SEMPRE PIÙ A RISCHIO LA PACE NEL
MONDO
La saggezza oscurata dall’orgoglio e
dal dispotismo…
oltre che dai molti interessi
economici e materiali
Ernesto
Bodini
Quante volte ci siamo chiesti se la vita umana ha
un valore e, per “estensione”, se merita un prezzo in denaro. Ma soprattutto
quali sono le ragioni che inducono determinate persone ad assumere un potere
(in ogni senso) nei confronti dei propri simili, decidendo della loro sorte
sino a sopprimerne la vita. Sono quesiti che disturbano le menti e i cuori più
nobili tanto da non capacitarsi… mettendo talvolta in dubbio se merita
esistere. Ed è a causa delle infinite avversità quotidiane cui l’umanità è
soggetta, che contiamo ogni istante decessi per la mano sempre più avida,
violenta e irresponsabile dell’uomo fra tutte le etnie. Fra questi, ad esempio,
i 1.300 emigranti annegati nel mar Mediterraneo “solo” lo scorso anno, quasi il
doppio rispetto al 2018, a fronte di 110.660 arrivi nel continente (sfruttati
da quei traghettatori senza scrupoli, meglio noti con l’abominevole attributo
di “scafisti”). Un esercito di disperati per inseguire un futuro migliore.
Insomma, una escalation che sembra non aver fine e come se non bastasse, pare si
stiano profilando venti di guerra (terza mondiale?) a causa dei conflitti
intestini tra Iran, Iraq, Corea del nord e USA; insomma, Africa, Medio Oriente,
Stati Unti e suo malgrado anche l’Europa, in conflitto per una serie di
interessi politici ed economici (oltre che per motivi di cultura e religione) a
discapito della razionalità e del buon senso. Credo, dallo scranno della mia
umiltà di semplice cittadino e attento osservatore-opinionista degli eventi
sociali che turbano l’Umanità, sia il caso di dedicarsi a profonde riflessioni…
e meditazioni mettendo da parte orgoglio e prosopopea per il benessere di
tutti. Quindi, orientandoci in tal senso bisognerebbe interrogare il passato,
leggere la terra, il cielo, gli astri (ma non dal punto di vista
dell’astrologia), gli abissi dello spazio e egli abissi dell’anima, anche se
tutto ciò ci farà piangere di nostalgia e di compassione davanti ad ogni cosa
bella, per poi restare freddi ed immobili davanti ad ogni ricordo che ha
turbato la nostra esistenza. È dovere di noi tutti (ma soprattutto di quei
“potenti” e irriducibili despoti) dedicare un po’ di tempo alla meditazione per
contemplare tutto quello che fa parte del Creato, cercando la pace attraverso
quella luce che si chiama serenità interiore, rafforzata da un po’ di fede (qualunque
sia il proprio credo religioso) per continuare ad esistere per il bene nostro e
del prossimo. Il senso della nostra pochezza e delle nostre debolezze deve
essere stimolo per i nostri impegni quotidiani, possibilmente dedicati ad attività
altruistiche e culturali, non disgiunti anche da una buona lettura e
interpretazione della saggezza dei nostri avi accompagnate da un tenero
sorriso… di speranza, deponendo le armi che producono vittime, ma soprattutto
quelle dell’arroganza e del dispotismo appesantite dall’orgoglio e dalla
chiusura mentale. Sembra inutile ripetere che la vita (di tutti) è una preziosa
opportunità che va colta, difesa, conservata… attraverso quella saggezza che
rappresenta la capacità di riconoscere la differenza tra bene e male per le
nostre decisioni future in ragione del fatto che l’ignorante afferma, il
sapiente dubita, e il saggio riflette… rinunciando ai conflitti!
E in merito al concetto di saggezza colgo l’occasione per ricordare che il
25 agosto 1963 (in seguito allo scoppiò della “crisi dei missili di Cuba” che
ha avuto inizio il 14 ottobre 1962), il premio nobel per la Pace Albert
Schweitzer (1875-1965, nella foto) inviò una lettera al presidente americano John F.
Kennedy (1917-1963), e una copia della stessa al segretario generale del
partito comunista dell’Urss, Nikita S. Chruščëv (1894-1971): «Le scrivo per
congratularmi con Lei e ringraziarLa per la lungimiranza e il coraggio che ha
avuto al fine di instaurare una politica per la pace mondiale. Un raggio di
luce si riesce finalmente a vedere attraverso l’oscurità in cui l’umanità cerca
il suo cammino, e questo raggio ci fa sperare che le tenebre svaniranno dinanzi
alla luce. Il trattato concluso tra Est e Ovest, che vieta gli esperimenti
nucleari nell’aria e sotto l’acqua , è uno dei più grandi avvenimenti della
storia mondiale e ci fa sperare che la guerra nucleare tra Est e Ovest potrà
essere evitata. Quando ho saputo dell’accordo di Mosca, ho pensato al mio amico
Einstein (morto nel 1955) al quale mi aveva
legato il comune impegno nel combattere l’armamento atomico. È morto a
Princeton, senza speranze. Io, però, in virtù della sua lungimiranza e del Suo
coraggio mi trovo nella condizione di notare che il mondo ha compiuto il primo
passo sul cammino della pace». Le parole di Schweitzer non restarono
inascoltate: il presidente americano, nella risposta all’anziano
medico-filantropo e filosofo, ammise di avere a lungo, anche grazie alle sue
parole, riflettuto sulle conseguenze di una drastica risoluzione militare.
Espresse, inoltre, la propria stima nei confronti di Schweitzer, definendolo «una delle personalità morali di maggior
rilievo del nostro secolo». Ora, per rinsavire Donald Trump, Kim Jong-in e
Ali Khamenei (i principali leader attualmente al centro delle preoccupazioni
della popolazione mondiale), ci vorrebbe la saggezza di un altro Schweitzer ma
che purtroppo pare non esistere… nonostante gli ancora tanti esempi di umanità
di molte persone.
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