UN PAESE AL “DISSERVIZIO” DEL CITTADINO TRA
L’INCONTENIBILE
BUROCRAZIA E IL FALSO MITO DELLA SOVRANITÀ DEL POPOLO
Procedure che rasentano l’assurdo, difficoltà di
comunicazione e comprensione, atteggiamenti dispotici che preludono alla
sudditanza del cittadino che annega nel mare della perdizione…
di Ernesto
Bodini
Fatti
di cronaca che ci aggiornano come quanto è debole la nostra società prendendo
in considerazione gli infiniti aspetti della vita quotidiana. Purtroppo non
sono sufficienti a farci riflettere e tanto meno per risalire totalmente alle
reali cause di un così elevato degrado, e soprattutto a cercare una possibile
soluzione per questo o quel problema. I molteplici aspetti della crisi
nazionale purtroppo non turbano il sonno dei politici che dal loro scranno
pontificano e, intanto, c’è chi uccide e a sua volta si toglie la vita perché
non in grado di affrontare le spese delle prime necessità di tutti i giorni,
compresi alcuni imprenditori costretti a chiudere i battenti della propria
azienda non essendo più in grado di sostenerla dal punto di vista finanziario…
benedette tasse e relativa burocrazia che non danno requiem ad alcuno! Ma al di
là delle valutazioni di esperti ministeriali e consulenti al seguito in tema di
politica gestionale, per far fronte ad esempio alla disoccupazione, questi
signori dall’aureola accademica non considerano che ci sarebbe lavoro per tutti
in moltissimi ambiti, talmente utili da risanare per anni città e paesi: dal
rifacimento delle strade alla bonifica dei molti siti, a quello degli edifici
pubblici e privati; dall’abbattimento delle barriere architettoniche (pubbliche
e private) alla realizzazione di strutture per l’accoglienza soprattutto di
anziani malati cronici (peraltro in aumento), come pure all’aggiornamento di
determinate strutture sanitarie che sino ad oggi, va detto per inciso,
continuano a fruire donazioni da parte di benefattori e associazioni… il
volontariato e la beneficenza che si “sostituiscono” alle Istituzioni. Ed
ancora. Parte del personale di alcuni Enti come Vigili del Fuoco, Protezione
Civile ed altri, sono volontari; mentre la ratio vuole che il personale
istituzionale sia strutturato e quindi a libro paga. Questi sono solo alcuni
esempi di una assurda irrazionalità di come viene gestito un Paese che, ad ogni
occasione pubblica o meno, si vanta essere tra quelli più democratici e
garantisti… a dispetto della sovranità del popolo! E mentre i cittadini
“boccheggiano” annaspando nel mare dell’insanabile debito pubblico, sono
ulteriormente sommersi dagli infiniti paradossi e assurdità istituzionali
prodotti dalla famigerata burocrazia. Ecco alcuni esempi di perpetua memoria.
Spesso
la buona fede del cittadino in qualunque contesto si manifesti con la P.A., non
viene considerata per lasciare spazio al sospetto di colpevolezza, che il
cittadino non ha e che il più delle volte è lui stesso a dover dimostrare. In
caso di diverbio tra un cittadino e un rappresentante delle Istituzioni (specie
se in divisa), è quest’ultimo ad essere maggiormente creduto e non c’è santo
che tenga per invertire la situazione tra le parti. Inoltre, di fronte ad una
anomala procedura elaborata dalla P.A., per perseguirla e contestarla il
cittadino deve rivolgersi al TAR tramite l’assistenza di un legale di fiducia,
con le conseguenze di spese e tempi biblici di revisione della procedura stessa.
Restando nell’ambito dell’azione legale al gratuito patrocinio a spese dello Stato, ne ha
diritto solo colui che sia titolare di un reddito imponibile Irpef non
superiore a 11.369,24 euro, e in ambito penale il limite di reddito è elevato
di 1.032,91 euro per ognuno dei familiari conviventi. In buona sostanza, a
parte i poveri totali e nullatenenti, nessun altro può ottenere tale beneficio.
Riguardo alla gerarchia militare, a tutt’oggi vige il rigoroso rispetto che
comporta il saluto e l’uso del pronome “Lei”; in altre circostanze i ministri
come Salvini, Di Maio ed altri precedenti, vengono apostrofati dal pubblico con
espressioni notevolmente confidenziali… sino al idolatrarli.
Un’altra
assurdità da parte della P.A. consiste nel fatto che molti moduli da compilare
da parte del contribuente sono impostati con scritte dal carattere microscopico
e a righe molto fitte, tanto che per la relativa compilazione il cittadino è
costretto a miniaturizzare ulteriormente la sua scrittura, spesso con la
conseguenza di dover invalidare il documento od essere accettato con difficoltà
di interpretazione… È ormai noto, sin dai tempi della Costituzione, che per
accedere ai Concorsi pubblici indetti dalla P.A., i cittadini interessati
(solitamente per assunzioni di lavoro) devono possedere un Diploma di scuola
media superiore o di Laurea… o titolo equipollente. Per chi non avesse le idee
chiare in merito a questo termine, valutare
l’equipollenza e l’equiparazione della laurea significa identificare
un’equivalenza esistente tra titoli di studio conseguiti a livello accademico
tra il vecchio ed il nuovo
Ordinamento a diversi livelli: laurea di primo livello, laurea magistrale, etc.
E se il candidato vince il concorso per una determinata occupazione, la P.A.
non verifica se lo stesso ha l’attitudine per tale mansione per la quale ha
concorso, con il risultato che spesso in molte sedi si hanno addetti sbagliati
nel posto sbagliato, e le relative immaginabili conseguenze sono quasi
all’ordine del giorno. Per quanto riguarda l’istituzione del Difensore Civico,
vi sono Comuni che al candidato non viene richiesto un Diploma in
Giurisprudenza, o comunque requisiti che attestino le sufficienti competenze
per ricoprire quel ruolo… Altra pecca nell’ambito della P.A. in molte circostanze
al cittadino viene richiesto, come è giusto che sia, di identificarsi, mentre
non sempre gli addetti di un determinato Servizio si identificano in modo
adeguato al cittadino. Un esempio eclatante riguarda le visite mediche fisacali
i cui preposti non si qualificano quasi mai al cittadino-paziente, il quale
viene a conoscenza dei loro nomi solo quando l’iter è stato completato in forma
cartacea. Inoltre, ormai è altrettanta quotidianità, che interloquire al
telefono con un addetto della P.A. diventa sempre più “impersonale” e
difficoltoso: il linguaggio fra le parti non è comune, e spesso la telefonata
si conclude prima del previsto per interferenza della linea telefonica o
per improvvisa interruzione della
stessa; per non parlare poi della telefonia pre-registrata e dei call center. Ma
non solo. Oggi, rispetto a ieri, è sempre più difficile essere ricevuti da
questo o quel funzionario e, per avere un eventuale colloquio, bisogna fare
domada scritta specificando i motivi della richiesta: se al burocrate fa
“comodo” potrebbe dare udienza al cittadino, diversamente la domanda non viene
accolta con motivazioni banali e retoriche, se non ingiustificate… E quando si
riesce ad essere ricevuti per un colloquio a volte può rivelarsi una strategia
a favore del burocrate, la cui posizione gli permette di “condizionare” il suo
interlocutore che, in quel momento, diventa suo suddito! E va ancora detto che
ogni volta che un Ente pubblico procede a modificare o annullare un
emendamento, una normativa o una procedura, il cittadino non viene quasi mai
informato in tempo utile, tant’è che in taluni casi si trova ad essere
penalizzato in quanto non in regola secondo le esigenze evidenziate dagli
aggiornamenti. In buona sintesi vorrei rammentare che coloro che ci governano e
gestiscono (o dovrebbero gestire) i nostri diritti, divengono davvero soggetti
morali se si rendono responsabili della loro condotta, sia essa conforme alle
regole e alle abitudini o difforme da esse. Ma purtroppo per la maggior parte
dei rappresentanti della P.A. la moralità non è nemmeno un optional…
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