ANCORA PERSISTE IL COSIDDETTO ANTIVACCINISMO
Una sotto-cultura che intende negare se non
annullare il progresso scientifico
in tema di vaccinazioni. Un irresponsabile ostracismo
a discapito dell’umanità
di Ernesto Bodini
Quello attuale è indubbiamente un periodo particolarmente
drammatico a causa di questa pandemia che sta stravolgendo la vita di molte
popolazioni del pianeta. E mai come in questo periodo si invoca il “santo”
Vaccino affinché ci liberi da questa passiva metamorfosi esistenziale e
relative conseguenze. Ma nello stesso tempo alcune voci, discutibilmente
accreditate alla informazione del vivere sociale diffondono allarmismi, come
quella del twett (testo a mie mani) di Robert John Fitzgerald Kennedy (RJFK) annunciando
l’imminente chiusura dell’era vaccinica, ritenendola un capitolo chiuso e la fine
di un incubo. Alla suddetta associazione ed altre analoghe identificabili in
movimenti Novax come, ad esempio, le italiane COMILVA (Coordinamento del
Movimento Italiano per la Libertà delle Vaccinazioni) e CORVELVA (Coordinamento
Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni), che diffondono la
“cultura” del diritto a non farsi vaccinare, vorrei rammentare la persistente
carenza della cultura scientifica in tema di prevenzione come pure lo scarso (o
nullo) approccio degli interessati con gli artefici della Scienza medica,
notoriamente preposti alla ricerca e alla cura delle malattie, e quindi alla
prevenzione delle stesse. E ciò che ostacola il loro lavoro sono le costanti
contraddizioni e incoerenze di questi movimenti; in Italia, ad esempio, da
quando è in corso l’epidemia del Coronavirus sono praticamente scomparsi dalla
scena mediatica…, tranne appunto, l’informazione via twett che darebbe per
scontato la fine dell’era vaccinica. In questo twett si mette in discussione
l’operato filantropico di Bill Gates da parte della Children’s Health Defense
di RJFK e i suoi vaccini prodotti da Big Pharma, ma pur non entrando in merito
alla questione non avendo elementi specifici, a questi detrattori vorrei
rammentare che il team di ricercatori guidati dalla britannica Sarah C. Gilbert
(1962, nella foto), professore di Vaccinologia all’Università di Oxford e
co-fondatore di Vaccitech, ha accolto il sostegno di Bill Gates tanto da
affermare recentemente che con più finanziamenti potrebbe realizzare un vaccino
Covid-19 entro l’anno in corso.
Affermazione azzardata a fronte di altri suoi colleghi
sparsi per il mondo (soprattutto in Europa) impegnati nella stessa ricerca?
Forse, dato che la sfera di cristallo non la possiede nessun essere umano, e
nemmeno i Movimenti anti-vaccini; ma sta di fatto che i precedenti storici in
tema di vaccinazioni sono inconfutabili e, per citare uno dei risultati
positivi più recenti, vedasi la lotta contro la poliomielite per merito degli
scienziati Albert B. Sabin (1906-1993) e Edward J. Salk (1914-1995), la cui
realizzazione dei rispettivi vaccini ha richiesto decenni di lavoro sulle cavie
e chinati sul microscopio. Come è inutile ricordare che altre malattie
pandemiche sono state debellate nel corso degli ultimi secoli, e a questo
riguardo non mancano le relative fonti storico-scientifiche a dimostrazione dei
precursori della ricerca e della loro realizzazione. Con tutta obiettività va
anche detto che l’obbligatorietà delle vaccinazioni non va certo intesa come
imposizione tout court, bensì come presa di coscienza civile perché quando una
norma giuridica (che si è evoluta nei tempi) stabilisce di attenersi ad una
procedura, specie in tema di salute, non si può disattenderla per non incorrere
in spiacevoli conseguenze per la salute propria e della collettività.
Parimenti, va anche detto che la Scienza medica non è priva di limiti, sia per
errori che per scarsi supporti tecnici ed economici, come pure sono ineludibili
i limiti del ricercatore scientifico, votato per scelta alla Ricerca e Sviluppo
di nuove metodologie per la tutela della salute umana; una scelta, come è noto,
che molto spesso è ben poco remunerata e scevra da ogni qualsivoglia interesse
da parte di chi la esercita. Il business delle Case farmaceutiche? É certamente
innegabile e in parte giustificato dato che sono deputate a produrre i prodotti
(vaccini ed altri farmaci), ma purtroppo tra gli scienziati, per quanto
meritevoli per il loro operato, non credo sia individuabile un altro Sabin o un
altro Salk, che non hanno voluto brevettare i loro vaccini per finalità
filantropiche con i risultati che ben conosciamo, e che dovrebbero conoscere
(nel dettaglio) anche gli anti vaccinisti. Per quanto riguarda le modalità di
somministrazione dei vaccini (come di altri farmaci), in fiducia dobbiamo
rimetterci alla professionalità e coscienza di chi è preposto a tale atto
medico, avendo realizzato opportuni protocolli e/o linee guida in tal senso. Infine,
a conforto di chi ancora vive nell’incertezza e soprattutto in chi è prevenuto,
rammento l’obiettività del prof. Sabin, il quale sosteneva: «Io credo che sia responsabilità non solo
degli scienziati, ma di tutti gli altri esseri umani, e che sia la più grande
di tutte le responsabilità, far sì che conoscenze raggiunte dalla scienza e
dalla tecnologia possano diminuire la miseria sempre presente in varia misura,
nella condizione umana». Dunque, a fronte di questa saggezza, perché non
ricalcare le orme di questi concetti che, se messi in pratica, possono
(volutamente non ho usato il condizionale) contribuire ad una minor sofferenza
umana affidandosi alle ormai indicazioni vaccinali? Giro la risposta alla saggezza
dei latini: «Tempus omnia medetur»,
ossia, come sempre il tempo è galantuomo.
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