FACILI COSTUMI E PARI OPPORTUNITÀ
Come in tutte le circostanze quando si eccede viene
meno l’onore di sé
stessi. Il giusto equilibrio è indice di saggezza e di
convivenza alla pari
di
Ernesto Bodini
Non è il caso di essere etichettati “bacchettoni”, dediti al facile
moralismo o pudici in eccesso nel rilevare quei facili costumi, e modi di porsi
pubblicamente in fare discinto e senza freni inibitori da parte di certe donne.
Ad eccezione l’apparire in spiaggia e, per certi versi, la comparsa nell’ambito
della prostituzione in cui è dato per scontato l’esibizionismo… Ormai è un
dilagare un po’ ovunque che ha sì ben meritato l’emancipazione e parità di
diritti, ma nello stesso tempo azzardando esteriorità estetiche e comportamentali
assai espliciti, in parte discutibili, tanto da incrementare le fantasie del
sesso opposto e anche del loro stesso. E, come se non bastasse, il mondo del
cinema e dello spettacolo in genere hanno favorito e favoriscono questa
emancipazione, tant’è che i sempre più consolidati programmi televisivi e del
cinema, in particolare, fungono da fucina di “stelle nascenti” con l’illusione
di salire la scala del successo, della vanità, del narcisismo e, in certi casi,
con l’ambizione del dominio sull’uomo. Non mi sembra il caso di citare nei
particolari le singole fonti progenitrici di questa ascesa al femminile,
talmente sono entrate con prepotenza nelle case dei video e cinedipendenti
oltre ad occupare riviste patinate… di tutto rispetto! C’è da scandalizzarsi?
Non direi, ma credo sia il caso di fare una più approfondita riflessione in
merito. Ad esempio, c’è da chiedersi quanto siano aumentati i fatti di cronaca (rosa
e nera) legati a questa realtà, i cui protagonisti e vittime sono all’ordine
del giorno incrementando le casistiche, in considerazione del fatto che ancora
oggi (e in quasi tutte le culture) l’uomo non vuole perdere il potere dominante
sulla donna, specie se questa ha “l’aggravante” di essere particolarmente appariscente,
e in taluni casi anche ribelle… E poco importa se fra loro la prole (desiderata
o meno e di qualunque età) ha il diritto di coesistenza e di non essere causa,
diretta o indiretta, del dissidio dell’uno verso l’altra. Anche se questi casi
di dominanza avvengono in parte indipendentemente dal comportamento lascivo
della donna, ciò non toglie che talune non debbano sentirsi libere di
esprimersi esteticamente e verbalmente come meglio credono, ma rimane pur
sempre il fatto che gli eccessi tendono ad assumere un valore “dominante” verso
il pari sesso e soprattutto verso gli uomini. I detti popolari che l’uomo è
cacciatore e che per ogni uomo vi sono sette donne, sono oggi in parte superati
e non solo perché i ruoli si sono invertiti, sia per l’aggiustamento anagrafico
che per l’evoluzione culturale e dei costumi, appunto, ma anche perché (a mio
modesto avviso) in molte situazioni è venuta meno la concezione di Persona
umana, in quanto la fanno da padrone i valori materiali senza alcun riferimento
o pensiero alla vita del dopo…
Poi c’è una certa percentuale di donne che considera il proprio Essere
(fisico e morale) al di sopra di ogni cosa; persone professionalmente e
socialmente impegnate, che non mirano “all’aureola” ma le cui compostezza e
dignità vogliono essere il giusto equilibrio tra esseri umani fondendosi con la
Natura in tutt’uno. E che dire delle donne in carriera? È una ambizione
naturale e motivo di grande progresso, ma in molte culture vi sono ancora degli
ostracismi, come pure per le differenze di retribuzione tra lavoratori uomini e
donne o per raggiungere ruoli apicali (in particolare nell’ambito della Sanità
dove le cosiddette quote rosa non hanno ancora raggiunto l’optimum della
parità); ma non si tiene conto che nella maggior parte dei casi la donne
lavoratrici sono anche mogli e madri, e a queste si deve il giusto rispetto e
un minimo di collaborazione. Ma tornando a quelle realtà femminili dei “facili”
costumi e di ostentato narcisismo, sarebbe bene non favorirlo anche per evitare
emulazioni incontenibili con la conseguenza della disgregazione sociale. Il
rispetto dei desideri e delle ambizioni è certamente doveroso, ma resta da
stabilire il confine tra ciò che è lecito e morale, e ciò che va oltre la
liceità. Nei confronti del genere femminile ben si è speso il poeta inglese
William Shakespeare (1564-1616, nell’immagine), il quale così si esprime: «La donna uscì dalla costola dell’uomo, non
dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore. Ma dal
lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore
per essere amata». Un “dardo” in sua difesa che, in taluni casi, deve
essere anche meritata.
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