L’INSTABILITÀ
DI UN PAESE TROPPO… FRAMMENTATO
Attenzione
e disattenzione della politica nei confronti
di
chi lavora sul fronte dell’emergenza sanitaria
di Ernesto Bodini
Un
Governo sempre più “traballante” come una vecchia palafitta che per reggere il
premier invoca fiducia e collaborazione (da chissà quanti volenterosi). Ed
ancora: una pandemia che continua ad essere mal gestita per carenza di
razionalità, una campagna di informazione (non proprio omogenea) sull’invito
alla popolazione di sottoporsi alla vaccinazione anticovid e, a questo
riguardo, la tanto osannata e dal notevole impatto mediatico della prima
vaccinata anticovid (una infermiera dell’ospedale Spallanzani) venti giorni
prima e il 18 gennaio scorso sottoposta alla seconda dose; e ciò con
l’illusione di far breccia sui colleghi sanitari e sulla popolazione in genere.
Ma era proprio il caso di esporsi in
pubblico per sensibilizzare? Tralasciando questo tema del vaccinarsi si, vaccinarsi
no, sul quale a mio avviso (pur essendo io stesso da sempre un pro-vaccini tout
court) si vorrebbero assolute e inconfutabili certezze sull’efficacia e durata
dell’immunità, proprio perché la casistica è ancora troppo modesta, ritengo al
momento utile dedicare un po’ di attenzione al personale sanitario (medici,
infermieri e Oss) che da tempo accusa malessere come ansia, stress e burnout,
veri e propri traumi della pandemia a causa dei quali è inevitabile il ricors0
al sostegno psicologico, il cui contributo chiesto all’interno del Dipartimento
Interaziendale Malattie ed Emergenze Infettive (DIRMEI) in Piemonte è terminato
a giugno scorso, e la presenza degli psicologi all’interno della cabina di
comando della gestione dell’emergenza non è stato rinnovato. Da un’indagine che
ha coinvolto tutte le Asl piemontesi, il campione composto dal 78% di donne
(3.540) e 22% di uomini (1.007), con un’età media di 49 anni, è emerso che il
44,7% ha manifestato almeno un sintomo rilevante, moderato o grave: depressione
nel 17% dei casi, ansia nel 33,7%, sintomi post-traumatici da stress nel 36,8%,
sintomi dissociativi nel 40%. Per contro, i professionisti over 57 anni si sono
dimostrati meno fragili di fronte a questo flagello rispetto ai colleghi più
giovani, questi ultimi peraltro più disponibili a chiedere aiuto. Si tenga
presente che molti reparti della gran parte degli ospedali sono “riconvertiti
ad hoc” per il covid, uno stravolgimento quasi di sana pianta tanto da
sospendere e rimandare a data da destinarsi il ricovero e il trattamento di
altre patologie; e dicasi altrettanto per le attività ambulatoriali sul
territorio.
Chi
lavora in prima linea, quindi sull’emergenza, ha accusato maggiori problemi:
oltre la metà di medici e infermieri sul fronte ha avuto appunto sintomi di ansia, depressione, sintomi da post-trauma
da stress; mentre 1 su 4 ha avuto bisogno di sostegno psicologico. Un quadro
che preoccupa non poco sia per l’estenuante e continua mole di lavoro, sia per
la difficoltà di soddisfare tutte le richieste di sostegno. A tutto ciò si
aggiunga il particolare bisogno di attenzione anche psicologico dei pazienti,
magari coscienti della propria condizione clinica ma non delle aspettative sia
sulla durata della terapia che dei tempi di guarigione; e sono proprio questi
due aspetti che possono indurre allo scoramento… se non anche alla depressione.
È auspicabile, quindi, che i politici-gestori dedichino maggiore attenzione a
questi professionisti sostenendoli nelle loro mansioni con i supporti sia psicologici
che tecnico-strutturali-organizzativi, prevedendo nel contempo l’incremento
dell’organico. E che dire di tutte quelle famiglie che stanno al di qua della
vetrata non potendo dare una carezza al proprio congiunto ricoverato, e
addirittura in molti altri casi non poter dare l’ultimo saluto al proprio
parente che non ha superato la malattia? Insomma, una pandemia che ha creato (e
continua a creare) un dramma nel dramma, che va a sommarsi con una vergognosa situazione
di Governo che ha dell’irresponsabile tra dispute, insulti, disquisizioni varie
e continui cambiamenti di rotta su chi deve cadere o stare al potere! Ora, è
pur vero che è urgente salvaguardare la gestione politica ed economica del
Paese per garantirne la ripresa e la solidità, ma nel contempo non meno
esigente è la tutela degli operatori sanitari che, in questo frangente, non è
di secondaria importanza…, ma a volte i politici sia ideologici che attivi (ai
quali spesso viene attribuito il titolo di “Onorevole” (denominazione ormai
superata da tempo e quindi impropria) dimenticano il valore della salute e
della vita dei cittadini, meno quello dei loro accoliti e dei loro familiari.
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