OTTIMISMO IN RECESSIONE


LA POLITICA ITALIANA: UN DELETERIO… MOTO PERPETUO

Sarebbe saggio e intellettualmente onesto avere il “coraggio” di analizzare ogni volta l’evolversi della nostra realtà politica e sociale, per non illudersi che la stessa sia totalmente finalizzata al bene comune

di Ernesto Bodini


È un delirio e al tempo stesso anche una profonda amarezza ogni volta che ci si trova ad assistere ai modi in cui si svolgono i dibattiti televisivi, o gli interventi sulle piazze del Paese, da parte di questo o quel politico per un continuo confronto (a volte coinvolgendo la pubblica opinione) sui più svariati temi quotidiani. Disoccupazione, precariato, sanità pubblica alla deriva, inquinamento ambientale, pubblica istruzione allo sbando, povertà in crescita, debito pubblico che non si rimargina, sempre più carente la sicurezza collettiva e individuale, arretratezza dell’attività giudiziaria, sovraffollamento delle carceri, corruzione, evasione ed altro ancora; e tutto ciò con al centro parlamentari che si affrontano per arrivare a conclusioni irrazionali, “destabilizzando” ulteriormente il Paese con il rischio (quasi alle porte) di una possibile recessione. Troppi partiti, troppi parlamentari (che ricordo essere 945 tra Camera e Senato) che, a mio dire, non hanno certo un’indole filantropica per il bene della collettività. Ed anche volendo ipotizzare qualche buon intendimento (nel rispetto delle doverose eccezioni), le mie convinzioni vanno sempre più confermando che ancora lontano è il traguardo di una sensibile ripresa: 2.300 miliardi di euro di debito pubblico non li ridurrebbe nemmeno la fata turchina dal tocco magico…! È una continua lotta tra poveri, tra ricchi e poveri, ma soprattutto tra onesti e disonesti e, pur invocando i propri Santi in Paradiso (per non scomodare il Padre Eterno), la nostra è una Nazione (che solo per rispetto delle sue nobili origini cito con la “N” maiuscola) che è continuamente insultata da quel falso patriottismo (o nazionalismo) che si vuole adeguare ai tempi attuali. Con ciò non si vuole rinnegare la culla che ci ha accolti (in taluni casi nostro malgrado), non fosse altro per il rispetto di quanti hanno perso la vita per la libertà, la democrazia e la conquista di molti diritti; tuttavia, quel sangue e quelle lacrime versate non commuovono gli animi di molti politici d’oggi! Fin qui il lettore potrà essere indotto al totale pessimismo, ma deve (senza imposizione) convenire che la realtà quotidiana non è una finzione e, come si suol dire, a nulla vale fare gli struzzi… sarebbe come negare la più evidenza delle evidenze. Io credo, dunque, che andrebbero rimossi (o ridimensionati) certi privilegi offerti dal progresso, come pure certe libertà offerte dalla Democrazia perché sfruttate senza alcun ritegno e a discapito del bene comune.

Anche la Chiesa cerca di offrire il proprio contributo richiamando all’ordine i potenti, gli egoisti e quindi anche i politici, ma assai vani sono risultati sinora i suoi sforzi: prediche inascoltate e, come sempre, le parole (chiunque le pronunci) si dissolvono nell’aria per essere assorbite dal vento… senza ritorno. L’umanità d’oggi dovrebbe essere avvantaggiata rispetto a quella dei secoli scorsi, ma purtroppo non ha fatto tesoro di quanto la storia politico-sociale e culturale ha potuto trasmettere. Ma tant’è. La vita mantiene comunque i suoi innegabili valori che ogni Essere considera o non apprezza come meglio ritiene, e intanto assistiamo a quel lento declino di cui sono responsabili tutti quelli che credono di saper condurre un Paese, ma privi di quella saggezza che ci viene dal sommo Socrate il quale ha affermato: «Ero veramente un uomo troppo onesto per vivere ed essere un politico». Ecco, gli esempi ci sono, ma la loro attuazione è e resterà una chimera.


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