QUANDO UNA POLITICA “DESTABILIZZA” UN SISTEMA SINO ALLA IRRAZIONALITÀ
Non meno “imputabile” l’inerzia del cittadino che non sa (o non vuole) far fronte alle imposizioni
di Ernesto Bodini
La storia del nostro esistere attuale sembra essere infinita: dalla
emissione di numerosi Dpcm ad una serie di restrizioni, divieti, obblighi e
ammonimenti sul comportamento da tenere in questo periodo pandemico. E come se
non bastasse una sequela quotidiana di bollettini medici: cifre e statistiche
che non basterebbe un apposito annuario corposo a contenerle. A rincarare la
dose di tutto questo ci pensano i mass media di qualunque tendenza politica
che, tra articoli di approfondimento e interviste ad uno stuolo di “pretendenti”,
si sbizzarriscono con fare competitivo raccogliendo pareri e previsioni come se
ciascuno fosse possessore della sfera di cristallo. Ma a ben ragionare, se si
vuole usare un minimo di raziocinio, nel contesto attuale è pura presunzione
azzardare ipotesi sulla evoluzione di questa epidemia che, pare, non si riesca
a contenere a tanto meno a far regredire la sua evoluzione; ed è ancora più
azzardato anticipare la realizzazione di un vaccino che vede in competizione
numerosi Centri di ricerca che, preannunciando qualche anticipazione (al di là
della concretezza), disorientano l’opinione pubblica comprese le persone più
avvedute. Questo trasmettere ansia alimentata dalla “fuorvianza” non può che
produrre ulteriore malcontento e, in taluni soggetti, una sorta di ribellione
ai doveri di osservanza delle regole e dei comportamenti da tenere. Ed è così
che tale andamento ci allontana sempre più dalla credibilità sia del
politico-gestore che della scienza (quella più accreditata e meno plateale), e
nel contempo della Sanità, per quanto siano immani gli sforzi e la dedizione
degli operatori impegnati sul fronte 24 ore al giorno, incrementa lacune ed in
parte inefficienze lasciando largo spazio, a mio avviso, alla Sanità privata…
che oggi tende ad essere assai fiorente grazie anche a molti pazienti che, per improrogabili
necessità di cura, sono costretti ad affrontare sacrifici nel sostenere le
relative spese… facendo risparmiare la sanità pubblica! È pur vero che qualche
lamentela a livello pubblico diffusa dai mass media rende noto questa realtà,
ma non mi risulta che i cittadini-pazienti interessati si rivolgano con una
raccomandata (A/R) alle Istituzioni pubbliche preposte con una denuncia o
diffida formali, chiedendo che vengano rispettati i propri diritti in salute
(vedasi ad esempio il superamento delle liste di attesa), peraltro sanciti
dalla Costituzione e dalle vigenti Leggi. Analizzando questa evoluzione fenomenologica
del comportamento le cui origini deficitarie risalgono soprattutto con la
Riforma del Titolo V della Costituzione, e al comportamento “passivo” della
stragrande maggioranza degli italiani, non posso che rammentare, come essere ancora
valida la sentenza di Alessandro Manzoni (1785-1873): «Noi uomini siamo in genere fatti
così: ci rivoltiamo sdegnati contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio
sotto gli estremi». È pur vero che sono trascorsi oltre due secoli ma dal
punto di vista burocratico e della indolenza la mentalità comportamentale
dell’italiano sostanzialmente non è cambiata, e per questo effetto è sempre più
reale ed altrettanto rispondente quanto sosteneva Massimo D’Azeglio
(1798-1866), ovvero: «Fatta l’Italia,
bisogna fare gli italiani», e ciò, nonostante le continue immigrazioni e le
molteplici promiscuità culturali. Queste mie considerazioni non devono essere lette
come mero “disfattismo” o come una sorta di autorevole giudicante e sociologo
improvvisato, in quanto sono espresse sulla base della razionalità e del
“coraggio” di divulgarle, affinché non si possa dire un giorno: «Ah! Se avessi saputo, se avessi provato ad
impormi», etc. Inoltre, chi scrive, agisce nel modo più legalmente
possibile e meno dispendioso, ossia imbracciando all’occorrenza le armi della
conoscenza del diritto (non in senso accademico) e della carta e penna contro
le Istituzioni non osservanti il rispetto dei propri diritti; avendo
l’accortezza di non desistere alla prima resistenza frapposta dal burocrate di
turno. Una forma mentis dettata dalla
coerenza, frutto di una esperienza vissuta in corpore vili e per questo… unica alleata!
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