RICORDO DI GIULIA
CALZAVARA UNA ADOLESCENTE
DEL CUNEESE
SCOMPARSA ALL’ETÀ DI OTTO ANNI
Una pubblicazione
dei suoi compagni di classe come
manifestazione di
ricordo indelebile e colmo di affetto
di Ernesto Bodini
Anche se il tempo trascorre inesorabilmente i
ricordi affettivi non si affievoliscono mai, soprattutto quando tra questi
fanno parte giovani vite che troppo presto hanno lasciato i loro cari. Sono
trascorsi vent’anni da quel 18 gennaio
1999 quando Giulia Calzavara, una graziosissima bimba di 8 anni di Montà d’Alba
(un paesino della provincia di Cuneo) che un improvviso malore e la velocità
del male l’hanno tolta ai suoi cari. Perdere un bene prezioso e insostituibile come
la vita di un figlio, non necessita particolari commenti se non conservarne il
ricordo perché ogni parola, o pensiero (seppur generoso) si perderebbe nel
vuoto e con esso ogni proposito che compensi quell’amore che manca, in tutto il
suo candore, la sua innocenza e il
sorriso colmo di gioia; la gioia di vivere, appunto, come quella che aveva
Giulia da condividere con la mamma Pinuccia, il papà Luigi e il fratello Paolo.
Anche se breve, la sua esistenza ha lasciato un segno indelebile che i genitori
hanno colto con il sentimento dell’altruismo, e che hanno dimostrato dando il
consenso al prelievo dei suoi organi per donarli a chi da tempo è in attesa… Proprio
perché iscritti all’AIDO, i genitori di Giulia hanno voluto concretizzare il
loro credo affinché ogni vita “persa” potesse ri-donarne una nuova; accantonando,
sia pure per un istante, il dettato della disperazione perché è la coscienza
“responsabile” che fa da guida per il futuro e la serenità di altre persone,
consapevoli che l’altruismo e la solidarietà in tali
circostanze rappresentano l’unica azione che più influisce sul prossimo. A
distanza di poco tempo della morte di Giulia una commovente pubblicazione dal
titolo Sette storie per sette giorni ne ha intensificato il ricordo.
Si tratta di una raccolta di pensieri,
emozioni e racconti frutto della genuina fantasia dei suoi compagni di classe,
con l’aiuto della maestra Rosa Gerardi Moznich. Un piccolo “corpus letterario”,
arricchito da fantasiosi disegni e dediche firmate; fra queste una recita: «Cara Giulia, abbiamo preparato con le nostre
mani ma soprattutto col cuore questi fiorellini per dirti che ora, per noi sei
la Principessa Primavera. Ti pensiamo sempre e ti abbracciamo forte forte».
Le fiabe che completano l’opera testimoniano il valore di un percorso
scolastico di una terza elementare matura, che idealmente non ha voluto
escludere Giulia, non solo compagna di classe ma anche di giochi, e di
aspettative per un futuro che solo lei non ha potuto avere, ma che tutti insieme
volevano costruire.
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