FILOSOFIA QUOTIDIANA
Dalle buone letture alla ri-scoperta di saggi tra pessimismo e
ottimismo
Utile il richiamo al loro sapere a “conforto” delle nostre conoscenze
Ernesto Bodini
Navigando in internet, leggendo libri e consultando altre fonti
a volte si vengono a conoscere storie di interessanti esperienze di vita che,
una volta date per scontate come vere, dalle stesse si possono estrapolare
alcuni messaggi (per la verità non molti) che, se messi in pratica, possono
rivelarsi colmi di significato tali da cambiare (almeno in parte) il corso
della nostra esistenza. Ma come e perché credervi? Spesso siamo portati a dare
più importanza ai pettegolezzi e alle critiche di strada, e non ci accorgiamo
che anche un banale “sentito dire”, o un semplice racconto di un qualche fatto
o fatterello, non di rado può determinare in modo negativo una sorta di
inversione del nostro destino. È evidente che in questi casi l’intuito o
l’eccessiva credulità agiscono sulla nostra volontà e a ciò si arriva, a mio
parere-convinzione, per carenza culturale ed è indubbio che determinati eventi
(imprevisti) della nostra vita hanno sempre un perché, e la saggezza a mio dire
consiste nell’approfondire… Personalmente in tutti questi anni sono stato al
centro di esperienze che hanno disturbato il mio Essere, e grazie a copiose
letture sono riuscito (e riesco) a controllare, sia pur con difficoltà, il
manifestarsi di eventi che avrebbero peggiorato ulteriormente il mio percorso
di vita, avvertendo nel contempo sensazioni che mi hanno ispirato al meglio… In
tema di salute fisica e psichica, ad esempio, chi di noi non si è ispirato
(almeno una volta) a qualcuno o a qualcosa come ad esempio ad una buona e
mirata lettura, per meglio orientare il prosieguo del nostro cammino
esistenziale? È evidente che si tratta di averne desiderio e una certa
predisposizione (ma anche un po’ di Fede), e nello stesso tempo credere
fermamente nel proprio Io, accarezzando quella convinzione che si è soliti
esprimere: non sempre tutto può o deve andare a rovescio, del resto esiste
anche la cosiddetta legge di
compensazione. Dalle nostre fonti di lettura, oltre ad essere di arricchimento
culturale, si può sempre ben sperare perché è noto che i saggi e gli storici (specie
se autorevoli) che ci hanno preceduto con il loro esempio, il più delle volte ci
hanno tramandato saggezza per meglio comprendere il valore dell’esistenza, sia
pur talvolta con qualche nota di pessimismo, che del resto da sempre accompagna
l’umanità. Ne sono esempio i
filosofi e i pensatori di un tempo come Kierkegaard e Schopenhauer, (per
citarne un paio) pur considerando la loro epoca esistenziale e quindi il loro
vissuto. E proprio per questo può essere utile far nostro il loro sapere che
possiamo diffondere con il dialogo e il confronto con altri, arricchendoci
spiritualmente. Erano forse tempi bui, severi e per certi versi misteriosi
quelli dei nostri saggi antenati, ma riavvicinarsi (idealmente o meno) al loro
sapere potrebbe essere un espediente per affrontare la vita in modo diverso, a
cominciare dal rispetto per tutto ciò che è vita che vuole vivere (Albert
Schweitzer docet…!). Ma il mistero si infittisce quando ancora oggi assistiamo
ad estremi differenti destini tra esseri umani: il ricco mangia, il povero si
nutre; una sentenza universale apparentemente fin troppo scontata e banale, ma
che include innumerevoli altre ovvietà esistenziali. Ecco allora che, affidarci
a buone letture alla ricerca di quello spunto che si chiama arricchimento, non
è plagio ma sostegno per il nostro continuo esistere tra pessimismo e ottimismo.
E ben sappiamo che la vita non è un problema
da risolvere, ma un mistero da vivere. Una
sentenza fin troppo scontata, che richiama alla memoria il coinvolgente
aforisma dello scrittore francese Daniel Pennac (1944): «Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per
vivere». Se in questo testo c’è qualche contraddizione il lettore non me ne
voglia: a volte è stuzzichevole darne la parvenza per escluderne la
concretezza.
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