LE DIVERSE CONSIDERAZIONI SULL’EVENTO MORTE
Le condizioni sociali e l’impatto mediatico talvolta ne
possono
determinare una maggiore accettazione o un più esasperato
rifiuto
di Ernesto Bodini
Il
contributo dell’informazione, quella corretta e competente, in questi ultimi
anni ha contribuito maggiormente a “migliorare” l’accettazione dell’evento
morte in quanto tale; ma purtroppo non sempre quando si tratta di evidenziarne
le cause che l’hanno determinata, specie se fortemente traumatiche o se le
patologie ne hanno accelerato l’exitus. Ma il “rifiuto” dell’evento morte è
ancora più accentuato quando la perdita riguarda il soggetto in tenera età.
Tutto ciò è comprensibile ma mi chiedo, invece, perché i mass media si prestino
talvolta a dare risalto a personaggi che nella vita hanno avuto una certa
notorietà, quasi a voler dare una sorta di valore aggiunto alla loro stessa persona…
che appaghi l’ego dei loro familiari e dei loro fan. In questi ultimi mesi sono
decedute alcune personalità di diversa estrazione sociale e/o professionale,
alle quali i mass media hanno dato il massimo risalto, i cui effetti mediatici
sono stati istantanei e prolungati... Ma a tutti coloro che hanno seguito le
esequie vorrei chiedere quanto è stato il loro reale “coinvolgimento”; una
sorta di indagine, la mia, che richiama alla memoria il decesso del 2009 di un
noto personaggio italiano dello spettacolo al quale furono riservati i funerali
di Stato. Una scelta, a mio avviso, che non credo abbia dato valore all’evento
morte, ma più semplicemente per appagare l’edonismo delle parti interessate…
specie delle Istituzioni. Per contro, mi rendo conto che da vivente mi è “più
facile” fare queste osservazioni; ma nello stesso tempo, pur restando nelle mie
posizioni concettuali e filosofiche della vita e della morte, non posso venir
meno alla saggezza che ci ha tramandato il medico filantropo, filosofo e premio
nobel per la Pace Albert Schweitzer (1875-1965), con la quale affermava: «Non si ha il diritto di indagare
nell’intimo degli altri. Il voler analizzare i sentimenti del prossimo è
indelicato: non c’é solo un pudore del corpo, esiste anche quello dell’animo
che bisogna rispettare. Anche l’animo ha i suoi veli dei quali non ci si deve
liberare». A questa saggezza-invito non c’è che da
inchinarsi, ma farne tesoro è ben altro impegno etico e morale… anche per me,
modesto divulgatore del sociale.
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