NON RETORICA MA CONTINUA
CONFERMA DELLE DEBOLEZZE UMANE
Indipendentemente dal
proprio credo e dalla propria filosofia di vita,
continuiamo a subire quanto predetto dalla Genesi… e non c’é via di scampo
di Ernesto Bodini
Sono almeno tre decenni, dal periodo post bellico, che assistiamo ad eventi (spesso funesti) che ci rendono la vita sempre più difficile e, in alcuni casi, non accettabile. E le cause sono molteplici. Ma è mai possibile che dobbiamo subire ogni giorno ogni sorta di soprusi che mettono a repentaglio la nostra salute e la nostra vita? Si chiami pure in causa la Genesi, ma non mi spiego l’intensificarsi del malaffare di molte persone (sempre più in aumento) che commettono reati d’ogni tipo e gravità, e ciò nonostante la presenza di Leggi e di un corpus delle Forze dell’Ordine, forse un po’ troppo esiguo e in taluni casi poco determinato… Ma tutto questo non basta: come la forza della Natura in pochi minuti può distruggere un intero villaggio se non anche un’intera città, l’inciviltà anche di un solo uomo può mettere a repentaglio la vita di moltissime persone… e spesso ci riesce. Inoltre, l’assurdo è che una sola persona può creare un immane disastro mentre un esercito a volte non riesce a “dominare” il comportamento distruttivo di una sola persona, figuriamoci di più persone contemporaneamente. Gli Esseri umani (e qui la “E” maiuscola è una forzatura) sono divisibili in più categorie quali buoni e cattivi, e a questo proposito mi fa specie che Socrate sosteneva che l’uomo compie il male perché non conosce il bene (per ignoranza). Questa è l’unica affermazione che gli contesto perché a parte i soggetti che non sono in grado (comprovatamente) di intendere e di volere, tutti quelli cosiddetti normali comprendono benissimo la differenza tra male e bene, come pure la differenza tra il godere e il soffrire. Alla luce di tutto questo, che non è poco, pare non ci sia la volontà da parte di molti di invertire la rotta, e qui mi riallaccio ad un passo della nuova versione della Genesi 3,14-19, che testualmente cito:
«… Allora l'Eterno DIO disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo, sii maledetto
fra tutto il bestiame e fra tutte le fiere dei campi! Tu camminerai sul tuo
ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita... E io porrò
inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti
schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno… Alla donna disse: «Io
moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con doglie partorirai
figli: i tuoi desideri si
volgeranno verso il tuo
marito, ed egli dominerà su di te… Poi disse ad Adamo: «Poiché hai dato
ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero circa il quale io ti
avevo comandato dicendo: "Non ne mangiare", il suolo sarà maledetto per causa tua; ne
mangerai il frutto con
fatica tutti i giorni della tua vita… Esso ti produrrà spine e triboli, e
tu mangerai l'erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto,
finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere
ritornerai». È questo, quindi, il nostro destino che si
perpetua da secoli? Domanda tanto retorica quanto concreta e giustificata, alla
quale non siamo in grado di rispondere, ma tra tutti i filosofi forse il danese
Söeren Kiekegaard (1813-1855) ha ben sintetizzato: «La vita non è un problema da
risolvere. È un mistero da vivere». Lapidario? Forse, ma finora non ho individuato
una sintesi migliore, più veritiera e più accettabile. La sfida è aperta
perché, nonostante tutto, la vita ha un significato e per questo va difesa!
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