SALUTE E BENESSERE A CURA DEI
MASS MEDIA
Le condizioni di salute delle persone possono essere migliorate con un adeguato stile di vita e un corretto apporto alimentare, ma anche nel poter accedere a visite mediche ed esami specialistici in tempi accettabili… e non rimandabili
di
Ernesto Bodini
Quanta solerzia propositiva: spesso si leggono a destra e a manca
diversi slogan con suggerimenti relativi al modo di tenersi in salute, e di
tanto in tanto preannunciando la nascita di nuove testate in grado di
dispensare consigli (teorico-pratici), con buona pace sia degli editori che
degli specialisti-consiglieri. Tra le recenti iniziative in fatto di editoria è
di questi giorni l’annuncio su alcuni quotidiani, che recita: “Nasce Salute. Per sentirsi sani come pesci”;
un piccolo exploit pubblicitario banale ma di sicuro effetto mediatico, il cui
contenuto dovrebbe comprendere una serie di domande e risposte tese ad appagare
il bisogno-soddisfazione del lettore e quindi del consumatore “diligente” se
vuole stare in salute. L’iniziativa di per sé potrebbe (il condizionale a parer
mio è d’obbligo) colpire nel segno, raggiungendo l’obiettivo che consiste
nell’indirizzare al meglio chi si trovasse in condizioni di precaria salute come
anche della poca ed opportuna informazione. Purtroppo, però, i consigli degli
esperti non sempre sono sufficienti (supposto che siano letti e messi in
pratica) perché, per essere in buona salute si deve mettere in atto quel
benedetto agire che si chiama “prevenzione”; un atto comportamentale e/o
alimentare che dovrebbe rientrare nel
modus vivendi di tutti noi. Ma, per fare prevenzione, specie se la stessa è
particolarmente riferita a determinate patologie, è anche opportuno poter
accedere ad eventuali visite mediche specialistiche e ad esami diagnostici
strumentali in tempi utili; accesso sempre più ostacolato a causa delle liste
di attesa sempre più lunghe, ed ora in parte anche sospese (causa pandemia) nonostante
il divieto come da legge 266/2005. E questa è prevenzione? Non direi proprio.
Si fa presto a scrivere articoli, dare consigli pratici sul come attivare o
migliorare il proprio stile di vita, e come alimentarsi in modo sano e
corretto, i cui eventuali esiti costituiranno la somma di dati dando adito a
molte statistiche; mentre è molto più ostico (e scomodo) esporsi nel suggerire
al consumatore-lettore su come può agire per ottenere una vista specialistica
od un esame diagnostico secondo i cosiddetti codici di priorità, che devono
essere evidenziati nelle ricette dal proprio medico di base, inclusi eventuali
codici di esenzione per patologia e/o per reddito. E qui si tratta di abbattere
quel muro che molti definiscono popolarmente di gommapiuma mentre io lo
definisco burocrazia, il primo “cancro” in assoluto che può colpire chiunque,
anche il cittadino più avveduto; e a mio avviso, la prima vera prevenzione è
proprio il superamento della burocrazia, e quindi delle famigerate liste di
attesa. Ma si sa, i consulenti che riempiranno quelle pagine osserveranno il
compito loro assegnato dall’editore, a seconda delle proprie competenze
tematiche, e a loro nulla compete in tema di burocrazia; mentre sarebbe
oltremodo utile per il fruitore dare quelle indicazioni pragmatiche per
aiutarlo ad ottenere quella visita o quell’esame che, se non fatti in tempo
utile, potrebbero compromettere le sue condizioni… nonostante i consigli degli
esperti. A tal riguardo si potrebbe immaginare anche uno spazio curato da un
legale, ma a mio modesto avviso, essendo la burocrazia e le liste di attesa
aspetti di scarso “stimolo” per un professionista dell’attività forense, mi
verrebbe da suggerire l’azione di un cavaliere
templare, una ideale figura innovativa decisamente dedicata (a titolo
non-profit, s’intende) che, seppur senza spada e destriero, sia dotata delle
qualità necessarie per far rispettare il diritto alla prevenzione che, in
questo caso, si chiama giustizia sociale: la prevenzione per eccellenza!
L'immagine è tratta da PD Capannori
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