UNA
SOCIETÀ SEMPRE PIÙ PRECARIA E IRRAZIONALE
Il più
delle volte il diritto di contestazione perde ogni suo effetto se ostentato
all’eccesso,
mentre la
compostezza e la sobrietà sarebbero preferibili oggi e sempre
di
Ernesto Bodini
È proprio il caso di ribadirlo: il nostro
Paese è sempre più strano e, per certi versi irrazionale. In questi ultimi
vent’anni è stato amministrato da politici che, definire discutibili, è puro
eufemismo; ma ancor peggio è il comportamento dei loro contestatori il cui ’68
non ha insegnato nulla! Basti pensare che taluni “uomini di vertice”, saliti al
potere con il sostegno di molti illusi e di ipocriti, hanno avuto un
atteggiamento ben lontano dai concetti di umiltà e sobrietà, preferendo quelli
della ostentazione, fame di protagonismo (rasentando il delirio) e talvolta
della strafottenza anche in sede parlamentare, sia in Italia che in Europa.
Per non parlare delle cosiddette “gaffe” pubbliche, suscitando ilarità ma nel
contempo anche una sorta di consenso; e come se non bastasse, il sottoporsi ai “selfie”
oltre a rilasciare autografi a destra e manca. Ma la irrazionalità del
“popolino”, che è poi la massa vociante,
sta nel fatto che resosi (tardivamente) conto della non sostenibilità dei loro
beniamini, hanno manifestato e manifestano in pubblica piazza ed in ogni dove
con cartelli di diniego e di accuse, sbraitando a squarciagola tanto da
incitare le proprie corde vocali a pronunciare epiteti sino al limite della
legalità... Questi modi di contestare un sistema ed ancor più chi vi è a capo, nella
maggior parte dei casi non ha certo dato esiti di merito, al massimo si è
verificata la “caduta” (e l’estromissione, purtroppo non totale) del potere
come ad esempio i Governi Prodi, Berlusconi e Renzi. Ed altrettanto infruttuose
sono le apparizioni nei salotti dei talk show e relativi collegamenti in
esterna, dove il pubblico invitato (?) in studio ascolta senza possibilità di
replica (ma in compenso applaude ogni due minuti), e quello esterno sbraita a
gran voce... magari andando anche in escandescenza. E che dire delle
manifestazioni di piazza i cui contestatori danno libero sfogo sino a
trascendere in atti di vandalismo, e le cui conseguenze sono a spese degli innocenti
residenti? Non sarebbe più “ad effetto” disertare tout court ogni volta che i
politici scendono in piazza per un comizio per godere un bagno di folla e una
stretta di mano di chi crede in loro, ma che poi restano delusi?
Anche i vignettisti e i caricaturisti, per
quanto graffianti, lasciano a desiderare proprio perché se un tempo l’ironia
colpiva nel segno, oggi paradossalmente favorisce fama e notorietà di questi
esibizionisti (votati) che, diciamola tutta, continuano a girare lo Stivale da
nord a sud illudendo e senza concludere alcunché... Io credo che disertare i
luoghi dove tali politici amano presenziare (chi è ovunque non è in nessun
posto), sia la miglior contestazione proprio perché non arreca alcun danno alla
collettività, inoltre perché sminuirebbe l’importanza di certi arroganti. E solo
così si potrebbe sperare di ridurre al minimo la nostra condizione di
sudditanza. Un’ultima osservazione: non si è mai assistito come in questi
ultimi tempi, da tre legislature ad oggi, alla smania per ottenere l’autografo
di questo o quel politico (o di un vip dello sport e dello spettacolo), mentre è
molto più raro assistere alla richiesta dell’autografo di uno scienziato ed
ancor meno di un filantropo... non arricchito.
Saggia la lungimiranza di Albert Schweitzer (1875-1965): «Qualunque siano i
diritti fondamentali degli uomini, si possono garantire pienamente soltanto in
una società stabile e ben ordinata. In una società disordinata l’uomo, con il
suo desiderio essenziale di vivere bene, spesso determina l’indebolimento dei
suoi diritti fondamentali».
Le
immagini sono tratte dal web Corriere della Sera
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