SOCIO-POLITICA IMPERTERRITA


L’ESISTENZA UMANA TRA FATO E SAGGEZZA

Ai politici la responsabilità di favorire l’uno o l’altra… il cui ottimismo per risalire la
china non tiene conto di un’utopia che rasenta la più assurda delle cocciutaggini

di Ernesto Bodini


In questi giorni (prima delle elezioni europee tra il 23 e il 26 maggio) si paventa la possibilità-esigenza che il Governo attui una manovra economica di almeno 5 miliardi di euro, a seguito delle pressioni della UE. Il rimprovero dei vertici di Bruxelles al nostro Governo (rappresentato dai tre leader, nella foto) è per non essere in grado di risanare minimamente il debito pubblico che, a tutt’oggi, ha superato la soglia di ben oltre i 2.300 miliardi di euro: nel 2019 il deficit/Pil è passato dal al 2,04% al 2,4%. Una stangata che, insieme ad altri aspetti politici e socio-economici, favoriscono il rischio di una recessione. Termine, quest’ultimo, che vorrei sapere quante persone ne hanno conoscenza del significato semantico e concettuale che, per l’aspetto economico, si intende: una condizione macroeconomica caratterizzata da livelli di attività produttiva più bassi di quelli che si potrebbero ottenere usando completamente ed in maniera efficiente tutti i fattori produttivi a disposizione in contrasto al concetto di crescita economica. Ma l’assurdo, tanto per sintetizzare, è che ciò nonostante si continuano a frequentare gli stadi, a spendere in beni voluttuari, a non rinunciare a brevi (o meno brevi) vacanze: nell’ultimo mega ponte vacanziero tra aprile e maggio oltre 15 milioni erano gli italiani sulle strade della Penisola per raggiungere mete di svago dai costi non certo economici (nonostante i concomitanti aumenti del carburante), anziché preoccuparsi di un Governo che non sa investire e creare posti di lavoro come ad esempio per la manutenzione urbana ed ambientale delle varie città e costruire nuove residenze per anziani e malati cronici che peraltro sono in continuo aumento, oltre ad intensificare l’organico per la tutela del patrimonio artistico e faunistico, e soprattutto della incolumità dei cittadini, la maggior parte dei quali appare sfiduciata: temono per il futuro e si sentono sempre più soli… Ed anche se i membri dell’attuale Governo dicono di avere buone intenzioni per tentare di risalire la china, non c’è ottimismo che tenga in quanto l’andamento continua ad essere deleterio… e mettere d’accordo 945 parlamentari (non mi stancherò mai di scriverlo) è un’impresa talmente utopistica che solo una assurda cocciutaggine la può sostenere! Tra i costi incontrollati o comunque non ben gestiti, ad esempio, sono da menzionare quelli per il mantenimento della popolazione carceraria (il cui sovraffollamento è in continua crescita di cui circa un terzo sono stranieri); quelli sanitari che sotto varie voci presentano episodi di sprechi (è già in movimento, tra l’altro, la diaspora di molti medici: quelli che vanno a lavorare all’estero, e quelli che sono sulla via della pensione); come pure per la cattiva gestione dei beni comuni che unitamente al vergognoso fenomeno della corruzione, penalizzano tutta la popolazione, in particolar modo le fasce deboli e meno abbienti, ossia circa un terzo della popolazione nazionale. E che dire dei proventi dell’evasione fiscale, che lo Stato non riesce (?) a recuperare nonostante le leggi della trasparenza e della punibilità? Il malaffare politico del Paese continua ad essere incrementato da politici (a quasi tutti i livelli) indagati e… in minima parte condannati. Ma bisogna ancora aggiungere gli infiniti episodi dei paradossi, per lo più creati dalla burocrazia (uno dei principali cancri di cui l’Italia detiene il primato in assoluto); per non parlare poi dell’assurda ipocrisia che consiste da parte dello Stato di riconoscere onorificenze a destra e a manca, specie se i prescelti si sono “distinti” nonostante le loro azioni rientrassero nei loro doveri professionali, mettendo così “a tacere” quelle poche voci che potrebbero elevarsi nella cattedrale del deserto; il tutto condito da sorrisi, selfie e sedute pubbliche tra applausi e complimenti vicendevoli per pavoneggiarsi (o farsi pavoneggiare) dicendo: «Guardate noi come siamo belli e bravi!». Ma da tutti questi che amano apparire accanto ai loro leader sorridenti e spensierati sarebbe interessante sapere nel caso dovessero avere difficoltà nell’arrivare a fine mese, o dovessero affrontare difficoltà burocratiche (anche le più “banali”), se sono certi di essere ricevuti, ascoltati ed aiutati dai loro beniamini che tanto si beano nell’affermare di saper risolvere i problemi di una Nazione a rischio di recessione. Foto-selfie che questi politici amano farsi fare (ormai ogni giorno) e che non sono certo né una promessa e né una garanzia… ma una pia illusione per la massa dei creduloni che, come sempre in questi casi, servono per farsi “mantenere” al potere. E a questo riguardo è bene tener presente che quando un uomo è candidato al Parlamento, per lui si è amici; quando è stato eletto si è degli elettori; e quando è nel pieno delle sue funzioni solo dei contribuenti.


E i mezzi di comunicazione, quale la loro responsabilità diretta o indiretta? A riguardo preciso subito che molti operatori della buona informazione sono dei veterani (secondo le specifiche competenze), mentre in altri casi se ne potrebbe discutere sia per motivi di incompetenza o per “sudditanza” del loro editore. Ecco che allora, il tutto si riconduce, a parer mio, ad una sorta di instabilità sociale (oltre che politica), tanto che parte della popolazione rischia di essere confinata sempre più nel limbo dell’abbandono, una sorta di forzato esilio… Quindi, a cosa serve menzionare ogni volta i principi della Costituzione se poi tali non sono rispettati nemmeno da chi dovrebbe farli rispettare? Si vorrebbe oggi reintrodurre l’Educazione Civica nelle scuole (ma non si sa ancora con quale criterio e metodo), e magari anche il grembiulino colorato per gli allievi (non tutti se lo potrebbero permettere) come se il concetto del “distinguo estetico” contribuisse ad un maggior ordine; mentre l’esteriorità (a parte l’ordine personale) non ha mai qualificato la morale e l’etica di nessuno perché, se così non fosse, verrebbe da suggerire anche una divisa per i 945 parlamentari suddividendoli con criteri di demerito e di non etica nella gestione del Paese.  E ai patiti di felpamania o divisamania si potrebbe proporre loro di indossare anche il pigiama per ricordarsi di “non dormire” sulle illusioni e sull’esasperato ottimismo favorito dall’utopia… A fronte di tutto ciò l’indignazione riguarda non solo i contemporanei ma anche i Padri della Costituente che, se potessero risorgere, sarebbero costretti a rivedere detti principi, riducendo gli articoli al minimo necessario sostituendo le parole libertà, diritti e democrazia con altri meno garantisti… A conti fatti la saggezza è sempre appartenuta ai nostri avi, che ogni tanto citiamo per nostro comodo ma senza concretizzare quanto ci hanno tramandato: persone etiche, puriste e dotate di grano salis sono sempre più una rarità, e sono proprio queste che non hanno ambizione alla politica attiva; mentre i loro ideali incontaminati, se fossero tradotti nella pratica quotidiana, a mio avviso favorirebbero un minimo di garanzia del nostro buon esistere… Ma purtroppo bisogna fare i conti con la realtà: sin dai suoi esordi l’umanità è condizionata dal materialismo e dalla venalità, un destino segnato ed inesorabile che, purtroppo, nessuno può modificare volgendolo al meglio. Vorrei concludere rammentando a tutti coloro che sono affetti da politicomania cronica (patologia psico-sociale infettiva priva di vaccini, che a mio avviso la moderna psicologia potrebbe prendere in considerazione) che non è la culla in cui si nasce, ma sono le qualità personali a fare di un individuo una persona di qualità. Ma come per tutte le circostanze, resta da stabilire quali devono essere tali qualità e chi deve riconoscerle. Purtroppo, aveva ragione Cicerone nell’affermare: “Vitam regit fortuna, non sapientia” che, tradotto, vuol dire: la vita è retta dal fato e non dalla saggezza.

La foto sopra è tratta dall’Ansa online, quella in basso dal sito State of Mind.






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