delle persone in difficoltà. Esempio per tutti per superare l’egoismo e l’indifferenza

di Ernesto Bodini

È sempre molto triste leggere notizie che lasciano un vuoto nei rapporti umani, specie quando si tratta della scomparsa di persone che abbiamo conosciuto, frequentato e magari condiviso qualche iniziativa sociale. È di questi giorni, infatti, la scomparsa a Torino di Gabriele Piovano (nella foto), un giovane di 36 anni che sin dalla nascita conviveva con la “spina bifida”, una malattia cronica invalidante che lo costringeva in carrozzella. Ciò nonostante era una persona solare, sempre sorridente e di buon dialogo. Era impiegato amministrativo dell’Asl di Torino, e nel tempo libero particolarmente dedito alle attività sociali, per la difesa dei diritti dei disabili in particolare, costantemente presente nelle Commissioni e tavoli istituzionali per sollecitare, sempre con quel garbo pacato e mai forzoso che lo contraddistingueva, soluzioni atte a semplificare e quindi a migliorare la vita quotidiana di chi è affetto da una disabilità. Personalmente l’ho conosciuto alcuni anni fa proprio in occasione di queste riunioni, e mi ha colpito la sua solarità e la sua preparazione sulle tematiche dell’handicap, sia dal punto di vista legislativo che da quello meramente politico-burocratico. Purtroppo, pur avendolo incontrato qualche altra volta occasionalmente, non mi è stato possibile (forse perché le circostanze non sono state favorevoli) approfondire una intesa e magari una qualche collaborazione, sia pur a titolo di confronto. Ma resta il fatto che era a tutti noto per la sua  dinamicità che esprimeva con grande impegno, a cominciare dal fatto che è stato presidente e componente del Consiglio Direttivo della Consulta per le Persone in Difficoltà meglio nota come CPD. I suoi punti fermi ed essenziali, che io ricordi, erano il problema delle barriere architettoniche, quindi il diritto alla mobilità e alle cure riabilitative, come pure lo studio, il lavoro e lo sport.

Il suo impegno, pressoché quotidiano, lo ha dedicato non solo alla CPD ma anche alla Associazione piemontese Spina Bifida, alla Federazione Italiana Superamento Handicap (FISH), alla Croce Rossa Italiana, e ricoprendo infine il ruolo di presidente dell’Associazione Diritti Negati (ADN). Il suo attivismo, quindi, ci ha fatto conoscere una persona splendida, coronata dall’umiltà come si “conviene” alle persone che hanno conosciuto la sofferenza e relative limitazioni; caratteristica, questa, che ha dimostrato con l’autorevolezza del diritto all’autonomia e alla indipendenza, anche se un certo margine di sostegno era inevitabile… In più occasioni ha raccontato la sua giornata-tipo che per brevità tralascio, ma dalla quale rilevo l’efficiente criterio organizzativo in buona “simbiosi” con la sua “assistente personale” Loredana, come simpaticamente amava definirla. Se il destino di Gabriele è stato “poco generoso”, io credo che la più significativa compensazione sia stata la grande capacità di accettare il suo handicap, e soprattutto di aver avuto il pregio di tramandarci la sua testimonianza. Ora sta a tutti noi meritare questo retaggio di cui andare fieri!

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