IL
PARLAMENTO E I VALORI DELLA COSTITUZIONE
Una Carta preziosa ma spesso priva di concretezza dei suoi
Principi perché, crisi attuale a parte, nulla è più deleterio di un astrattismo
che si perpetua nel tempo
di
Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
D’accordo, non si può e non si
deve fare di tutta un’erba un fascio: i distinguo e le eccezioni vanno sempre
rispettati. Ma da come si può constatare il nostro Paese continua a fare acqua
da tutte le parti, in quanto non c’è settore della vita privata e pubblica in
cui non si riscontrino quotidianamente reati di ogni genere e azioni di
malaffare in ogni dove… senza alcun limite. Eppure, verrebbe da rimarcare, i
nostri 4 Codici di Giurisprudenza sono “stracolmi” di articoli, commi, omissis,
rimandi, etc. , e sia il Codice Civile che Penale, se applicati con puntualità,
trasparenza, razionalità, equità, onestà intellettuale e restando al di sopra
delle parti, dovrebbero garantirci una vita più accettabile. Ma così non è. E
come se non bastasse la pletora di leggi emanate nel corso dei decenni,
paradossalmente non è sufficiente per garantire maggior stabilità al Paese, e
soprattutto la tutela delle libertà e incolumità individuale e collettiva.
Attualmente nel nostro Parlamento 945 fondi
schiena scaldano (meglio sarebbe più appropriato dire surriscaldano) le
rispettive poltrone, e a me pare che non ve ne sia uno più dotato di un altro
nel conoscere e capire nel dettaglio i molti argomenti da affrontare e valutare
(ogni giorno) migliaia di pagine se proporre e deliberare in merito una legge o
meno: mai come in questo ultimo periodo di 6-7- mesi abbiamo subito una
fagocitosi legislativa tra emendamenti, Dpcm e provvedimenti per lo più restrittivi
e in parte discutibili… Ma quanti di noi, cittadini-sudditi, me compreso,
conoscono i curricula di quei signori dal vitalizio garantito a fine mandato?
Da dove vengono costoro e quali credenziali hanno dimostrato al popolo per
farsi sostenere nelle rispettive campagne politiche? E quale il loro grado di
istruzione e soprattutto culturale? Navigando su you tube e altre piattaforme,
oltre a seguire alcuni talk show televisivi, chiunque può constatare che molti
di loro sono assai carenti di nozioni storiche, geografiche,
politico-economiche, culturali e di tanto altro ancora… E questi sarebbero i
governanti più accreditati per condurre una nazione? Un’altra delle
constatazioni che si può fare è che gran parte dei politici sono traducibili in
politicanti in quanto spendono gran parte del loro mandato a parlare senza
sosta: sono tutti affetti da scialorrea, una patologia che in questi casi
nessun specialista sarebbe in grado di curare… Eppure sono ancora molti coloro
pendono dalle loro labbra, affascinati dal loro potere di incantare la massa,
spesso illudendo e non concretizzando. Il saggio politico
statunitense Bernard Mannes Baruch (1870-1965) suggeriva: «Votate per il candidato
che promette meno; vi deluderà di meno». Certo, in questi decenni di
cose apprezzabili ne sono state fatte, ma con il passare degli anni,
l’avvicendarsi del progresso e di determinate libertà (in eccesso) molte
conquiste le abbiamo pagate a caro prezzo, basti pensare, ad esempio, che oggi
si delinque più di ieri (inclusa la non certezza della pena per molti reati, e
con l’eccesso ed improprio giudizio per altri destinati ad incrementare il
numero di detenuti innocenti). Se poi l’esempio viene dall’alto cosa si può
pretendere? La nostra Costituzione è considerata tra le più avanzate dal punto
di vista democratico, con i suoi 139 articoli e le XVIII Disposizioni
transitorie, un coacervo di principi
certamente sani ed illuminanti, ma che in pratica si perdono in gran parte
nella scarsa concretezza. Come rammenta una breve nota dell’AGI (Agenzia
Italia), gli italiani erano entrati nel terzo
millennio con una buona dose di ottimismo. Poi, dopo il 15 settembre 2008 con
la bancarotta di Lehman Brothers, tutto è cambiato. Da allora hanno perso
fiducia nel futuro, hanno iniziato a diffidare dell'Europa, a guardare con
sospetto gli immigrati, a “percepire” un senso di insicurezza non giustificato
dall'andamento dei reati che pure da anni risultano complessivamente in
flessione. Ma su questi dati se ne dovrebbe discutere. Una crisi che ha mandato
sul lastrico diversi imprenditori e commercianti, oltre ad impoverire
ulteriormente disabili e pensionati, in buona compagnia di precari e
disoccupati; e come se non bastasse, la pandemia ha peggiorato la situazione.
Ma altri fenomeni di carattere sociologico e antropologico sono rappresentati
specificatamente da femminicidi, infortuni sul lavoro, reati stradali, etc.;
una escalation che non si ferma nonostante le rispettive leggi emanate a titolo
di prevenzione e punizione. E a questo riguardo, quello che non si vuole
concepire è che nel nostro Paese il concetto di prevenzione è a dir poco un
eufemismo, rispetto a quello più effettivo che è la repressione… quando si
riesce a farla. Vi sono, ad esempio, persone disturbate nelle mente con
evidenti segni di squilibrio tali da mettere a repentaglio la propria ed altrui
vita, ma che per il solo fatto che sono maggiorenni, non esiste procedura di
legge che permetta di intervenire al fine di prevenire eventuali ed
immaginabili conseguenze. Per queste ed altre ragioni, a mio avviso, non si
tratta necessariamente di puntare il dito contro questo o quel politico in
particolare, ma piuttosto contro un sistema “perverso” originato dalla politica
nel suo insieme, sistema che continua ad esistere in quanto sorretto dal cancro
burocrazia che tutti vorrebbero eliminare o ridurre, ma nessuno agisce in tal
senso e questo finché i lor “signori” avranno interesse a mantenerla perché,
diversamente, si destabilizzerebbe il sistema ponendo fine al dispotismo e ai
propri interessi.
Troppi feudi e troppi feudatari hanno portato alla fame intere popolazioni nelle varie
epoche, compresa la nostra. Cose da Medioevo? Non direi, se vogliamo vedere le
cose con obiettività e senza ipocrisia. Con l’illusione di alcuni, e per altri
con la certezza di vedere ridimensionato il “potere” in Parlamento, il 20 e il
21 settembre si è chiamati ad “onorare” il referendum confermativo sulla
Riforma costituzionale che eliminerebbe 230
parlamentari della Camera e 115 del
Senato; in caso di approvazione, il numero dei parlamentari scenderà a 6oo. Trattandosi di un referendum
confermativo, non c’è
quorum, non è prevista cioè una percentuale minima di
partecipanti per rendere valido il risultato (fissata al 50% più uno in caso di
referendum abrogativo). Secondo alcuni tale riduzione porterebbe a dei
vantaggi, secondo altri a conseguenze politico-gestionali… di chissà quale
natura. Ma al di là della scelta, io credo che quando in un pollaio vi sono due
o più galli, tutte le galline saranno destinate soccombere. Ma vorrei
concludere rammentando il seguente aforisma, che per il vero non ha
nazionalità: «Quando un uomo è candidato al Parlamento, per lui tu sei un amico; quando è
stato eletto sei un suo elettore; e quando è nel pieno delle sue funzioni sei
solo un contribuente».
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