LA PREZIOSA EREDITÀ DI
ALBERT B. SABIN
Lo scienziato e filantropo padre
dell’antipolio, e la moglie Heloisa negli anni successivi, hanno lasciato
l’impronta della saggezza e della bontà a beneficio delle popolazioni più
povere. L’Istituto statunitense lavora e parla per loro...
di
Ernesto Bodini
È
trascorso quasi un mese (24 ottobre) dalla Giornata Mondiale della Polio, una
ricorrenza che non è “fine a se stessa” ma è motivo di continuità nella ricerca
scientifica, sia perché vi sono alcuni focolai del virus della poliomielite in
alcuni Paesi come Pakistan, Afghanistan, e secondo l’Oms anche in Nigeria, Laos, Myanmar e Ucraina dove
vi sono stati casi di polio derivati da vaccinazioni irregolari negli ultimi
tre anni. Tali presenze se non controllate ed eliminate in tempo utile potrebbero
estendersi anche nel mondo occidentale... vanificando il lavoro di Albert B.
Sabin (1906-1993), come pure quello di Jonas E. Salk (1914-1995), come pure gli
sforzi fatti finora dalle Organizzazioni internazionali. Oltre a mantenere
sempre più vivo il ricordo del precursore del
vaccino contro la poliomielite, dopo la morte di Sabin la vedova Heloisa
Dunshee De Abranches (1917-2016) ha voluto contribuire nel dare importanza in
modo concreto a quanto realizzato dall’illustre clinico e filantropo, fondando
l’Istituto Sabin Vaccine (nella foto il logo) in collaborazione con un gruppo
di scienziati. È una organizzazione con sede a Washington che promuove lo
sviluppo, la disponibilità e l’uso dei vaccini a livello globale; un impegno
che si prefigge di ridurre la sofferenza umana prevenendo la diffusione di
malattie infettive prevenibili con i vaccini, attraverso l’attuazione di
programmi in tre aree: sviluppo del vaccino, difesa dei vaccini e istruzione, e
la rete globale per le malattie tropicali trascurate. La partnership per lo
sviluppo del prodotto Sabin Vaccine Institute, come si rileva dal sito omonimo,
è una collaborazione internazionale volta altresì allo sviluppo di vaccini
sostenibili ed economicamente vantaggiosi per il trattamento dell’anchilostoma,
la schistosomiasi, la malattia di Chagas e leishmaniosi e la SARS. Il lavoro di
advocay dell’Istituto include il coinvolgimento di parti interessate del
settore pubblico, privato e non profit per promuovere la cooperazione,
condividere le migliori pratiche e migliorare la politica e l’accesso ai
vaccini.
I
visitatori del sito (http://www.sabin.org/)
possono seguire il blog dell’Istituto per le ultime notizie sullo sviluppo e
l’advocacy dei vaccini; apprendere le nozioni di base sulle NTD (malattie tropicali neglette (neglected
tropical diseases), ovvero, il gruppo medicalmente eterogeneo di
infezioni tropicali particolarmente comuni in popolazioni a basso reddito nelle
regioni in via di sviluppo dell'Africa, dell'Asia e delle Americhe, la loro storia e lo stato dei
vaccini in fase di sviluppo; rilevare gli sforzi di advocacy incentrati su
campagne di immunizzazione per le malattie infettive, come la Dengue e il
Papillomavirus umano (HPV): obiettivo entro il 2020. L’eredità di Sabin (nella
foto), dunque, è lo sviluppo delle vaccinazioni, proprio perché il mondo non
riesce a cogliere tutti i benefici dell’immunizzazione, neppure considerando
che la vaccinazione infantile consente di risparmiare fino a 3 milioni di vite ogni
anno, ma 1,5 milioni di persone muoiono ancora ogni anno a causa di malattie
che potrebbero essere prevenute con i vaccini. E dovrebbe essere a tutti noto
che l’immunizzazione è la miglior moneta spendibile per la salute globale, con
un ritorno di 16 dollari per ogni dollaro speso per l’immunizzazione per i
bambini più poveri del mondo. Un bambino su sette è dato a sapere, inoltre,
perde i vaccini di base ed è ora il momento non solo di “contrastare” i noti
“no vax” in italia e all’estero, ma anche di “risvegliare” le coscienze dei politici
e degli imprenditori affinché si prodighino per aiutare i paesi a stabilire
programmi di immunizzazione sostenibili per raggiungere ogni bambino. Dal canto
suo il Sabin Vaccine Institute si impegna ad estendere tutti i benefici
dell’immunizzazione a tutte le persone, indipendentemente da chi sono o da dove
vivono.
Heloisa (nella foto) era devota
al marito, che sposò nel 1972, e lo sostenne mentre continuava il suo lavoro
come consulente del National Cancer Institute, professore di Biomedicina alla
Medical University of South Carolina, e consulente senior presso il Fogarty
International Centre for Advanced Studies del National Institutes of Health. La
loro collaborazione e il loro impegno li portò in giro per il mondo, ricevendo
onori e incoraggiamenti da leader internazionali. «Heloisa Sabin – dichiarò negli anni successivi Philip Russel,
amministratore fiduciario e presidente del Sabin Vaccine Institute – era una persona straordinaria e con molta
determinazione. La sua dedizione all’eredità del marito nel combattere le
malattie contro l’ignoranza e la povertà, ha aiutato a guidare l’Istituto sin
dalla sua fondazione. Oggi, piangiamo la perdita di un grande uomo e amico, ma
l’eredità e l’impegno di Heloisa continueranno a ispirare tutti noi per molti
anni a venire». Una testimonianza non solo “di parte” ma anche e
soprattutto tratta da quel realismo umano ed imprenditoriale, che fa di questo
Istituto la massima espressione del pensiero scientifico ed umanitario con
pochi eguali e, l’impronta indelebile del prof. Sabin seguita da quella della
moglie Heloisa, dovrebbero essere ricalcate non solo idealmente ma nel concreto
per concepire la vaccinazione come il superamento delle malattie infettive e
della povertà.
Sede di contatto: 2000 Pennsylvania Ave, NW, Suite
7100 – Washington, DC 20006 - E-mail: sabin@sabin.org
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