UNA
“INOSSERVANZA” INIZIALE DAI RISVOLTI SENZA FINE
Non sempre le
competenze specialistiche sono garanzia di un
risultato, a volte
voci “anonime” come le innumerevoli testimonianze
possono
rappresentare un passo in più e diverso...
di Ernesto Bodini
È
ineluttabile: il virus pandemico con le sue varianti di questi ultimi mesi ci
sta travolgendo ulteriormente e non ci dà tregua: gli addetti preposti e
qualche politico si stanno rendendo conto (un po’ tardi) che, di fronte a
questa ulteriore impennata di contagi, ricoveri nelle rianimazioni, e decessi,
sarebbe (uso il condizionale perché non ho mai condiviso questi “ripensamenti” tardivi)
inevitabile una restrizione allargata e più duratura. Ma bisogna essere proprio
solo dei laureati e far parte di un Comitato tecnico scientifico per capire che
tale provvedimento più severo era da attuarsi sin dalla prima ondata? E che
multe e verbali non funzionano nemmeno come deterrente per gli incalliti no-max
e no-vax, che non hanno idea di cosa si prova avere “fame d’aria”? In tempi non
troppo sospetti (inizio autunno 2020) personalmente, con tutta la modestia di
osservatore dei fenomeni sociali, opinionista e divulgatore degli stessi, avevo
paventato (e non solo io) la necessità di un lockdown più radicale e per un periodo
relativamente breve che, se fosse stato attuato sul territorio nazionale sin
dall’inizio, avremmo risparmiato migliaia di decessi e molte centinaia di
milioni di euro. Ma come sempre le voci “anonime”, non titolate, ufficialmente
incompetenti, non deputate a ricoprire determinati ruoli e fuori dal coro, ma
soprattutto non legate ad alcuna cordata politica, non hanno alcun valore; e
intanto abbiamo visto come si è evoluta la gestione politica e tecnica di
questa pandemia, ancorché disturbata e/o condizionata all’inverosimile da
infiniti interventi pubblici (quasi ogni giorno) di cattedratici, politici,
commentatori, showman e giornalisti spesso estremamente divergenti tra loro…
sia dal punto di vista scientifico che tecnico e culturale. La tendenza a dare
sfoggio del proprio sapere partecipando ai talk show e rilasciando interviste come
fiumi in piena, è quanto di più deleterio si possa causare in questo momento
mandando in confusione i cittadini, se non anche gli stessi addetti ai lavori. È
pur vero che determinate valutazioni si possono fare in base alle risultanze di
tabelle e statistiche sommando, detraendo o pareggiando cifre dopo cifre;
insomma, quotidiani bollettini di guerra che non fanno che moltiplicare casi di
depressione, stati ansiosi e gravissimi disagi d’ogni genere. Con tutto ciò, ho
sempre avuto ed ho il massimo rispetto per la scienza medica (la clinica e la
ricerca), ma molto meno per tutti coloro che politicamente si sono avvicendati sul
palco dei decisori ricoprendo ora un ruolo, ora un altro, e mantenendo quel
potere di despoti e inconcludenti che non hanno saputo attuare quella ratio di
cui ho fatto cenno, e gli interessati (ad eccezione del neo premier… per il
momento) hanno poco da offendersi a fronte dell’incontenibile evoluzione
pandemica. Per non parlare poi degli scandali in merito ai vari approvvigionamenti,
oltre alla disomogenea e discontinua gestione per quanto riguarda l’acquisto e la
somministrazione dei vaccini. In buona sostanza, continuare a dividere il Paese
in zone colorate (o sbiadite), applicare e modificare in continuazione
provvedimenti vari, è un’altalena che favorisce il gioco del nemico che si fa
beffa di tutti noi.
Ciò nonostante, vorrei
spendere un parola a favore di tutti i sanitari (medici, infermieri e Oss, ma
anche i molti volontari) che si sono prodigati e si prodigano alacremente ogni
giorno (H24) per affrontare questa lotta impari, dando il meglio di sé (spesso
con abnegazione) per curare tutti i pazienti e restando sempre di riferimento
anche per i loro familiari con immenso trasporto umano, il cui volto non lesina
un tenero sorriso… sia pur celato dalla mascherina e dalla visiera protettive.
Certamente i guariti sono riconoscenti, i ricoverati del momento lo sono
altrettanto come pure tutti i loro famigliari, ma sono anche questi che possono
contribuire a “rimproverare” tutti quegli insipienti che considerano inconsistente
la “fame d’aria”, ma continuando ad esistere il Covid-19 potrebbe tradire anche
loro. Determinati politici compresi! A questo riguardo toccante il messaggio
(ottobre 2020) della poliziotta Clotilde Armellini di 37 anni: «Vi auguro di non avere fame d’aria»,
l’augurio di una mamma di due bambini, ricoverata lo scorso anno all’ospedale
di Alessandria. La donna, come si nota dall’immagine, tramite video sui suoi
profili social ha mostrato il toccante momento in cui i medici le calavano il
casco per la respirazione assistita. Or dunque, mi rendo conto che giudicare e
sentenziare quando non si è sul ponte di comando diventa quasi uno “stimolo” a
puntare il dito, ma nello stesso tempo il non riuscire a contenere chi non ha
la percezione del pericolo, e soprattutto non avere l’umiltà di riconoscere i
propri limiti, io credo che il grado di irresponsabilità si elevi
all’ennesima potenza… che forse pochi o nessun tribunale saprebbe punire.
La prima immagine è tratta dal sito Pickline, la
seconda è tratta dai vari social
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