ANALISI CRITICA DEMOCRATICA… SPONTANEA E CONVINTA
La retorica potrebbe essere ancora materia di studio ma talvolta
sarebbe meglio tradurla in propositi seguiti dalla
concretezza
di
Ernesto Bodini
Ogni rituale istituzionale, come quello
relativo al messaggio di fine anno del presidente della Repubblica, andato in
onda a Reti unificate il 31 dicembre sera, merita certamente quel rispetto da
parte di tutti i cittadini che egli rappresenta. Ma con altrettanta obiettività
anche il messaggio di quest’anno, per quanto propositivo e doveroso, non mi è
sembrato “originale” visto il perdurare della situazione del Paese,
caratterizzata da una infinità di problemi ed aggravata dal perpetuo comportamento
assai discutibile di molti politici in sede Parlamentare. In alcuni suoi
passaggi non privi di comprensione ed anche di monito (espressi con il tatto
che lo contraddistingue), ho letto fra le righe buoni propositi, ma non ipotesi
pragmatiche, limitandosi ad invitare la popolazione nell’avere fiducia sia
nelle Istituzioni che nei giovani… Obiettivamente ha ben rimarcato che abbiamo
problemi da non sottovalutare, sottolineando testualmente: «… il lavoro che manca per tanti, forti
diseguaglianze, gravi crisi aziendali, e l’esigenza di rilanciare il nostro
sistema produttivo. Ma abbiamo ampie possibilità per affrontare e risolvere questi
problemi. E per svolgere inoltre un ruolo incisivo nella nostra Europa e nella
intera comunità internazionale». In un successivo passaggio il presidente
ha insistito affermando che dobbiamo creare le condizioni che consentano a
tutti le risorse di cui disponiamo di emergere e di esprimersi senza ostacoli e
difficoltà. Ha quindi affermato: «… per
promuovere fiducia è decisivo il buon funzionamento delle pubbliche Istituzioni
che devono alimentarla, favorendo coesione sociale. Questo è possibile
assicurando decisioni adeguate, efficaci e tempestive sui temi della vita
concreta dei cittadini». Ed è su quest’ultima affermazione che vorrei
soffermarmi precisando che questo Suo “imperativo” non sarà mai fattibile
finché il cancro della burocrazia non sarà estinto, o comunque notevolmente
ridimensionato. Propositi ed inviti che non hanno mai preso in considerazione
il vero e perpetuo cancro dell’Italia, ossia la burocrazia che condiziona il
sereno svolgimento delle Istituzioni e quindi della Pubblica Amministrazione a
discapito della collettività. Tutti hanno lamentato e tutti lamentiamo questo
nemico che è proprio della politica italiana, ma nessuno finora ha proposto
come estirparlo. Il presidente nel suo messaggio ha riposto e ripone molta
fiducia nelle nuove generazioni affidando loro responsabilità, ma in concreto
non ha spiegato in che modo e in quale misura… e intanto chi può espatria
avendo come obiettivi concrete possibilità e maggiore sicurezza che il nostro
Paese non è in grado di garantire (altro che amor patrio…). Ha aggiunto che
bisogna riporre fiducia alle famiglie e fornire loro sostegno, ma non ha
spiegato come e in quale misura giacché ci sono delle priorità che non possono
aspettare, come ad esempio l’assistenza ai disabili gravi e ai loro sempre più
“stanchi” caregiver; inoltre non ha toccato il tema della Sanità con tutte le
sue carenze, come ad esempio le notevoli diseguaglianze per via del
Federalismo; mentre ha sottolineato che abbiamo bisogno di preparazione e
competenze (ma quali e di chi?). Affermazioni, queste, che sono in contrasto
con il sistema viziato delle assunzioni nella P.A., che sono fattibili previo
concorso pubblico al quale i candidati possono accedervi se in possesso di un
diploma o di una laurea, mentre abbiamo avuto, e abbiamo, reggenti i Ministeri
con un diploma della Media inferiore… Una forte contraddizione che diffetta di
coerenza, razionalità e garanzia. E, per
certi, versi, ciò è umiliante per chi ha studiato e non trova lavoro! Infine,
pur avendo determinati poteri, oltre che di rappresentanza, il presidente non
ha dato suggerimenti pratici su come uscire dal “pantano” Italia,
preoccupandosi invece del nostro mantenimento in ambito europeo che avrebbe
ragione d’essere se fossimo una nazione più stabile e più garantista…
Poi, giustamente, ha rimarcato il valore
della cultura non risparmiando onori e meriti a Matera che ha fatto onore
all’Italia e al suo Mezzogiorno (capitale della cultura europea per il 2o19); e
alla città di Parma capitale della cultura europea per il 2020; ma nessun cenno
su come riportare gli italiani alla lettura (il 60% non legge un libro
all’anno), ed altro ancora. Questa eccessiva genericità, mi si passi questo
impietoso termine, a mio avviso non ha portato alcun conforto nelle nostre
case; diversamente sarebbe stato troppo oneroso da parte del massimo
rappresentante delle istituzioni impegnarsi con un minimo di… imposizione! Già,
perchè va ricordato che il presidente della Repubblica non è soltanto una
figura rappresentativa, ma ha anche dei poteri come ad esempio sciogliere le
Camere, firmare Decreti, graziare un detenuto o perdonare un reo, come ha fatto
recentemente nei riguardi del fondatore della Lega che tanto osò insultare le
Istituzioni in ogni occasione pubblica. E, a questo riguardo, non mi risulta
che nelle passate Legislature un presidente della Repubblica abbia perdonato (o
graziato) un cittadino povero e disoccupato, e quindi processato (per
direttissima) e condannato perché colpevole di aver rubato una merendina per sfamarsi… Ecco
che quando si parla di uguaglianza chi detiene il potere dovrebbe scendere dal
pulpito e condividere con i meno abbienti la loro mensa…, e poi provvedere (o
far provvedere) alla loro dignitosa e definitiva sopravvivenza.
Dei 10.121.552 telespettatori che hanno
seguito sulle varie Reti il messaggio del Presidente (fonte Ansa), sarebbe
interessante sapere quanti sono (o sarebbero) in grado di affrontare con determinazione
la burocrazia… anche la più spicciola e quotidiana, senza ricorrere a
consulenze legali e/o assistenze associative e patronali. Personalmente ho
sempre avuto rispetto per le Istituzioni, ma ciò non mi ha mai fatto desistere
dal diritto di esprimere opinioni e critiche (costruttive); un modus operandi
che vuole essere un richiamo alla totale osservanza da parte di chiunque della
Costituzione, a cominciare da chi ne sollecita ovunque il rispetto; ed anche se
personalmente mi ritengo un “peccator errante” come tutti i comuni mortali, al
tempo stesso mi sento di affermare di essere un fedele osservatore delle regole
del buon vivere civile elargendo, per gran parte del mio tempo, le mie concrete
attenzioni in difesa delle “vittime” della burocrazia. E Dio, che mi è
testimone, mi colga se ciò non corrispondesse al vero!
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