INDIGNAZIONE PER UNA MISSIVA PARTICOLARMENTE NON GRADITA
Quando il proprio archivio serve per ricordare, riflettere,
giudicare e respingere ogni velleità politica… ben lungi da ogni sentimento
d’astio
di
Ernesto Bodini
In
un clima politico sempre più disturbato e complesso e ad ogni crisi il voler ricorrere
a progetti innovativi come la fondazione
di nuovi partiti (un totale che non ha mai fine), tra i molti componenti attivi che ambiscono alla scalata vi sono gli
affetti da delirio di onnipotenza e
conseguente sete di potere. Fra
questi un premier ne è stato affascinato
per un ventennio, un “podestà” made in Italy il quale non ha digerito il
tramonto (nonostante la veneranda età),
tant’è che ha fondato “Altra Italia”, un nuovo partito che lui definisce essere
una Federazione di forze di Centro e che vuole
rappresentare una valida alternativa alla Sinistra. Ma a mio avviso c’è ben poco da innovare perché
quando si tratta di uomini dediti al potere politico, quindi preposti per
eccessiva ambizione a gestire un popolo (sulle cui
competenze andiamo a discutere), quelle caratteristiche li contraddistinguono
maggiormente tanto che il loro imporsi ha effetti mediatici dirompenti sino a
favorire una sorta di emulazione tra i loro fan e sostenitori potenziali
elettori. Ma ciò che indigna ulteriormente è quando i politici per salire al
potere si propongono forti delle proprie ricchezze (non interiori), per poi
scendere “a patti” invocando la plebe affinché ne favorisca il loro sostegno e,
di conseguenza, il raggiungimento di quello scranno che non vorrebbero mai
perdere… sino alla loro dipartita! Personalmente (spulciando nel mio archivio) mi
ha indignato ricevere la corrispondenza dell’ex premier noto come Cavaliere (ricco
di destrieri) che, per mantenere allora l’ambita posizione con visibilità anche
europea, mi inviò una corrispondenza (e credo anche a molti altri potenziali
elettori), asserendo di avermene inviata tre anni prima una precedente, peraltro mai pervenuta e,
basandosi sulla stessa, nel maggio 2004 dette seguito ad una successiva contenente un opuscolo di
carattere politico-promozionale (per le elezioni europee del giugno 2004) dal
titolo “Far crescere il benessere, la sicurezza, la libertà. Questo è l’impegno
che abbiamo assunto con gli italiani: stiamo lavorando per mantenerlo”.
Data l’imponente richiesta di votarlo (che non ho gradito) ritengo
che valga la pena far conoscere il contenuto, soprattutto perché in base alle
sue affermazioni e/o considerazioni personalmente ritenni di dargli riscontro direttamente
a mezzo lettera prioritaria… che dubito l’abbia letta o comunque considerata. Qui
di seguito il testo integrale della sua missiva (nelle immagini a lato il
frontespizio e il retro dell’opuscolo allegato), a firma del mittente, datata Roma
maggio 2004.
Egregio Signor Bodini,
«Tre
anni fa Le ho inviato una lettera come questa per chiedere il Suo voto. A
contrario di quanto era accaduto sino ad allora (chi si ricorda un qualche
programma presentato da uno qualsiasi dei precedenti governi?) ho presentato
agli italiani un piano di governo preciso e scadenzato, l’ho condensato in un contratto
che conteneva degli impegni altrettanto precisi, ho firmato questo contratto in
modo solenne davanti alle telecamere della televisione pubblica, mi sono
obbligato a non ripresentarmi alle elezioni politiche nazionali ove nei cinque
anni della legislatura non fossi riuscito a mantenere almeno quattro dei cinque
impegni. Ricevuta la fiducia dagli italiani ed assunta la responsabilità di
governo, ho lavorato senza sosta, con tutta la tenacia e la determinazione possibile,
per onorare quegli impegni. Questa per me è la vera moralità nella politica:
mantenere la parola data. Sapesse quanti
problemi abbiamo ereditato dal passato, quanti ne abbiamo risolti, quante cose
sbagliate abbiamo aggiustato, quanti cambiamenti abbiamo introdotto, quante
battaglie abbiamo combattuto contro l’Italia degli sprechi e dei privilegi. I
risultati del nostro lavoro di questi tre anni di governo sono innumerevoli: ne
potrà avere un’idea scorrendo il sintetico opuscolo che ho il piacere di
inviarLe con questa lettera. Abbiamo una scuola migliore, che ci darà dei
ragazzi capaci di realizzarsi al meglio in Italia e dovunque. La pressione
fiscale è diminuita proprio in questi giorni, mentre Le scrivo, stiamo
lavorando per diminuire le aliquote delle imposte sul reddito personale al 23 e
al 33 per cento. Abbiamo riformato il mercato del lavoro che è diventato il più
flessibile d’Europa. L’occupazione è in costante crescita. La sicurezza dei
cittadini è aumentata perché, anche con l’introduzione del poliziotto e del
carabiniere di quartiere, le forze dell’ordine sono concentrate sulla
prevenzione dei reati e non solo sulla loro repressione. L’immigrazione
clandestina è stata dimezzata. Dopo aver
lungamente combattuto in Parlamento per introdurre una nuova legge per il
settore delle opere pubbliche, abbiamo cominciato a realizzare grandi opere che
ci mancavano: trafori alpini, autostrade, ferrovie, metropolitane, reti
idriche. Basta guardarsi attorno per accorgersi che non accadeva da
quarant’anni che l’Italia fosse così ricca di cantieri. Certo questi tre anni
sono stati segnati da una serie di tragici avvenimenti (dalla strage dell’11
settembre alle guerre in Afghanistan e in Iraq), che hanno prodotto un
rallentamento dell’economia su scala mondiale, ma proprio per questo dobbiamo
raddoppiare i nostri sforzi, dobbiamo assumere un atteggiamento positivo, dobbiamo
opporci a chi ci vuole demoralizzare diffondendo pessimismo o addirittura odio
e paura. Proprio per questo dobbiamo batterci con tutta la determinazione
possibile contro tutti coloro che al nostro slancio, al nostro ottimismo, alla
nostra passione oppongono solo malafede, invidia, calunnie. Quale squadra ha
mai vinto con questa filosofia? Quale squadra ha mai vinto senza la fiducia in
se stessa? Il mio ottimismo è fondato sui fatti, sulla certezza di aver ben
operato. E i risultati concreti che stiamo ottenendo sono lì a dimostrarlo. Il
governo che ho l’onore di presiedere è il più longevo e fattivo della storia
della nostra Repubblica e proprio per la continuità della sua azione sarà anche
il primo ed unico governo italiano ad aver mantenuto tutti gli impegni presi
con gli elettori per avviare il cambiamento e l’ammodernamento del nostro
Paese. Era ed è questo il nostro principale obiettivo, un obiettivo per il
quale sono convinto di aver lavorato bene, nell’interesse di tutti gli
italiani. Tra poco (sabato 12 e domenica 13 giugno) si terranno le elezioni per
il Parlamento Europeo. Lei sa bene quale importanza ha per noi ciò che si
decide in Europa. È assolutamente indispensabile che l’Italia abbia in Europa
una voce forte e chiara e sappia difendere i propri legittimi interessi al pari
degli altri Paesi europei. Affinché questo avvenga è necessario che gli
elettori non disperdano il proprio voto sui piccoli partiti che con uno, due,
tre deputati, finiscono per non contare nulla nel Parlamento Europeo. È indispensabile
mandare in Europa una numerosa e compatta squadra di parlamentari italiani
integrati nella più grande forza politica europea, il Partito Popolare Europeo,
di cui Forza Italia è parte determinante. Solo così si potrà avere la certezza
di contare e di farsi valere nella difesa degli interessi dell’Italia. Per
quanto mi riguarda, ho raccolto volentieri l’appello che mi è stato
pubblicamente rivolto dai parlamentari azzurri ed ho accettato di guidare la
lista di Forza Italia. La mia è una “candidatura di bandiera” perché come
Presidente del Consiglio dei Ministri non potrò far parte del Parlamento
Europeo, Ma le preferenze che gli elettori mi attribuiranno scrivendo il mio
nome sulla scheda elettorale varranno da riconoscimento per quello che sono riuscito
a realizzare sino ad ora come principale protagonista della nostra politica
estera, alla quale ho dedicato una parte rilevantissima della mi attività di
Presidente del Consiglio. Oggi l’Italia ha riconquistato il ruolo e
l’importanza che le spetta come sesta economia mondiale ed è un Paese credibile
e ascoltato in tutti i consessi internazionali. E un risultato a cui mi sono
dedicato con tutte le mie forze, con un impegno straordinario per il prestigio
del mio Paese e ne sono particolarmente orgoglioso». La lettera, prima
della firma autografa per esteso, terminava
con un suo personale corsivo: «Intendo continuare in questa strada.
Mi auguro anche con il suo apprezzamento e con il suo sostegno. Cordialmente»
Silvio Berlusconi.
Proprio
perché non ho apprezzato per una serie di ragioni questa ostentata
corrispondenza, che a mio avviso aveva (ed ha mantenuto) un tono di richiesta-pretesa
se non anche con un’impronta di carattere burocratico e ad effetto (“pro domo
sua”), di rimando con posta prioritaria del 7 giugno gli risposi e qui ne riporto il testo altrettanto integralmente.
Oggetto:
Vs/ Corrispondenza Maggio 2004 (A177114251054-019)
On. Silvio Cav. Berlusconi,
«Non
c’è alcuna possibilità di rispondere in modo razionale alla Sua richiesta,
giacché non mi è mai pervenuta la Sua lettera di tre anni or sono a cui fa
riferimento all’inizio della corrispondenza in oggetto che ho ricevuto l’1/6
u.s. Io non sono che uno tra i milioni di persone… e allora perché prendermi la
briga di votare, di far sentir la mia voce, d’intromettermi? A questo proposito
ricordo che uno scrittore diceva: “Il mondo è per l’1% buono, cattivo per l’1%
e indifferente per il 98%. Ecco perché quel che fa ciascun individuo è
importante!” Personalmente, nel mio ambito sociale, da anni mi occupo di
“contrastare” la burocrazia (impegno oneroso, ma civilmente e moralmente
responsabile) e, nel rispetto delle Leggi del Paese in cui sono nato e vivo, ho
recepito la necessità di espletare determinati doveri (cercando di integrare
tutti i doni che ho ricevuto dalla Natura), ma anche il vantaggio di perseguire
determinati diritti, come quello di esprimere il contenuto della presente.
Questi i precetti del diritto: vivere onestamente, non offendere alcuno, dare a
ciascuno il suo. Mi guadagno da vivere con quello che ricevo, continuo a
costruirmi una vita con quello che riesco a dare al mio prossimo: il Signore
ci ha dato dei Comandamenti, non ha parlato di emendamenti! Grazie per
l’attenzione, distinti saluti”. In calce alla firma ho aggiunto il seguente
aforisma dello scrittore inglese H.G. Welles: “La nostra vera nazionalità è
l’umanità».
Queste
mie lapidarie considerazioni anche a fronte di un suo iter politico assai
controverso durato un ventennio, ivi compreso quello dei suoi successori (sino
ad oggi) privo di quella trasparenza che la politica non possiede; mentre è
invece patrimonio di uomini di elevata grandezza interiore come la propensione
per l’evergetismo!
Nota a margine: nella
lettera ho adottato l’appellativo di On. perché allora non sapevo essere un
termine desueto in quanto abolito nel 1939, ma con la costituzione delle
Repubblica deputati e senatori se lo sono riappropriato, e a tutt’oggi non
intendono scrollarselo di dosso!
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