ANALISI TRA RICONOSCIMENTI APPROPRIATI E NON
Quando il valore di una azione volontaristica e filantropica si
confonde con quella del ruolo professionale e/o istituzionale
di Ernesto
Bodini
Forse
è scontato che, quando si é particolarmente impegnati in azioni di bene e
comunque a beneficio della collettività, prima o poi molte persone vengano
riconosciute per il loro operato, tanto per azioni non profit quanto per
essersi distinte in una impresa di elevato valore socio-imprenditoriale.
Evidentemente è proprio nell’animo umano valorizzare con encomi e premi di
varia natura (anche in denaro) la persona in questione da parte di una giuria o
di una Istituzione pubblica. Tralasciando i fantasmagorici e particolarmente
ambìti Oscar alla carriera professionale, ad esempio di attori e cantanti, dal
notevole impatto mediatico, quale significato è da attribuire al fatto di
premiare in denaro chi si è dedicato, sia pur con particolare impegno, ad
azioni di volontariato? A mio avviso non è un quesito banale perché quando si
intende dedicarsi ad azioni benefiche e di spontanea volontà, essere “premiati”
sia pur a coronamento di una lunga militanza filantropica, non rientra in
quell’etica che io definisco “modus vivendi pro bono”. In questi casi il
riconoscimento è un oggetto (dal valore simbolico) o una attestazione scritta
su targa o pergamena; ma quasi mai in denaro, che più razionalmente viene
elargito nel caso di concorsi di un certo prestigio…, peraltro sponsorizzati
prevalentemente da terzi. La componente psicologica dal tenore umano nel
riconoscere determinati meriti, ha certamente la sua fondatezza probabilmente
(secondo la logica comune) come messaggio-stimolo di proselitismo alla
solidarietà; per contro, sono ben pochi coloro che a parità di “meriti”
rifiutano (più o meno elegantemente) questo o quel riconoscimento, e non certo
per falsa modestia ma per coerenza con il loro status di “indipendenza” da
tutto ciò che è precostituito. Cosa diversa, se si vuole, è il riconoscimento
dei Nobel (sino ad un massimo di tre soggetti pari merito) che, come è noto,
consiste in una certa somma di denaro… peraltro non certo esigua. Ma anche qui
va fatto un distinguo. Alcuni premi nobel vengono riconosciuti a Personaggi che
hanno realizzato o contribuito a realizzare determinati risultati nel campo
della scienza e della cultura, quindi, a destinatari impegnati nelle rispettive
professioni. Il premio nobel per la Pace, invece, solitamente viene assegnato a
colui o coloro che nel corso della propria vita, o in gran parte della stessa,
si sono filantropicamente dedicati con consistenti azioni umanitarie volte
all’ottenimento della pace dei popoli.
Tra i
personaggi illustri sinora sono quattro i presidenti USA insigniti del premio nobel
per la Pace: il 26° Theodore Roosevelt (1858-1919) nel 1906, il 28° Wilson Woodrow (1856-1924) nel 1919,
il 39° Jmmy Carter (1924) nel 2012, e il 44° Barack Obama (1961) nel 2009.
Tutti uomini che nel corso del loro mandato hanno svolto ruoli talvolta
determinanti nel cercare di mantenere la pace nel mondo, ai quali non si può
negare tale impegno, ma va precisato che proprio il loro “impegno” faceva parte del loro ruolo istituzionale (peraltro remunerato), e quindi non rientrante nel
concetto filantropico. In questi ultimi anni si è paventata l’ipotesi che
l’assegnazione del nobel per la Pace venisse riconosciuta anche al Pontefice (di ieri
o di oggi, poco importa), ma finora ciò non si è concretizzato e, in caso
contrario, personalmente mi sarei indignato poiché il non voler distinguere un
ruolo professionale e/o istituzionale da quello meramente filantropico, è un insulto
al buon senno della razionalità. Quindi grande “onore" al 16° presidente USA Abraham
Lincoln (1809-1865) che pose fine alla schiavitù, prima con il Proclama di
emancipazione (1863), che liberò gli schiavi negli Stati della Confederazione, e poi con la ratifica
del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America, con il
quale nel 1865 (lo stesso anno in cui fu assassinato) la schiavitù venne abolita in tutti
gli Stati Uniti. Ed è pur vero che la secolare istituzione del famoso Premio
voluta da Alfred Nobel avvenne trent’anni dopo, ossia nel 1895, ma non per
questo Lincoln sarebbe stato designato. Personalmente, nella mia modestissima
realtà sociale, in questi anni ho ricevuto anch’io alcuni riconoscimenti pubblici,
ma con l’età matura ho pensato bene di “occultarli” alla vista dei più,
limitandomi a commentare la conoscenza di illustri personaggi della Scienza e
della Cultura che ho incontrato e avvicinato lungo il mio percorso di
giornalista, dei quali conservo il ricordo del loro insegnamento e della loro
signorilità… una ricchezza ben diversa da quella di un riconoscimento talvolta fine a se stesso.
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