NEL BARATRO DELLA “PERDIZIONE” E DELLA PERDITA
DEI DIRITTI
Ogni epoca ha fatto storia e, il fatto che gli uomini non
imparino molto
dalla storia, è la lezione più importante che la storia ci
insegna
di Ernesto Bodini
Crisi
di Governo o Governo in crisi? Invertiamo pure i fattori ma il risultato non
cambia. Ecco che, ancora una volta (l’ennesima), a distanza di nemmeno un anno
e mezzo, si assiste ad incontri e scontri tra fazioni politiche e parlamentari,
tra rivalità e arrivismo, tra arroganza del potere e affossamento delle
Istituzioni… se ancora hanno un valore. Ed è quindi inevitabile, a quanto
sembra, il ritorno alle urne; una ulteriore spesa per la collettività, peraltro
continuamente provata sin dalle origini degli effetti della Riforma del Titolo
V della Costituzione (2001) e la conseguente (diretta o indiretta) spending
review (dal 2008), per non parlare poi dei molteplici problemi gestionali del
Paese e, a monte di tutto ciò, lo stagnante debito pubblico sempre più vicino
alle porte della recessione. Tutta questa evoluzione, in parte ereditata dai
precedenti Governi e in parte per effetto di quello attuale, a mio avviso
equivale a vedere una maglia che si sta lacerando ed è impensabile ipotizzarne
il rammendo: il giro di poltrone, così come un giro di valzer, vuol rendere
piacevole e ballabile la musica (gestione politica) ma che, a causa di numerosi
orchestrali (945) che non sanno leggere uno spartito e nemmeno suonare uno
strumento, i ballerini (cittadini sudditi del sistema) rischiano di cadere e…
difficilmente potersi rialzare. Se poi il (o i) direttore d’orchestra usa una
bacchetta per nulla rigida e ad ogni salita sul podio indossa un “frac”
multicolore mostrando sorrisini compiaciuti ad un pubblico sempre più
inebetito, non può stupire la prolungata stonatura. Ma dal sommo Colle che si
dice? Io non sono un politologo e nemmeno un commentatore politico di provata
esperienza, anzi; ma quale divulgatore con diritto di opinione che da tempo
segue gli eventi sociali, specie se con ricadute (negative) su un popolo
inerme, credo di essere in grado di recepire in quale baratro si rischia di
cadere, pur essendo cosciente che non esisterà mai una ottima organizzazione e
gestione di Governo in quanto è utopia; e questo, perché l’essere umano è nato
con dei limiti, e non mi si rinneghi la realtà della Genesi in quanto in caso
contrario non vi sarebbe esistenza umana terrena. Quindi, bisogna avere la
piena consapevolezza (non solo edonistica) che esistiamo e che è nostro dovere dare un senso alla nostra vita con dei
precisi doveri gli uni verso gli altri, sforzandoci di mettere in atto tutte
quelle doti che abbiamo ereditato con il nostro “DNA”, compresa l’umiltà di
riconoscere il concetto di uguaglianza e non con la tracotanza che spinge
l’uomo ad ignorare i suoi limiti e ad oltrepassare i confini del buon
convivere. In tale consapevole o inconsapevole “trasgressione” l’uomo
(politico) si illude di essere un “Dio” e trova invece non solo la propria
rovina, se non prima quella della collettività. Ma si sa, l’abilità politica
non consiste nel comandare ma nell’osservare e rispettare i bisogni del popolo…
possibilmente con civismo e umiltà.
L’immagine è tratta dal sito IlSussidiario.net
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