BREVE RICORDO DI HELOISA DUNSHEE DE ABRANCHES,
L’ULTIMA FEDELE COMPAGNA DI ALBERT BRUCE SABIN
Amorevole dedizione e sostegno nella continua lotta
contro la poliomielite
di Ernesto Bodini

Anch’io, seppur
brevemente, ho conosciuto la signora Heloisa Sabin nel 1987 a Torino, in
occasione di un congresso internazionale su “I Farmaci nel mondo” presieduto
proprio dal prof. Sabin. Non mi fu però facile avvicinarla per una eventuale
intervista; ma ricordo che alcuni giornali, come l’allora quotidiano torinese
Stampa Sera, hanno riportato alcune sue affermazioni. In un’intervista la
giornalista Daniela Daniele la descrisse una donna dal viso allegro e dalla
battuta facile, e alla domanda: “Non le pesa mai il vivere accanto ad una
personalità come quella di Sabin?”, la signora Heloisa (nella foto accanto di
Stampa Sera), candidamente rispose: «No,
con la mia personalità, anche se la mia vita ruota, interamente, attorno alla sua.
Lo ammiro infinitamente, è un uomo grande e, soprattutto, autenticamente
onesto. D’altra parte, le sembro triste?». No davvero.
La signora Sabin, che
è stata anche direttore onorario di “Americans for Medical Progress”, negli
anni ‘90 è intervenuta anche sul problema della sperimentazione animale a
tutela delle vite umane, e in occasione di alcune sue affermazioni precisò: «Coloro che hanno beneficiato direttamente
della ricerca sulla polio, compreso il lavoro di mio marito, pensano che
vincere la vera guerra contro la polio sia stato altrettanto semplice,
abbracciando un movimento che denuncia lo stesso processo che ha permesso loro
di aspettarsi una buona salute e un futuro promettente». Una ideologia dei
“diritti degli animali, secondo Heloisa Sabin, che era vicina a gruppi come il
“People for the Ethical Treatment of Animals”, il “The Human Society of U.S.” e
il “Fund for Animals”, che rigettava l’uso degli animali da laboratorio nella
ricerca medica e negava il ruolo che tale ricerca ha avuto nella vittoria
contro la polio. E a questo proposito Sabin, poco prima della sua morte, disse
a un giornalista: «Non ci sarebbe potuto
essere nessun vaccino orale per la polio senza l’uso di innumerevoli animali,
un numero enorme di animali». In effetti, nel corso della sua lunga
attività di ricerca, Sabin ebbe a disposizione 9.000 scimmie e 140 scimpanzé
sui quali sperimentò la virulenza dei nuovi ceppi che si andavano formando.
La signora Heloisa
Sabin è scomparsa il 12 ottobre 2016, all’età di 98 anni, ed è sepolta accanto
al marito nel cimitero di Harlington, e prima di morire ebbe di lui questo
ricordo: «Mio marito era un uomo gentile,
ma era insofferente verso chi rifiutava di riconoscere la realtà o di cercare
risposte ragionate ai problemi della vita. Della schiera di pionieri della
ricerca sulla poliomielite fanno parte non solo gli scienziati, ma anche gli
animali da laboratorio che giocarono un ruolo fondamentale nel porre fine alla
polio e nell’arrestare molte altre malattie per le quali oggi abbiamo vaccini e
cure. Gli animali continueranno ad essere una parte tanto vitale quanto gli
stessi scienziati che li studiano nella battglia per eliminare il dolore, la
sofferenza e la malattie dalle nostre vite». E per quanto doloroso sia
avvalersi della “collaborazione passiva” di questi animali per lo sviluppo
della scienza medica, non credo che Sabin non abbia avuto per loro ogni volta un
senso di pietà e di rispetto, coma dimostra la foto accanto.
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