ONORIAMO IN MODO PIÙ
CONCRETO LA GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO
Esempi illuminanti di letterati e la
saggezza del “saper vivere” di chi ha sofferto, sono un incentivo alla lettura
e alla conoscenza del sapere poiché nessuna biblioteca al mondo, sarà mai sufficientemente
grande da poter contenere il volume della nostra ignoranza
di Ernesto
Bodini
Incentivare
e/o rinnovare l’interesse per la lettura sono due verbi il cui indice
“salutare” è privo d’ogni effetto collaterale, e di lettura non è mai morto
nessuno… Anzi, in non pochi casi leggere ed acculturarsi ha contribuito a
“lenire” le sofferenze fisiche e psicologiche. Ma ciò nonostante le statistiche
ci dicono che nel nostro Paese il 60% della popolazione non legge un libro
all’anno e, tra questi, sarebbero da includere gli oltre 4 milioni di
analfabeti di ritorno, nonostante la costante molteplicità di titoli che
vengono pubblicati ogni giorno dagli editori tant’è che il mondo degli
scrittori è sempre più popolato e, proprio per questo, vien fatto di pensare
che ci sono più scrittori che lettori, e sarà lo scrittore a chiedere
l’autografo del lettore. Ben venga quindi il rinnovarsi (il 23 aprile di ogni
anno) della Giornata Mondiale del Libro
e del Diritto d’Autore che, come è noto, nasce sotto l’egida dell’Unesco
nel 1996 per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del
copyright. Ma perché proprio il 23 aprile? Perché è il giorno in cui nel 1616
sono morti tre scrittori dal notevole valore culturale a livello universale: il
peruviano Garcilaso Inca de la Vega (1539-1616), lo spagnolo Miguel de
Cervantes (1547-1616) e l’inglese William Shakespeare (1564-1616). Il libro e
la costante lettura rappresentano il nostro bisogno saziato per approfondire la
conoscenza dello scibile culturale e, il relativo apprendimento, è motivo di
crescita anche spirituale la cui utilità si estende al superamento delle
incertezze soprattutto in tema di salute, precarietà occupazionale, sicurezza
ambientale, diritto e sviluppo dell’istruzione, e in senso più generale tutela
dei diritti con richiamo alla Costituzione. La lettura, oggi abbordabile a
tutti ed a costi molto modesti, ha trovato ampio spazio nell’apporto
informatico ma è il libro che “più concretamente” favorisce una migliore resa,
sia dal punto di vista dell’apprendimento visivo-mnemonico che da quello del
profumo che emana la carta di stampa e, a riguardo, non sono davvero pochi gli
aforismi con la funzione di invito a sfogliare, leggere ed apprendere. Tra questi
trovo incisivo rammentarne alcuni: «Senza
libri una casa non ha finestre», «Un
buon libro è come un giardino che si porta in tasca»; «Un libro chiuso è solo un blocco di carta».
Ma il
potere della lettura va ben oltre. Nel corso dei PDTA (Percorsi Diagnostico
Terapeutici Assistenziali) organizzati dalla S.C. di ORL dell’ospedale
Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino, ai quali ogni
anno sono invitato come divulgatore scientifico a tenere una relazione sul tema:
“Per
una migliore qualità di vita in oncologia. Percorsi espressivi attraverso arte
e cultura”, spiego che alcuni psicologi e psichiatri invitano i loro pazienti a scrivere,
scorgendo in questa attività una funzione terapeutica. Il fatto di scrivere,
oltre che essere terapeutico, aiuta a perseguire altri obiettivi. Appagare la
propria esigenza di lasciare qualcosa di duraturo dietro di sé rappresenta il
tentativo di cogliere un frammento di immortalità. Alcuni ammalati godono nello
scrivere poesie. Questa fu la scelta, ad esempio, di Margaret Simpson, autrice
di Coping
With Cancer (1976), che riferì in versi il suo approccio con il cancro.
Inoltre non manco mai di citare la notevole dose di coraggio e soprattutto
di determinazione di Stefano Casetta (classe 1988), per affrontare la diagnosi
di un osteosarcoma teleangectasico alla tibia, diagnosticato all’età di
vent’anni e, per affrontare la lotta impari, resa più ardua tra interventi,
chemioterapia e fisioterapia, ha voluto dare alle stampe Cercando le stelle – Quando
piccole luci sconfiggono il buio di un osteosarcoma (Ed. Effatà, 2010).
Un piccolo esordio letterario dal quale emerge il senso di ribellione che frena
la vita ma senza perdere quel filo che si chiama speranza; un nuovo equilibrio
esistenziale che il giovane di Alba (Cn) ha saputo trasmettere a parenti e
amici, ma anche ad altri ricoverati con i quali ha condiviso momenti di
spensieratezza, confidenze, ansie, emozioni… Dopo dieci mesi Stefano ha vinto
la sua battaglia (comprese le due ricadute nei due anni successivi), e ora il
suo sguardo continua verso il futuro, alla ricerca di sempre nuovi orizzonti,
immaginando il “sostegno” della propria esistenza anche attraverso il racconto
di questa coraggiosa e, a mio avviso, contagiosa esperienza. Oggi Stefano
Casetta è avviato all’attività forense. Ciò dimostra che riuscire a leggere e a
scrivere nonostante il male significa essere riusciti a deviare il corso dei
pensieri da sé stessi e dal male. Seppellirsi fra buoni libri e leggerli spesso,
sviluppare la sete dell’inchiostro da stampa a saziarsi leggendo, è quanto mai
appagante perché dai libri sgorga la fonte della giovinezza che pochi hanno
scoperto. Per queste ragioni io credo che frequentare una biblioteca, una sala
di lettura o stare più comodamente su una poltrona con un buon libro fra le
mani, sia più utile che stare di fronte alla televisione per tutto il giorno…
Una ulteriore benefica esperienza in tema letterario l’ha dimostrata il poeta
torinese Massimo Foa colpito anni or sono da una neoplasia prostatica (oggi
scomparso), che ha “impegnato” il suo
periodo terapeutico scrivendo numerose poesie raccolte nei volumi A tu
per tu con la chemioterapia e A tu per tu con la chemioterapia 2 - Oltre
la chemio, in collaborazione con il Gruppo Italiano Tumori Rari –
Gruppo Piemontese Sarcomi (onlus). Attraverso traduzioni e rime si è imposto
con determinazione, ossia con irrefrenabile sforzo per superare certi ostacoli
che si interpongono tra la realtà vissuta e il suo contesto ricostruito. Un
invito ad interpretare ogni singolo suo verso rimato e far propria la sua
esperienza volta a percorrere la “via dei Poeti”. Quindi un ideale
coinvolgimento per riscoprire l’interesse per la poesia e quindi per la
lettura, oltre naturalmente a considerare il “valore” terapeutico. Ecco che la
lettura (come la scrittura) è foriera di molteplici benefici, e a chi prova disinteresse
od avversione per questo fantastico mondo… in lettere, vorrei rammentare quanto
sosteneva il poeta russo, e premio nobel per la Letteratura nel 1987, Joseph
Brodshy (1940-1996): «Ci sono crimini
peggiori del bruciare i libri. Uno di questi è non leggerli». E in fatto di
libertà non viene meno la saggezza di Epitteto (50-130 d.C.) il quale sosteneva
che solo l’uomo colto è libero!
La seconda immagine è tratta da "Crescere individuale"
La seconda immagine è tratta da "Crescere individuale"
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