IL PROBLEMA DELLA (NON) SERENA ESISTENZA DEL GENERE UMANO
Un percorso segnato dalla Genesi, la cui
“inversione di rotta” richiede il rispetto
e la
razionale applicazione delle proprie facoltà mentali ricevute in dono
di Ernesto Bodini
Il nostro percorso
esistenziale è un dovere da scontare, e ciò mi sembra assodato anche se tale
affermazione può rasentare la retorica. Ma a riguardo è bene ricordare la
Genesi che, nel passo 3,14 – 19, recita l’affermazione di Dio il quale,
rivolgendosi ad Adamo lo ammoniva: «… poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato
dell'albero circa il quale io ti avevo comandato dicendo: "Non ne
mangiare", il suolo sarà maledetto
per causa tua; ne mangerai il
frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. Esso ti
produrrà spine e triboli, e tu mangerai l'erba dei campi; mangerai il pane
col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti
tratto; poiché tu sei polvere,
e in polvere ritornerai». Ma al di là di credere o non
credere alle sentenze Bibliche, come questa, che ritengo primordiale, sembra
che alla luce dei fatti quotidiani il genere
umano non ne tenga conto nemmeno idealmente od ipoteticamente e, pur
considerando le eccezioni riguardo ai credenti ed osservanti, gli eventi che
disturbano il percorso dell’Umanità si vanno sempre più intensificando e senza
fine: dalle più assurde nefandezze ai non graditi “regali” di madre Natura. Ed
è così che ogni mente umana, atei e agnostici compresi, assume una propria
connotazione con conseguenti azioni comportamentali, sia verso i propri simili
che verso ogni bene della Natura stessa. Ma quel che è peggio, si fa per dire,
è che nemmeno i molteplici esempi di vita contemplativa e di buone azioni di
carattere umanitario, sembrano ravvedere menti contorte che ogni epoca ha
conosciuto. E a questo punto, mi domando: quanto valgono le testimonianze, i
sacrifici, le rinunce e quant’altro ancora, di chi ci ha preceduto in questi
millenni? E quanto varranno gli stessi che si manifesteranno in futuro? Ed
ancora. Quanto può e potrà servire il potere di esortazione ed esempio di
cristianità della Chiesa, tradotto anche in tutte le altre forme a seconda
della religione di appartenenza? Sono purtroppo quesiti ancestrali che nessuno
dei 226 Papi e nemmeno i più illuminati filosofi della storia hanno saputo dare
risposte univoche ed esaurienti.
Ecco che l’Umanità, tutta, a mio avviso continua a sprofondare nel
baratro delle più “angosciose” incertezze, giacché i misteri condizionano e condizioneranno
il nostro percorso esistenziale… senza requiem. Ma intanto si tratta di fare
delle scelte: continuare a vivere adeguandoci alla quotidianità, rinunciare
alla propria esistenza, oppure assumere un comportamento reattivo che mette a
repentaglio la vita altrui? Sono scelte di grande responsabilità (individuale e
collettiva) per una mente umana indenne da anomalie patologiche e, più
sinteticamente, si tratta di credere o non credere: «Questo è il dilemma», direbbe William Shakespeare, in chiave
moderna. Ma con tutto ciò, a cosa vorrei alludere? I riferimenti sarebbero
infiniti, e le allusioni pure; ma in particolare parte del mio preambolo vorrebbe
richiamare l’attenzione anche dei politici del momento, sia italiani che europei
(e non solo), che da sempre credono di saper (e poter) gestire la sorte di
milioni di esseri umani, la cui dignità per loro forse vale meno di un tozzo di
pane e di un sorso d’acqua. Questa realtà d’oggi, come le tante di ieri, rientra
in quel passo della Genesi cui ho fatto cenno, e purtroppo a nulla si perviene
per invertire la suddetta premonizione. Tuttavia, a mio modesto avviso, quale
credente e ideale ”Templare” (ideale perché purtroppo non ho alcun potere
pratico) per il rispetto dei diritti umani, credo che senza “sovvertire”
l’ammonizione al capostipite del genere umano, basterebbe che ogni mente umana
rispetti e metta in pratica il dono ricevuto al suo esordio. Utopia? Forse. Ma
ciò non toglie che ogni indole votata a prevaricare quella di altri, sia
condannabile opponendosi, per quanto possibile, con ogni azione di bene e per
il bene. E ai despoti, agli usurpatori e ai politici irresponsabili, vorrei
rammentare che quanto più si innalzano, tanto più piccoli sembrano a quelli che
non possono volare.
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