ONORE
AL MERITO PER I GIOVANI CONNAZIONALI
Un
riconoscimento per valorizzare il buon agire nella società, ma utile sarebbe
anche trasmettere loro esempi di una
Costituzione più concreta e meno elusa…
di Ernesto Bodini
Ad ogni buona azione riscontrata ufficialmente dalle
Istituzioni solitamente si usa dire: “Onore
al Merito”, e se l’attore è persona di minore età, tale onore richiede
maggiore considerazione sia perché la buona azione si è rivelata
proporzionalmente di maggiore entità, sia perché il riconoscimento può indurre
(ed è certamente auspicabile) le persone adulte a trarne esempio. Io credo che
sulle basi di questo principio evocativo la Presidenza della Repubblica
Italiana abbia voluto, sin dal 2010, istituire un “Attestato d’Onore” per premiare quei giovani minorenni (dai 9 ai 19
anni) che, per comportamento o attitudini, rappresentano un modello di buon
cittadino. E di questi esempi ce n’è veramente bisogno! Quindi, anche
quest’anno il presidente prof. Sergio Mattarella ha nominato 25 Alfieri della Repubblica (nella figura
l’emblema), tutti autori di grandi storie socio-culturali e socio-umanitarie di
indiscutibile valore i quali, voglio sperare, siano in grado di comprendere non
solo il valore del riconoscimento, ma anche e soprattutto il ruolo e l’entità
di chi li ha voluti riconoscere e premiare. A questo riguardo vorrei rilevare
che, al di là delle diverse motivazioni segnalate per i rispettivi
riconoscimenti, sarebbe interessante sapere se i componenti della Classe IV C
della Scuola primaria “Gherardini” di Milano (premiati), dove un gruppo di
bambini ha intrapreso (in collaborazione con l’ANPI) un percorso di riflessione
sulla cittadinanza e di approfondimento sulla Costituzione italiana, sono in
grado di interpretare gli articoli della stessa e contestualmente come è
formato un Governo e un Parlamento, ma soprattutto come si deve agire quando la
Costituzione non viene rispettata in particolare dagli stessi governanti.
Inoltre, come e chi deve spiegare a questi adolescenti che nel nostro Paese non
esiste di fatto la certezza della pena, e che molte leggi non trovano riscontro
ai fini dell’applicazione come, ad esempio, quella relativa alle barriere architettoniche
(legge 13/1989) perché a distanza di oltre trent’anni sono ancora molti gli
ostacoli da sbarrierare; emanare una legge e non essere in grado di farla
applicare, che è come se non esistesse (anomìa), non fa certo onore ad un Paese
che si ritiene da sempre democratico e moderno. Questa vetusta e permanente
inadempienza chi è in grado di spiegarla alla giovane Elena Salvatore di Nola
(Na), premiata, che ha richiamato la sua città e la società intera al rispetto
verso chi, come lei, ogni giorno si trova a dover fare i conti con ostacoli
dovuti proprio alle barriere architettoniche o all’incuria di qualche cittadino
incivile? Va da sé che questi neo “Alfieri” del rispetto dei diritti e dalla
lodevole intraprendenza con l’obiettivo di una società più civile hanno dei
“limiti” anagrafici e che nessuno può colmare, ma alla società poco importa
rilevare tali limiti, quello che importa invece è sapere che tra i suoi
componenti ci sono dei “paladini” cui riconoscere quei meriti… con buona pace
delle Istituzioni. Ed ancora. Come spiegare a questi nostri giovanissimi
connazionali che nelle patrie galere vi sono migliaia di detenuti innocenti (in
oltre mezzo secolo sono stati circa 4 milioni, sic!), e che molti disabili sono
privi di assistenza e in non pochi casi anche di sostegno dei loro caregiver?
In questo senso l’elenco delle criticità sarebbe infinito, ma a parte il poco
spazio, rischierei di “oscurare” quelle che sono state le motivazioni che hanno
portato al riconoscimento dei meriti dei nostri piccoli paladini; tuttavia, a mio
avviso, credo che prima di premiare chicchessia, giovani o meno, sia opportuno
illustrare nella pratica la tanto decantata Carta costituzionale, aiutandoli a
capire perché la teoria è sempre preminente rispetto all’applicazione pratica:
citarla in ogni dove non ha mai risolto i problemi della nazione!
Un’ultima osservazione. In più occasioni il presidente della Repubblica
riceve al Quirinale scolaresche, protagonisti dello sport, star e privati
cittadini solitamente non comuni; per contro non si riesce a capire perché un
cittadino quando a lui si rivolge per iscritto per quesiti istituzionali fa
rispondere alla sua Segreteria… eludendo i quesiti esposti nella missiva. Chi
scrive rappresenta tale caso emblematico di mancato oggettivo riscontro… con
documentazione agli atti. Del resto, da un po’ di anni è sempre più difficile
per un cittadino (specie in Piemonte) farsi ricevere per un colloquio
(ovviamente motivato) da una figura istituzionale, mentre per un appuntamento è
indispensabile fare richiesta per iscritto senza avere la garanzia di avere
riscontro e soprattutto di essere ricevuto. Ai giovani premiati sarebbe quindi
utile spiegare le ragioni di questa non trasparenza o… elusione! Personalmente
io parlo con il buon Dio due volte al giorno, e non ho mai alcuna difficoltà a
trovarlo. Perché diamine non dovrei dunque riuscire a parlare con questo o quel
burocrate? Socrate nutriva serie riserve sulla democrazia e rapportando i suoi
tempi ai nostri, per le ragioni su esposte tali riserve le faccio anche mie,
senza ovviamente eguagliarmi alla sommità della sua saggezza. Saggezza che si potrebbe
incominciare ad trasmettere anche a quelli che sono meritevoli di encomi.
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