MAI CONFONDERE L’ENTUSIASMO PER UNA
RICORRENZA CON LA REALTÀ DI TUTTI I GIORNI
Questa antitesi allontana sempre di più milioni di cittadini
italiani ai quali servono concretezze per sopravvivere e non… solo belle parole
di circostanza. L’esempio di democraticità, oltre oceano, suggerito dal nostro
connazionale Filippo Mazzei
di Ernesto Bodini
Quanti pensieri, quante parole, quanti inviti e quanti
propositi che ogni anno al 2 giugno vengono spesi in nome della Repubblica
Italiana. Un interminabile eloquio ricco di vocaboli e concetti di cui è ricca
la lingua italiana, ma la teoria ha mai dato luce, anche in questa annuale
ricorrenza, a fatti concreti sia in tempi di crisi che non. Non sono più
giovanissimo e per questo mi permetto di puntare il dito contro le sia pur
lecite iniziative istituzionali di sicuro effetto “popolar-mediatico” come
questa, proprio perché rispecchia un copione ricco di ridondanze tanto da
rasentare la retorica. Eppure, la gran parte degli italiani, a torto o a
ragione, subiscono il fascino delle belle parole come pillole di non-concretezza,
abbellite da scene coreografiche tricolori che, si badi bene, è comunque giusto
apprezzare! Ma obiettivamente, chiunque se dotato di un po’ di memoria storica,
un lessico forbito e un tono di voce pacato e magari anche commovente (ancor
meglio se sobrio), è in grado di porsi ai propri connazionali toccando le corde
dei loro sentimenti (patriottici?) senza però dare qualche certezza per il
futuro. È noto che l’Italia è ricca di storia il cui valore si è sempre
tramandato nel tempo e apprezzato in tutto il mondo; basti pensare (e questo mi
appaga alquanto come divulgatore scientifico, biografo e opinionista) che sono
molti i Paesi al mondo in cui si studia e si parla la lingua di Dante; per
contro però, in Italia abbiamo oltre 4 milioni di analfabeti di ritorno.
Quindi, è bene amare il proprio Paese ma al tempo stesso sarebbe altrettanto
utile e doveroso sensibilizzare la popolazione con iniziative (non solo
didattiche), per meglio conoscere la lingua del Paese in cui vive e che tanto
si entusiasma nel veder sfrecciare le frecce tricolori… o nel seguire i propri
beniamini dello sport e dello spettacolo nelle loro performance. Certamente
tutto questo non basta, in quanto molti altri aspetti sarebbero da considerare
come ad esempio l’esigenza di annullare la burocrazia, rendere più concreto il
rispetto della Carta Costituzionale anche da parte delle stesse Istituzioni,
promuovere una maggiore trasparenza tra le P.A. e i cittadini; rendere più
snelle le attività politiche i cui esponenti (parlamentari e non) per la
maggior parte hanno ben poco a cuore i diritti dei cittadini. E a questo riguardo
spesso dimenticano che tutti gli esseri umani hanno la bocca sotto il naso (con
o senza denti), un disinteresse che spesso lascia quasi a digiuno oltre 6
milioni di italiani e non, residenti, ai quali vorrei chiedere se preferiscono
un piatto di minestra, un lavoro e un tetto piuttosto che trascorre un
pomeriggio a scrutare il cielo ed applaudire gli indomiti avieri, o peggio ancora,
ascoltare la retorica del Capo dello Stato di turno. L’amore per il prossimo implica
solidarietà, abnegazione e lungimiranza come giustamente ha ricordato il 2
giugno il presidente Sergio Mattarella, ma se ciò non avviene, a parte le
eccezioni, come intervenire? Trovo semplicemente assurdo onorare i morti con
una corona d’alloro (per quanto sia nobile ed altamente istituzionale tale
gesto) e molto meno i vivi… specie coloro che vivono in condizioni di estremo
disagio. L’impegno per risalire la china è certamente di tutti, politici e
governanti in primis che devono dare il buon esempio, e non basarsi comodamente
sulla abnegazione del volontariato; ma prutroppo la realtà di questi ultimi
decenni ha dimostrato il contrario ed elencare le deficienze e le inefficienze che
si vanno perpetuando sarebbe molto lungo… spazio permettendo. Inoltre, bisogna
aggiungere che a molti italiani basta garantire panem et circenses, poi non ha
importanza se la burocrazia e la cattiva gestione dei pubblici amministratori
(diretti dai politici orchestrali) li penalizza con la carenza sanitaria e
assistenziale, la disoccupazione, i procedimenti giudiziari spesso più che
discutibili, scarsa tutela della propria incolumità, imposizioni di tasse
spesso non giustificate e con tanto altro ancora.
Provare sentimenti di attaccamento alle proprie origini è certamente
assai nobile, ma è molto meno nobile quando le differenze sono estreme tanto
che l’ingiustizia grida vendetta al cospetto di Dio; una vendetta morale che
Dio sa comprendere ma non i politici di questa o quella fazione. Si festeggino pure
le ricorrenze canoniche, intanto il 2 giugno molti italiani hanno applaudito le
frecce tricolori ma sicuramente tra loro forse alcuni non sanno come arrivare a
fine mese. Si fa presto a parlare e pontificare da un pulpito (chiunque sia
l’oratore) avendo l’accortezza di non girarsi indietro non per un possibile
conseguente torcicollo, ma più semplicemente per non fare i conti con la
propria coscienza… Che lo si voglia ammettere o meno, le ricorrenze nazionali
sono pur sempre un invito pubblico, per quanto piacevoli e condivisibili, ma lasciano
spazio a quel senso di abbandono; un abbandono che non fa onore ad un Paese
dalla sempre più discutibile democraticità. Uno degli esempi di una vera
“iniziale” democraticità credo si possa ricollegare al nostro connazionale medico
e filosofo Filippo Mazzei (1730-1836), uno degli uomini di maggior spicco fra
gli illuministi del XVIII secolo, autore della frase: «Tutti gli uomini sono creati uguali», che il presidente Thomas
Jefferson (1743-1826) ha poi inserito nella Dichiarazione di Indipendenza
americana del 1776. È pur vero che noi italiani dobbiamo avvalerci di quella
auspicata dai padri fondatori della nostra Costituzione, ma il fatto che un
nostro connazionale sia stato uno dei fautori per quella d’oltre oceano, assume
un significato non solo storico ma anche di grande lungimiranza. Dunque, un
ulteriore motivo per riflettere che anche in Italia tutti gli uomini sono
creati uguali. Almeno così dovrebbe essere.
La prima immagine è tratta dal sito TPI
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