TRA
IL GIRO DI POLTRONE E SACCENZA
DI
OGNI PARTE REGNA LA NULLITÀ
Nemmeno
in momenti in cui le tragedie incombono sulle popolazioni
i
politici si sanno ravvedere, perdendo di vista il bene comune. A differenza
di
quanti si prodigano più concretamente per il benessere della collettività
di
Ernesto Bodini
Non passa
giorno che politici e opinionisti dimostrino di non saper comunicare
scontrandosi, è proprio il caso di dirlo, ripetutamente su questo o quel
problema, e sovente non adeguatamente moderati soprattutto in ambito televisivo
ed apparizioni pubbliche. Tra toni di voce esasperati con scambio di giudizi
sulla persona conditi da non pochi insulti reciproci, ed affermazioni spesso
non prettamente razionali, è quello che ci offrono i mass media via cavo
(inclusi il canale you tube ed altri social network), e attualmente in merito
alla pandemia da Coronavirus. Tali dibattiti, sia pur ammettendo con qualche
buona intenzione per fare un po’ di luce su come affrontare questa realtà, di
fatto non stanno portando a nulla, o quasi, vedasi ad esempio le molteplici
divergenze di opinioni per via delle autonomie regionali. E questo anche perché
sono troppi i protagonisti ambiziosi di salire sul podio della “verità”,
esternando il loro credo di sapere, e intanto la gente si ammala, soffre e
muore e come se non bastasse una buona parte della popolazione deve fare i
conti anche con molte privazioni d’ogni sorta. Eppure, tra coloro che si
ritengono deputati alla conduzione del Paese, compresi quelli delle varie
opposizioni, vantano lauree e competenze in varie discipline ma a nulla o poco
servono: l’importante è appartenere ad un filone politico, spesso
intercambiabile... Apparentemente tutti si sentono in diritto di pontificare e
di dare suggerimenti per qualche possibile soluzione ai molteplici problemi che
ci stanno sommergendo ogni giorno, ma se non vogliamo fare come gli struzzi,
bisogna constatare che il nostro è un Paese che sta andando sempre più alla
deriva, in particolare per quanto riguarda l’economia, la giustizia,
l’assistenza, l’istruzione, la disoccupazione, l’ambiente, ed altro ancora.
Pessimismo? Niente affatto perché oltre all’evidenza, si potrebbe richiamare
alla memoria il primo ventennio del dopoguerra, periodo in cui gli italiani
(guidati da statisti un po’ più saggi di queste ultime generazioni) hanno
saputo risollevarsi dai gravissimi danni causati dal conflitto, sia pur in
assenza di risorse materiali e tecnologiche e spesso con difficoltà di
comunicazione. Io credo che chi intende approcciare la carriera politica il più
delle volte non è in grado di dimostrare quanto ha voluto garantire in campagna
elettorale, e i cittadini invitati ad eleggerlo non si sono presi (e non si
prendono) la briga di verificare le loro credenziali (anche interiori) e,
quand’anche lo facessero, non tengono conto che nel corso del mandato dei loro
“beniamini”, gli stessi sono soggetti a continue metamorfosi... Va da sé che la
garanzia esistenziale per l’ambizioso politico è il permanere della burocrazia,
che apparentemente tutti condannano ma di fatto nessuno ha poi interesse,
capacità e soprattutto voglia di controbatterla, sia a livello locale che
apicale. Inoltre, non mi pare esista oggi un politico umile, sobrio e modesto,
e se anche esistesse, verrebbe messo al bando senza tanti complimenti…! In
questi secoli sono esistite persone che, post mortem, si sono guadagnate
l’aureola della Santità non solo per il riconoscimento da parte della Chiesa,
ma soprattutto per i meriti in seguito al loro reale operato a beneficio della
collettività. E a questo proposito a qualcuno risulta che un politico italiano
(tanto per stare in Casa nostra) sia salito nell’Olimpo degli Dei? A me non è
dato a sapere, e con questo non si pretende che chi si dedica alla politica
debba essere privo di difetti, e quindi soggetto a sbagliare e peccare, ma deve
possedere quella onestà intellettuale e relative doti per condurre un Paese a
totale beneficio dei suoi concittadini.
Ma
poiché questa è utopia, siamo costretti a subire un sistema politico-gestionale
che non si piega nemmeno di fronte alla sofferenza e alla morte e, parer mio,
quello che conta è avere un posticino al sole: potere, benessere e visibilità, che
tanto ricorda la parabola del ricco Epulone (iconografia a lato), peraltro
citata anche da Dante. In effetti non mi sembra sia mai esistito un politico
povero, o che non arriva alla fine del mese, e poiché chi fa politica attiva
non è un filantropo, non possiamo certo sperare in un accettabile benessere
collettivo e tanto meno un’esistenza priva di ingiustizie… anche quelle più
modeste ed evitabili. Queste mie considerazioni, dettate da remota convinzione
che nessuno mi ha mai inculcato, mi possono identificare come anticonformista
ma ben lontano dall’ipocrisia; inoltre rispecchiano quel concetto che la verità
non danneggia mai una giusta causa, ma va detta nel momento più opportuno. E in
Italia, ogni giorno è sempre il momento più opportuno!
La prima immagine è
tratta da Sentimeter-Corriere
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