IL VERGOGNOSO FENOMENO DEI PARADOSSI E
DELLE ASSURDITÀ BUROCRATICHE
L’elenco è infinito ma è sufficiente una
sintesi per renderci conto quanto
deleteri possono essere l’ottusità e il
potere della Pubblica Amministrazione
di Ernesto Bodini
Per antonomasia siamo il Paese dei paradossi più assurdi. Una
nazione con un apparato burocratico-statale (e periferico) capace di sfoderare
la sciabola dell'inflessibilità più ottusa priva della razionalità e del buon senso
a discapito sia del singolo cittadino che della collettività. La frase iniziale
è forse un eufemismo poiché il concetto di paradosso dal greco “para” (contro)
e “doxa” (opinione), cioé contro l’opinione corrente, è già di per sé un
assurdo. Ma perché esistono i paradossi? Indubbiamente i pensieri e i
comportamenti irrazionali non possono che far parte della mente umana, ed ogni
azione che ha del paradossale, definita letterariamente anche “kafkiana”, é il frutto
della mentalità più becera del burocrate il quale deliberatamente o meno,
interpreta ed applica una norma o una procedura spesso a sua discrezione, per
non dire a suo piacimento; nonostante egli stesso sia a sua volta un potenziale
“fruitore” soccombente (il paradosso nel paradosso) quando si trova dalla parte
opposta, ovvero da quella del cittadino-suddito. Ma quel che è peggio é che in
questo soggetto (affetto da personalità burocratica patologica) spesso
prevalgono saccenza, ignoranza, orgoglio ed arroganza, specie se con un grado
gerarchico; il tutto concentrato in una visione di onnipotenza tale da ambire
un determinato prestigio, ben conscio che se è egli stesso a sbagliare nel suo
agire paradossale, non paga mai (o quasi) di persona. Un vero e proprio
dispostismo che a volte attua trincerandosi dietro a quell’atteggiamento (che
tutti conosciamo) associato all’espressione delle classiche tre scimmiette: "non vedo, non sento, non parlo", il più delle volte riferita
ad una situazione in cui ignora deliberatamente qualcosa per evitare di
parlarne o di agire per non compromettersi... Insomma, una sorta di cautela per
eludere ogni responsabilità. Tale
vergognoso ed irresponsabile malvezzo richiama alla memoria la proverbiale
storiella delle quattro simboliche figure: Ognuno,
Qualcuno, Ciascuno e Nessuno, chiamate a compiere un
importante lavoro, che vale la pena ricordare. Ognuno era sicuro che Qualcuno
l’avrebbe fatto, Ciascuno avrebbe
potuto farlo, ma alla fine Nessuno lo
fece; finché Ciascuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ognuno
avrebbe potuto (o dovuto) fare. Ma ecco alcuni esempi di incongruenze che si
verificano o che si possono verificare a discapito del cittadino, solitamente
incapace di farvi fronte.
Dal punto di vista fiscale si può essere perseguiti se nella
denuncia dei redditi si è denunciato (anche se in buona fede, principio
raramente riconosciuto in Italia) per difetto 1 o 2 centesimi, o se si è
dimenticato di abbinare, ad esempio, un allegato; e ciò con la conseguenza di
essere sanzionati. Classico è l’esempio di un pensionato di Riccione che nel
2013 aveva ricevuto dall’Inps una raccomandata con richiesta di restituzione di
1 centesimo, percepito in eccesso tra il 1996 e il 2000. In seguito il
funzionario richiedente fu rimosso. (Ansa 21/10/2013). E se per errore il
contribuente paga una tassa non dovuta, o della stessa un importo in eccedenza,
quasi mai viene restituita.
Nel caso di una contestazione verbale da parte di un pubblico
ufficiale verso il cittadino, di fronte alla Legge é più creduto il primo (specie
se in divisa) che non il secondo e ciò, anche se quest’ultimo può dimostrare la
sua integrità e quindi la sua non responsabilità dell’azione contestata.
Per partecipare ad un concorso pubblico il cittadino deve
avere determinati requisiti anagrafici, e solitamente essere in possesso di un
diploma di Scuola Media Superiore o di un Diploma di Laurea; requisiti che pare
non essere obbligatori per ricoprire il ruolo di ministro dell’Istruzione e
della Tutela della Salute (vedi titolari dei due Dicasteri della penultima
Legislatura). Tra questi i giornalisti, per il cui esercizio della professione
vige una apposita Legge del 1963, debbono essere anch’essi iscritti al relativo
Albo ma tra i requisiti non vi è l’obbligo di esibire un titolo di Laurea (per fortuna...!).
In caso di colloquio con un burocrate, sia pur previo
appuntamento, talvolta il cittadino può essere invitato a congedarsi con una
banale scusa, spesso perché al burocrate non conviene proseguire oltre ed
eludere le questioni poste dal cittadino.
Nella maggioranza dei casi il burocrate si avvale di comunicazione
scritta (e protocollata) da indirizzare al cittadino, mentre quest’ultimo quasi
mai adotta lo stesso criterio epistolare e non chiede mai di conoscere le
normative o le leggi che gli vengono menzionate dal burocrate.
Alcuni burocrati danno per scontato che è il cittadino a
dover “controllare se l’operatore pubblico di un Servizio è intervenuto
adeguatamente in una determinata procedura...; in caso contrario il burocrate
si arroga il diritto di penalizzare il cittadino.
Attualmente, per ottenere certe agevolazioni assistenziali,
al cittadino-contribuente viene richiesto di esibire il cosiddetto ISEE (indicatore
della situazione economica equivalente), le quali non vengono erogate se si
supera un certo reddito. Nel caso del cittadino invalido che abbia diritto, ad
esempio, al cosiddetto “assegno di accompagnamento” (516,35 euro mensili, ossia
6.196,20 euro netti all’anno), tale importo viene erogato indipendentemente dal
reddito individuale o cumulativo famigliare. Quindi, paradossalmente, tale
emolumento lo può fruire anche l’invalido benestante...
Relativamente alle questioni legali per avere diritto al
gratuito patrocinio in sede penale, il cittadino ricorrente lo può richiedere
se non supera un reddito annuo di 11.369,24 euro. Ciò significa che
praticamente tutti lo superano (ad eccezione ovviamente dei perenni disoccupati,
dei nullatenenti e dei poveri in assoluto); pertanto, il cittadino in questione
è costretto a ricorrere privatamente ad un legale, magari indebitandosi o
addirittura rinunciando alla propria difesa. Un assurdo anche se si tratta di contestare
legalmente un torto subìto da una P.A., poiché il cittadino deve
necessariamente rivolgersi al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.), con
le conseguenze economiche del caso per l’assunzione di un legale privato, oltre
ai tempi non brevi per l’eventuale definizione del contendere.
Sarebbe utile sapere con quale
criterio vengono scelti i componenti della cosiddetta Giuria Popolare per i
processi penali. Pare che sia sufficiente avere la fedina penale immacolata, avere
una certa età ed essere in possesso anche “solo” di un diploma di Scuola media
superiore. Una vera e propria contraddizione considerando il fatto che i
suddetti quasi mai hanno minime nozioni di carattere giuridico (peraltro non
richieste), sia solo per seguire i dibattimenti in un’Aula di Tribunale. Ma
tant’é: ricoprire il ruolo di ministro della Tutela della Salute e dell’Istruzione
è sufficiente avere un “modesto” Diploma di Licenza Liceale o di Sociologia, due
gradi di istruzione nettamente inferiori rispetto a chi ha conseguito una
Laurea accademica.
L’elenco di incogrueneze e
assurdità del nostro sistema sarebbe interminabile tant’é che a riguardo si
sono date alle stampe molte pubblicazioni e, leggerle tutte, equivarrebbe a
sprofondare negli abissi dell’intolleranza dai quali sarebbe impossibile
riemergere nel tentativo di ricercare equità, razionalità e verità. Concetti
che ci fanno rammentare il suggerimento di Oscar Wilde (1854-1900), ossia «la via dei paradossi è la via della verità.
Per mettere la realtà alla prova bisogna farla camminare su una corda tesa e la
si può giudicare solo quando è diventata acrobatica». E così stando le
cose, le probabilità di trovare un burocrate democratico e razionale, sono le
stesse che un cammello passi per la cruna di un ago. Perdon: salvo eccezioni!
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