ULTERIORI CONSIDERAZIONI MEDICHE

 

INTERVISTA A LUIGI TORCHIO, MEDICO DELLO SPORT

E SCRITTORE, ESPERTO IN MEDICINE COMPLEMENTARI 

La filosofia della Medicina orientale a supporto della Medicina tradizionale

per superare in sinergia e al meglio l’impatto della pandemia

di Ernesto Bodini

È soprattutto in un periodo come quello attuale  che il ruolo del medico deve avere una più estesa visione per il trattamento delle patologie, ancorché epidemiche o pandemiche; attuando quella sinergia tra i vari professionisti che ne garantiscano il recupero fisico e psicologico. A questo riguardo il punto di vista di un esperto di Medicina complementare e insegnante di yoga, tra ottimismo e qualche utile suggerimento.

Dottor Torchio, qual è il suo punto di vista in merito alla evoluzione medico-sociale della pandemia?

“In realtà è molto vario, come ad esempio prendendo in considerazione quello che ci ha insegnato il comportamento di questo coronavirus, oltre a maggiori investimenti che prima di tutto dovrebbero essere fatti nella Sanità; inoltre a mio avviso si tratta di porre un argine a tutte le difficoltà che emergono in questa emergenza (carenza di organico, strutture e relativi prodotti d’uso, etc.), ma anche ad altre lacune più in generale. Senza poi contare la considerazione  delle cause che hanno originato questo virus e le relative conseguenze sulle condizioni di vita quotidiana, soprattutto delle persone anziane e più fragili”

Questa pandemia, oltre ad aver in gran parte “condizionato” le abitudini di vita della popolazione, ritiene che anche l’alimentazione sia stata modificata in qualità e in quantità? Ed eventualmente con quali effetti?

“A mio avviso l’alimentazione si è modificata nel bene e nel male, perché da un lato abbiamo dedicato più tempo alla stessa nei vari periodi di lockdown e con maggiore attenzione all’acquisto dei prodotti e al modo di cucinarli, e dall’altro si è mangiato troppo e facendo meno attività fisica. In sostanza c’é stato un miglioramento qualitativo e non quantitativo dell’alimentazione e conseguentemente un non adeguato stile di vita!

Il fatto che molte persone abbiano subìto (e stiano subendo) una ridotta attività fisica per le limitazioni di movimento e relazionali imposte, quale eventualmente  l’influenza sulla salute psiconeuromotoria?

“Una delle conseguenze è l’aumento di peso (sedentarietà) ma anche la mancanza di uno “scarico” delle tensioni attraverso, ad esempio, le attività sportive; il tutto si traduce in tensioni emotive che, nelle ansie causate dal fenomeno pandemico possono portare talvolta a comportamenti… irrazionali e magari anche lesivi a se stessi o alla famiglia, se non anche alla società”

Qual è l’età in cui generalmente si è più soggetti a veder modificate le proprie abitudini di vita in circostanze come quella attuale?

“Sicuramente l’età più giovane a differenza dell’anziano che sostanzialmente non ha modificato (per le paure) le proprie abitudini. I giovani, invece, che sono abituati ad una vita più dinamica e con maggiori frequentazioni socio-relazionali, hanno un notevole impatto negativo”

Uomini e donne, vi è una sostanziale differenza nel reagire o adattarsi ad una situazione pandemica che sembra non aver fine? 

“Su questo aspetto non credo di poter dire molto, anche perché ritengo che l’adattamento alla situazione pandemica dipende da diversi fattori, come la nostra situazione locale in tutti i suoi aspetti, in particolare nell’ambito lavorativo, ossia minori limitazioni legate non tanto al fattore “coppia”, quanto invece a situazioni di lavoratori toccati in maniera diversa dai periodi di lockdown”

Durante questo periodo ha avuto modo di curare pazienti che si sono ammalati di covid-19 e successivamente guariti dalla fase acuta?

“Ho curato non direttamente pazienti affetti da covid-19 dei quali si sono occupati inizialmente i sanitari degli ospedali e della Medicina del Territorio; ne ho seguiti alcuni attraverso contatti telefonici ed altri mezzi di comunicazione. In seguito tali pazienti li ho visti nel mio studio guariti, ai quali ho dato indicazioni per la fase “post-covid”, ossia come poter prevenire determinate conseguenze di uno stato infiammatorio e infettivo causato dalla polmonite”


Con la sua esperienza di medico ed esperto in medicine complementari quali sono le sue considerazioni in merito alle reazioni di familiari che hanno perso un loro congiunto a causa del covid-19?

“Più come insegnante di yoga tra le medicine complementari, posso dire che l’impatto con questi lutti è abbastanza “impegnativo e coinvolgente”, soprattutto per il fatto di non aver potuto  dare un ultimo saluto al proprio familiare, o di non aver potuto fare visita in ospedale durante il ricovero”

Essere più vicini alla filosofia della Medicina orientale ritiene essere un accostamento “lenitivo” per superare momenti di scoramento o di depressione a causa della pandemia?

“La medicina orientale, come la disciplina dello yoga, ci aiuta a valutare in maniera globale che questa pandemia indurrà ad una serie di conseguenze, tanto da dover riflettere, ma è soprattutto l’aspetto mentale che può portare una serie di vantaggi; mentre al contrario, permangono situazioni di paure, incertezze e di rifiuto delle limitazioni imposte dai provvedimenti. Un approccio “orientale” più meditativo ci permette di superare meglio le difficoltà psicologiche”

Come può essere “rafforzata” la nostra psiche per meglio affrontare situazioni di autoisolamento come il periodo di quarantena per i soggetti a rischio?

“Il programma-comportamento di una quarantena (autoisolamento) consiste nel mettere in primo piano la propria salute, adottando una serie di misure di carattere medico-sanitario che a livello territoriale ritengo siano state assai carenti, al contrario di quello ospedaliero decisamente più efficiente. Molto utile l’impostazione del proprio sistema di vita come la corretta alimentazione, magari con il supporto di integratori e vitamine per stimolare il sistema immunitario, dando però priorità alle indicazioni della medicina tradizionale. Oltremodo utile per il controllo della mente l’occupazione del proprio tempo attraverso letture, relax, meditazione, etc.”

Quale utilità può avere ascoltare della buona musica in attesa di tornare ad avere rapporti sociali meno restrittivi?

“La musica, per antonomasia, è un messaggio diretto all’anima e al sistema nervoso, quindi parlando di buona musica ha una grande valenza nel miglioramento della nostra salute, mantenendo un sano equilibrio psicologico e limitando quelle dispersioni che possono essere deleterie per le difese immunitarie, e quindi dello stesso equilibrio psico-fisico in genere”

La foto in basso è tratta dal sito di Avvenire

 

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