UN CHIRURGO ORTOPEDICO IN CARROZZINA, UNO SPORTIVO
CARISMATICO
TRA I PROTAGONISTI AI CAMPIONATI EUROPEI DI NUOTO DI
DUBLINO
L’esperienza del
giovane e promettente medico segnata da un incidente stradale,
ne ha rafforzato
l’entusiasmo per la professione e per lo sport agonistico
di Ernesto Bodini
Determinazione
e costanza fanno ormai da sfondo agli obiettivi di vita professionale e
sportiva del 37enne dott. Marco Dolfin, chirurgo ortopedico all’ospedale San
Giovanni Bosco di Torino (nella foto accanto
ad un paziente prima di effettuare un intervento). Ma è proprio nell’ambito
dello sport, il nuoto in particolare, che si impone tanto da rientrare tra i 28
azzurri che dal 13 al 19 agosto gareggeranno nei Campionati Europei di nuoto
World Para Swimming, al National Aquatic Centre di Dublino. La notizia
sembrerebbe di “poco conto”, o comunque tra le tante, non fosse altro che
Dolfin da alcuni anni è paraplegico (paralisi degli arti inferiori) in seguito
al gravissimo incidente stradale che ha subito nel 2011, e grazie all’amore
della sua famiglia, dei suoi colleghi (medici e infermieri) e al sostegno
dell’Asl Città di Torino unitamente alla Direzione aziendale e sanitaria dell’ospedale,
ha superato buio e sconforto. Era l’11 ottobre del 2011, quando in sella alla
sua moto per recarsi in ospedale per iniziare il suo turno, venne
investito da una autovettura. Da allora ha perso l’uso delle gambe ma non la verve per la vita, il lavoro e lo sport.
«Sono uno con la testa dura – ha
affermato più volte nel corso di alcune interviste –. Quella, dopo l’incidente, è rimasta la stessa, come dice sempre mia
moglie». Apparentemente rassegnato, ma non sconfitto, dopo il ricovero
all’Unità Spinale della Città della Salute e della Scienza di Torino ed un lungo
e faticoso periodo di riabilitazione, il dott. Dolfin cominciò a concentrarsi
non su ciò che gli era stato tolto e gli era precluso, ma su quello che avrebbe
potuto ancora fare. Tornò “in auge” in sala operatoria, settore ortopedia, messo
in piedi con una carrozzina elettronica verticalizzabile (denominata
esoscheletro) che gli permette, imbragato, di stare in posizione eretta e
adeguatamente avvicinabile al tavolo operatorio, intervenendo su anche e
ginocchia, suscitando nel contempo ammirazione e compiacimento... Merito di
tale progettazione elettronica Alessio Ariagno dell’Officina Ortopedica Maria
Adelaide di Torino, prevedendo e realizzando determinati accorgimenti come la
possibilità di muoverla in modo autonomo e in condizioni di sterilità; e questo
con un joystick che Dolfin manovra con i gomiti, mentre le mani operano.
Un
risultato di sicura eccellenza che gli ha permesso di non abbandonare la
professione, come pure l’approccio al nuoto, disciplina che lo ha visto sul
podio già nel 2016, e ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro (nella foto), in forza alla BLM Briantea
84 e al gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Con l’impegno che lo vede
protagonista a Dublino nei prossimi giorni, questo medico e sportivo emana un
entusiasmo che gli permetterà di affrontare una ulteriore “sfida” (dopo quella
quotidiana al tavolo operatorio), che in questo caso è una vera e propria tappa
posta a metà del quadriennio paralimpico, che culminerà nel 2020 con i XVI
Giochi Paralimpici di Tokyo. In gara da lunedì 13 agosto, Marco Dolfin sarà
impegnato nei 200 misti, nei 100 rana e nei 50 farfalla. «Dopo un anno di intensa preparazione – ha dichiarato in un
comunicato stampa – mi accingo ad
affrontare questo appuntamento importante, le convocazioni sono numerose ma
confido di dare il meglio e di soddisfare le aspettative del CT, che mi ha
sempre affiancato in un percorso difficile ma di enorme gratificazione, con il
quale abbiamo raggiunto altissimi livelli agonistici, e ringrazio tutti, in
famiglia e sul lavoro, per il sostegno che ricevo nel mio percorso
professionale e sportivo».
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