UNE RETE INTERREGIONALE A
SUPPORTO DEI PAZIENTI E DEI LORO FAMILIARI
La Regione Subalpina
unitamente a quella Valdostana sempre più all’avanguardia nel trattamento
“tempestivo” della patologie oncologiche. Punto focale il Centro Accoglienza e
Servizi (CAS) e i Gruppi Interdisciplinari di Cura (GIC)
di
Ernesto Bodini
Il complesso e vasto mondo
dell’Oncologia è fruibile oggi da molte fonti di Comunicazione, e non esiste
testata giornalistica o piattaforma web, siti associativi compresi, che non
abbiano una o più rubriche in merito. Tra le molteplici realtà sul territorio subalpino
e valdostano vorrei citare (non per mero campanilismo ma per la notevole
operatività) la Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta (istituita presso
l’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino) diretta dal dott. Oscar
Bertetto (nella foto in basso), che ha per slogan: “Tu al centro noi al tuo fianco. Competenza e ascolto al servizio della
tua salute”. L’impostazione di base di questa Rete prevede l’erogazione di
tutte le prestazioni necessarie al percorso di cura, assicurando continuità e
globalità della presa in carico a pazienti e familiari fornendo loro supporto
medico, infermieristico e amministrativo. Contestualmente sono operanti i
cosiddetti Gruppi Interdisciplinari di Cura (GIC), i cui medici afferenti alle
diverse specializzazioni decidono in sinergia il miglior trattamento per ogni
paziente. Molti gli obiettivi della Rete che comprendono essenzialmente il
superamento delle disomogeneità territoriali per quanto concerne i servizi
sanitari e le prestazioni, il raggiungimento di standard elevati per il
trattamento, la semplificazione delle fasi di accesso ai servizi per il
paziente facilitando il percorso di diagnosi e cura, l’individuazione dei
percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali, lo sviluppo dell’attività di
ricerca sempre più in ascesa con l’evidenza dei risultati clinici ottenuti. Ma
quali i vantaggi della presa in carico del paziente da parte della Rete
Oncologica? Tra i vantaggi il coordinamento del percorso diagnostico-terapeutico,
la tempestività degli interventi, la interdisciplinarità del piano di cura, e
non meno significativo il fatto che la collegialità consente al paziente di
acquisire un maggior “potere” decisionale rispetto alle eventuali e diverse
scelte terapeutiche. La Rete comprende il Centro Accoglienza Servizi (CAS), una
struttura di riferimento per il paziente in termini di assistenza, orientamento
e supporto, il cui ruolo consiste nell’accogliere il paziente, informarlo in
merito ai servizi erogati, nelle modalità di accesso e nelle prenotazioni.
Si occupa inoltre delle
mansioni amministrative durante il percorso diagnostico e terapeutico, cui seguono
alcune attività come l’attivazione del GIC di riferimento, la presa in carico del
paziente e della continuità assistenziale, la prenotazione delle prestazioni
diagnostiche preliminari, e la gestione della relativa documentazione
informatica restando in contatto con gli altri CAS della Rete. Inoltre, va
rilevato, che il Dipartimento di Rete Oncologica ritiene necessario coinvolgere
i medici di famiglia attraverso la collaborazione dei direttori di Distretto,
in particolare nella definizione dei percorsi dignostico-terapeutici nelle
diverse patologie oncologiche. Ciò attraverso l’invio di news, e momenti di
formazione che comprendono l’organizzazione delle Rete Oncologica (ruolo del
CAS e del GIC), prevenzione primaria e prevenzione secondaria, diagnosi tempestiva,
aiuto al paziente nelle scelte di trattamenti alternativi di pari efficacia,
follow-up (controllo nel tempo) e aspetti riabilitativi con l’aiuto al
reinserimento sociale, le fasi palliative e l’aiuto ai familiari e/o caregiver
per la elaborazione del lutto. Nell’ambito delle valutazioni CAS del paziente
si colloca la rilevazione di particolari fragilità familiari per le quali possa
essere proposto al paziente il Progetto
Protezione Famiglie Fragili (PPFF), le cui finalità sono rappresentate
dalla costruzione di una Rete di supporti assistenziali, psicologici e sociali
mirati al sostegno della famiglia che affronta l’esperienza della malattia
tumorale di un loro componente; tali supporti si rendono necessari per favorire
il malato nel seguire correttamente le indicazioni terapeutiche previste dal
proprio percorso di cura, e per non indurre gravi destabilizzazioni nel nucleo
familiare fragile. Nel novembre 2015 sono stati individuati per ciascuna patologia,
i Centri di riferimento attraverso la valutazione dei seguenti criteri:
incidenza/prevalenza epidemiologica dei diversi tumori, un rilevante numero dei
casi trattati con appropriatezza, presenza di tecnologie avanzate, expertise
dei professionisti, modello organizzativo. È previsto che la direzione della
Rete assicuri il monitoraggio della qualità delle prestazioni e il controllo
periodico del mantenimento dei criteri che qualificano il Centro quale riferimento
per quel tipo di tumore. Per le specifiche necessità il cittadino-paziente può
rivolgersi al CAS (sito nella sede dell’ospedale della propria residenza) su
indicazione e prescrizione di visita specialistica del proprio medico di
famiglia.
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