CONTRO L'IRRAZIONALITA'


BREVI CONSIDERAZIONI E MODESTI SUGGERIMENTI IN TEMA DI BILANCIO PUBBLICO

La voce di un freelance che s’innalza nel deserto più arido alla
ricerca di qualche fonte per “dissetare” i propri concittadini

di Ernesto Bodini


L’instabilità di un Paese la si deduce da molti aspetti e, in Italia, se ne può fare un elenco assai discutibile. Il processo di attuazione del Bilancio per il 2020, ad esempio, attualmente è oggetto di continue proposte, modifiche, contestazioni e opposizioni da vari fronti (troppi). Una delle ragioni principali delle difficoltà nel pianificare un programma economico-finanziario, che il popolo (sempre più dormiente… generalmente capace solo di lamentarsi nelle pubbliche piazze) non riesce o non vuol capire, è data dalla moltitudine dei partiti che, tra coalizioni, inciuci ed altri intrallazzi vari, agiscono su percorsi diversi tanto da non avere un minimo, dico un minimo, di intesa comune. Eppure, le condizioni di vario benessere dovrebbero individuarsi e concretizzarsi in modo omogeneo; ma in realtà ciò non avviene per via di persistenti falsi valori etico-morali spinti da ideologie camuffate da quel perbenismo che nulla porta a risolvere i problemi della nazione. Stando alla cronaca tra i provvedimenti in corso per la manovra economico-finanziaria il premier Giuseppe Conte è orientato nel dare via libera ad una tassa sulle merendine, bibite gassate e biglietti aerei. Per la prima voce ritengo sia una cosa a dir poco ignobile perché, tassare un modestissimo cibo per una popolazione in tenera età, è come privare (penalizzando) un bene come concetto di umana crescita, senza contare che la classica merendina nel cestino o nella cartella dell’alunno è sempre esistita sin dai tempi in cui la maestra usava la matita rossa…; inoltre c’è da considerare che non poche famiglie a malapena sono in grado di dare ai loro figli quel prelibato “bocconcino”, spesso appena sufficiente per arrivare all’ora di pranzo. Sul rincaro del biglietto dei voli aerei nazionali e internazionali se ne potrebbe discutere, anche perché la gran parte dei viaggiatori su questo mezzo non avrebbe problemi economici specie se tali passeggeri si spostano occasionalmente. Molto più razionale tassare le sigarette e i derivati, come pure i prodotti alcolici ad uso alimentare non necessario in quanto beni voluttuari; mentre per quanto riguarda la lotta all’evasione bisognerebbe agire individuando chi ha evaso recuperando il dovuto (e ciò vale anche per la lotta alla corruzione), e non multare o condannare per furto aggravato (ma dove sta la gravità?), come prevede in parte il molto discutibile Codice di Procedura Penale, un povero disoccupato (o un precario) che per sfamare se stesso e la famiglia ha sottratto (suo malgrado) una scatola di biscotti o prodotti simili. A questo proposito una delle incongruenze inopportune da parte del cittadino comune è quella della critica al magistrato, non considerando (per ignoranza) che il suddetto applica il Codice… sia pur con il potere della discrezionalità. Inoltre, tra gli effetti deleteri a discapito del cittadino, non vanno sottaciuti i casi di imprenditori che si sono tolti la vita per disperazione a causa della burocrazia e delle vessazioni fiscali imposte dallo Stato (uomini irresponsabili…), avendone ostacolato, o impedito, la continuità della loro impresa. Ma non dimentichiamo che quando pronunciamo la parola “Stato” ci riferiamo ad un certo numero di uomini, quindi sono gli uomini che condannano altri uomini! Quindi, a mio avviso, è pleonastico se non addirittura anacronistico, menzionare (anche se convenzionale) la parola Stato quando l’azione è compiuta dalla persona fisica. Un’altra fonte per risanare una situazione sempre più precaria, potrebbe essere quella di assumere gli attuali disoccupati affidando loro determinate mansioni che sino ad oggi sono svolte da molti volontari: Vigili del Fuoco, Protezione Civile, personale delle ambulanze di soccorso, etc. e, con questo provvedimento, sicuramente la disoccupazione potrebbe scendere di almeno il 50%. Ma aggiungo. Tutti quei danni provocati dal vandalismo in più circostanze come nei casi di scioperi, cortei e manifestazioni varie, dovrebbero essere addebitati ai responsabili e alle loro famiglie. Avrei ancora altre idee per suggerire qualche possibile azione di miglioria, ma purtroppo (o forse per fortuna) non ho alcuna voce in capitolo e, anche l’avessi, sarei costretto ad “allinearmi” a quella pletora (per certi versi “accozzaglia”) di politici e politicanti tutti affetti dal cronico eloquio che si trasforma in sproloqui e in una retorica che, per antonomasia, è più lesiva che propositiva e men che meno risolutiva…! E infine, il quesito: come pensano lor “Signori”, al potere e all’opposizione, di ridurre in tempi accettabili il debito pubblico e di riportare la Nazione ad un livello di vita accettabile?


Certo, nessuno ha la bacchetta magica ma, da come procedono le cose, c’é da chiedersi se incentivare le nascite abbia un minimo di razionalità, giacché il debito pubblico attualmente è di oltre 2.345 miliardi di euro e, se si volesse suddividere per i quasi 60,5 milioni di italiani censiti all’inizio del 2018 dall’Istat, significherebbe avere quasi 38.000 euro di indebitamento pro capite, neonati e anziani inclusi. Quindi è assurdo e iniquo far nascere un essere umano indebitandolo sin dal suo primo vagito…, un debito che non riuscirà mai ad estinguere nel corso della sua esistenza! Da tutto ciò emerge che sono additabile come anticonformista, ma ad onor della mia coerenza mi ritengo puro e convinto anche perché non è detto che una voce “minore” e non “allineata” sia priva di razionalità. Sono un giornalista libero da oltre sei lustri, concretamente fedele al mio aforisma: «ubi libertas ibi patria», e socialmente impegnato su vari fronti senza essermi mai “sostituito” alle Istituzioni, nel rispetto delle leggi, delle regole e dell’etica. Insomma, mi si permetta il paragone, un “templare in versione moderna” in aiuto ai più deboli (disabili e malati in primis) senza mai scendere a compromessi con chicchessia. Ed è per queste ultime ragioni che ritengo di poter fare le mie osservazioni ad un Governo che, purtroppo, per molti versi non sa essere tale nonostante i dettati della Costituzione che il presidente della Repubblica ne sollecita ogni volta il rispetto… inutilmente. Ed ai componenti del Governo attuale, parafrasando Ulisse, vorrei rammentare un breve passo del Canto XXVI di Dante (nell’immagine in alto): «Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza», ciò per chiedere loro di pensare alle proprie origini umane in quanto non sono stati creati per agire allo sbaraglio, ma per porsi nei confronti dei propri elettori con razionalità, obiettività e responsabilità di cui c’è tanto bisogno!





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