IL "MONDO DELLE BUGIE" RACCONTATO DA UN MEDICO-SCRITTORE
Il destino di chi soffrendo di una malattia grave e in assenza
di cure adeguate, è
ancora più penalizzante quando incontra imbonitori di promesse
fatte di bugie
di Ernesto Bodini
Cos’é una bugia? Una frottola?, Una balla e
simili? Sinonimi che stanno ad indicare una falsa
affermazione, fatta intenzionalmente per trarre altri in errore, o per
nascondere una propria colpa, per esaltare sé stesso, o anche per celia e simili;
e ancora più familiare di menzogna e
indica in genere mancanza meno grave. Ma un conto è dire una balla a voce (che
si può ritrattare nell’immediato) un’altro se detta per iscritto; e se le balle
(nel gergo più attuale le cosiddette fake news) riguardano la medicina e quindi
la salute, i danni possono avere ulteriori conseguenze... Un approfondimento
delle “rievocazioni” più storiche a riguardo lo ha fatto Roberto Burioni, con
la pubblicazione “Balle mortali – Meglio
vivere con la scienza che morire coi ciarlatani” (ed. Rizzoli, pagg. 184, €
18,00). L’autore, che è professore ordinario di Microbiologia e Virologia
presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e da un po’ di tempo
anche scrittore, passa in rassegna alcune delle “bufale” più eclatanti e
pericolose di questi ultimi anni che nel nostro Paese hanno creato non poche
preoccupazioni nell’ambito della Medicina e della Sanità. Di primo acchito
quando non si è in salute potenzialmente siamo tutti portati a credere quello
che riusciamo a recepire dalle più svariate fonti, e qualunque siano gli
autori, pur di superare quella malattia per la quale sembra non esserci alcun
rimedio. Ecco allora che dal pulpito della sapienza (ma si tratta per lo più di
gratuita saccenza) compaiono nomi fino a quel momento mis-conosciuti o quasi,
per essere interpellati e curati senza alcunché di garanzia scientifica e men
che meno clinica. Tra i casi più eclatanti il famoso “Siero di Bonifacio”, un
ritrovato (dall’omonimo suo inventore il veterinario Liborio, 1908-1983) che
risale agli anni ‘60 e che doveva guarire il cancro. Una farsa che ha avuto un
lungo percorso e non pochi “poveri seguaci creduloni” reclamando la cura e al
tempo stesso criticando l’ostracismo della comunità scientifica nei confronti
di Bonifacio. Fu promossa una raccolta fondi per produrre il siero per le molte
persone che lo chiedevano, sino ad interessare l’allora ministro della Sanità
Camillo Ripamonti tanto da autorizzarne la sperimentazione e che interessò 16
pazienti, ma gli esiti furono assai deludenti. Ciò nonostante l’autore è
tuttora ricordato a Montallegro (AG), suo paese natio.
Più recente, ed altrettanto
lunga e penosa, la vicenda del notissimo “Metodo di Bella” (MdB). ). Siamo verso
la fine degli anni ‘60, quando il medico modenese Luigi Di Bella (1912-2003)
mette a punto un “coktail” di farmaci e vitamine, e in seguito anche la
somtostatina, che diventerà la chiave di volta del MdB. Negli anni ’90 la sua
cura comincia a diffondersi ma con un primo esito fatale in un paziente malato
di un cancro intestinale da lui curato. Il dott. Di Bella aveva chiesto anche
aiuto al ministro della Sanità Rosy Bindi ma senza alcun riscontro; da qui le
polemiche e le “insurrezioni” di pazienti e a cascata numerosi articoli sui
giornali e spazi televisivi. Persino un pretore pugliese e la politica si sono
attivati per sbloccare quella che era diventata una impasse per porre fine a quello che veniva ritenuto un ostruzionismo
ad oltranza. Una vicenda tra illusioni e delusioni che non ha fermato nemmeno
il figlio del vecchio Di Bella (anch’egli medico), portando avanti la
“crociata” nel curare i malati oncologici, nonostante la provata inefficacia
della terapia ideata dal padre.
Un altro caso nelle menzioni
del prof. Burioni quello che è diventato il famoso caso “Stamina”, la pozione
misteriosa (mai svelata nella sua...interezza) realizzata da una sorta di
eclettico ed al tempo stesso enigmatico Davide Vannoni; soggetto ben inserito
nel “mondo in” di Torino, con la presunzione di curare pazienti affetti da
ictus, lesioni del midollo spinale, paralisi cerebrali, morbo di Parkinson,
sclerosi multipla, SLA. Un pozzo di scienza si direbbe, considerando i brevetti
depositati e avvalendosi di collaboratori un po’ ovunque, ma senza dimostrare
nulla... e forse ancora meno di nulla sulle caratteristiche del suo metodo;
mentre gli effetti di inesistenti esiti sono sempre stati più evidenti, oltre
al non poco denaro percepito dai suoi “assistiti. Un continuo tergiversare con
ostinazione e sfrontatezza tanto da coinvolgere Istituzioni mediche e politiche,
con al seguito non pochi malati (e loro familiari) creduloni, e a nulla, o
quasi, è valsa la condanna con patteggiamento della pena di un anno e dieci
mesi, con l’impegno di rinunciare a proseguire la sua attività anche fuori dal
territorio nazionale. Ed ancor più deleterio è il clamore mediatico suscitato
dal suo “essere personaggio” e dalla sua illusoria promessa di guarigioni:
frutto di un persistente cumulo di bugie. L’autore cita altri casi che lascio
al lettore scoprire e su cui “meditare”, ma non prima di menzionare il fatto
che il “vero” nuovo e moderno metodo di comunicare porta la firma di
ciarlatani, il cui vanto è quello di essersi ingraziati coloro che si sentivano
“trascurati” dalla medicina ufficiale, quella che palesemente esercita senza
“misteri” e non fa promesse, non illude e non chiede denaro nel rispetto
dell’etica e delle persone che, soffrendo, non hanno certo bisogno di essere
ulteriormente penalizzate... nelle tasche.
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