IL DANNO DELLA FENOMENOLOGIA
SOCIALE DEGLI IRREPRENSIBILI…
Un
tempo vigeva l’adagio: il bastone e la carota, e oggi, normative
e
restrizioni per alcuni sono il dettato di una cultura retrograda
di
Ernesto Bodini
In
tempo di restrizioni, specie se attuate con una certa rigorosità, fa sempre un
certo effetto (oltre che dispiacere) assistere ad una radicale, o quasi,
limitazione della libertà individuale e collettiva di relazionare, pena la
denuncia penale e conseguente multa peraltro di un elevato importo, come dal
recente decreto. E questo in ragione del fatto che tali provvedimenti riguardano
la tutela della salute e della vita di ognuno a causa dell’epidemia causata dal
cosiddetto Covid-19 (più popolarmente Coronavirus) che ha coinvolto la nostra
nazione, ma anche tanti altri Paesi europei ed oltreoceano, e quindi trattasi
di pandemia. Una sorta di “coprifuoco”, sia pur con alcune limitazioni ed
eccezioni, che in qualche modo ci ricorda diversi momenti come quello
dell’ultimo conflitto; ma ciò nonostante un certo numero di “ribelli” e
sfrontati stanno compromettendo il lavoro e gli sforzi sia degli operatori
sanitari, come pure delle Istituzioni preposte a far rispettare le normative,
con possibili conseguenze per la collettività. L’ordinanza prevede una severa
limitazione delle uscite dalla propria abitazione se non per inderogabili
necessità, e non è certo un capriccio di questo o quel politico anche se ad
onor del vero, si sarebbe dovuto agire con un certo anticipo giacché (si
sostiene da più parti) determinati segni premonitori di una imminente virulenza
erano già nell’aria… Ora, poiché allo stato attuale la situazione pare non
tenda a regredire, è bene che i suddetti “disobbedienti” per ignoranza,
superficialità ed arroganza facciano mente locale sulla lunga e forzata
segregazione nell’alloggio occupato dalla famiglia Frank e coinquilini per sfuggire
alla persecuzione nazista. Ben 25 mesi di privata libertà, senza alcun contatto
umano esterno, nemmeno con l’aria, oltre a limitare al massimo ogni rumore per
non essere scoperti. La giovane Anna Frank, che nel suo notissimo Diario
descrive bene questa esperienza sua e di tutti gli occupanti dell’alloggio, ci
ha insegnato che la privazione della libertà fisica e psicologica ha comunque
un valore nel momento in cui si è in grado di sopportarla qualunque sia
l’esigenza, lasciando sia pur quel minimo spazio all’ottimismo perché lei
credeva ancora (nonostante tutto) nella bontà degli uomini e… nella vita. Per
analogia, anche se per origini diverse, la nostra attuale limitazione di
libertà non è imposta dall’uomo ma da un essere invisibile: un microrganismo
che la scienza ha definito essere un virus (dal latino: veleno liquido,
viscido), la cui potenza lesiva non è da attribuirsi né ad armi e né a cattiveria.
Un nemico non certo invincibile, però, e combatterlo si può soprattutto con
nuovi vaccini in grado di neutralizzarlo anche se, come ricordava il prof.
Jonas Salk (1914-1995), autore di un vaccino contro la poliomielite, «dobbiamo accettare il fatto che i virus sono
parte della nostra Natura, esattamente come noi. In questo “braccio di ferro”
dobbiamo sperare in una tregua, tenendo conto del fatto che i virus, però,
possono mutare nel tempo e rendere vani, almeno in parte, i nostri sforzi per
eliminarli completamente». Ma a parte queste obiettive affermazioni, da
allora ad oggi notevoli sono stati i progressi della Scienza medica e oggi si
può sperare in ulteriori vittorie su questo o quell’organismo che “disturba” la
vita degli esseri umani. E per quanto riguarda la cultura e il buon senso
civico di coesistere con i propri simili, per quel certo numero di persone
(almeno per quanto riguarda il nostro Paese) potrebbe avere un senso la
locuzione “usare il bastone e la carota”, e non credo che servirà a molto il
recente provvedimento che per i “non osservanti” della restrizione consiste in
una considerevole multa e persino nella detenzione. A mio
modesto avviso è che le ultime generazioni sono cresciute nella culla del
permissivismo e quindi della eccessiva libertà, tant’è che nemmeno le Forze
dell’Ordine riescono a contenere facilmente questa espansione davvero
incontrollabile… Si dice da sempre che l’esempio viene dall’alto, ossia dal
capostipite di una famiglia, e nel nostro caso è lo Stato (un padre coadiuvato
da tanti membri) che non ha saputo gestire la propria famiglia, ossia tutti
noi, in particolare non tutelandoci da questa incresciosa (mi si perdoni
l’eufemismo) minaccia. È pur vero che puntare il dito viene sempre facile, ma è
altrettanto vero che chi si trova nella condizione di subire una non difesa, è
umano che esprima le sue rimostranze pretendendo il diritto alla salute e alla
vita.
Ma
tornando ai nostri connazionali eccessivamente “libertini” e insofferenti
all’osservanza delle regole, ma anche ai nostri governanti che tanto parlano e
poco fanno (e quando agiscono non certo celermente, se non per predisporre
nuove tasse e incrementare i loro vitalizi e benefit, sic!) vorrei rammentare
loro che ai tempi della epidemia di poliomielite in Europa, e soprattutto negli
Stati Uniti (anni ’40 – ’50), dopo i primi momenti di “smarrimento”, il buon
senso civico del rispetto delle regole da parte di quasi la totalità dei
cittadini di quei Paesi ha contenuto il dramma, sottoponendosi alle vaccinazioni.
L’Italia, che primeggia da sempre in burocrazia, scarsa cultura, inefficienza e
nel non riconoscimento della meritocrazia, adottò con molto ritardo i vaccini
Sabin/Salk (nella foto i due scienziati) con le conseguenze ben note. Quindi,
per quanto riguarda la nostra realtà attuale dal punto di vista della
prevenzione si sta pagando a caro prezzo la gestione dell’emergenza
medico-sanitaria e assistenziale, peraltro ben sostenuta da una moltitudine di
operatori instancabili (volontari compresi) che molto fanno, nulla chiedono e
taluni… coscientemente perdono anche la loro vita. Se dunque il nostro Paese ha
bisogno di maggior rigore, questo dovrebbe essere prerogativa di coloro che
sanno predisporre ed applicare (e non apparire), riconoscendo a quei pochi la
loro etica e la loro lungimiranza. Fra questi escluderei quei politici
presuntuosi, saccenti, ambiziosi, ciarlieri a perdifiato e in taluni casi privi
delle opportune competenze: sono ancora troppi coloro che sono disposti ad offrire
uno sgabello quando si tratta di spostare un pianoforte…!
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