L’IRRAGGIUNGIBILE ORIZZONTE DEI CONCRETI VALORI UMANI
Il continuo vagare senza meta di tanti
esseri umani sino a disperdersi... senza un ritorno
alla razionalità della
comune esistenza nel rispetto dei diritti individuali e collettivi.
di Ernesto Bodini
Non
deve sorprenderci se da un momento all’altro ci ritroviamo a meditare e fare sagge
riflessioni sul nostro esistere poiché è un bisogno che acquieta l’animo, ma é
anche indice di saggezza per sani proponimenti auspicando una giornata migliore
e magari maggiormente dedita al prossimo. Inoltre, meditare e riflettere
implica il bisogno di interrogare il passato, leggere la terra, il cielo, gli
astri, gli abissi dello spazio e gli abissi dell’anima anche se tutto ciò ci
farà piangere di nostalgia e di compassione davanti ad ogni cosa bella e
piacevole, per poi restare freddi ed immobili davanti ad ogni ricordo che ha
turbato e turba la nostra esistenza. Io
credo che sia nostro dovere dedicare un po’ di tempo alla meditazione per
contemplare tutto quello che fa parte del Creato, cercando la pace attraverso
quella luce che si chiama serenità interiore, rafforzata da un po’ di fede per
continuare ad “esistere” per il bene nostro e del prossimo. Il senso della
nostra pochezza e delle nostre debolezze deve essere stimolo per i nostri
impegni quotidiani (possibilmente dedicati ad attività altruistiche e alla
crescita culturale), non disgiunti anche da una buona lettura accompagnata da
un tenero sorriso interiore ed esteriore alla vita. E poiché la vita è una
preziosa opportunità, essa va colta, difesa, conservata e... meritata. Ma il
nostro pensiero deve andare oltre volgendo il nostro sguardo a quelle
popolazioni che in questo preciso momento sono private dei più elementari
diritti come la dignità, la libertà e la vita stessa. L’attualità mi porta
all’interminabile problema dell’immigrazione, gente d’ogni origine e credo che
fugge dal proprio paese natio e dalle proprie radici alla ricerca di un Paese
ospitale e privo di pregiudizi... anche se alcuni, proprio perché particolarmente
agiati, sono invasi da discutibili concezioni politiche insensibili ai drammi
umani.
È pur
vero che le Istituzioni internazionali non disattendono questa realtà, ma al
loro interno non si riesce a tener fede a quanto è stato sancito dall’Onu nel
1948, ovvero la celebre Dichiarazione Universale di Diritti Umani di cui quest’anno
ricorre il 70° anniversario e, nonostante i decenni trascorsi, poco è cambiato in
quanto ancora lontano è l’orizzonte della conquista della civiltà e del
benessere comune. Una povertà interiore alimentata dall’egoismo e dalla
cupidigia di molti politicanti i quali non sanno gestire se stessi, e tanto
meno avvicinarsi ai semplici atti bontà minando una volta di più la crescita
fisica e morale dei popoli meno fortunati. L’attualità ci fa soffermare
sull’interminabile flusso migratorio di popolazioni sempre più disorientate che
vagano da un porto all’altro e, prima di essere accolti, molti periscono nelle
acque dei mari dove riposano senza una tomba (priva di un nome e di un’età) su
cui piangere e pregare... Esseri umani, come tutti noi, a cui è negata
l’uguaglianza a causa di altrettanti esseri umani che dispongono della loro
vita a suon di denaro ed altri mezzi.
Evidentemente
illuminanti esempi di comportamento umano come quelli di Albert Schweitzer (1875-1965,
nella foto), Nelson Mandela (1918-2013), Martin Luther King (1929-1968), Madre
Teresa di Calcutta (1910-1997), e di tanti missionari sparsi per il mondo ad
operare per il bene non sono serviti, o comunque molto poco... E anche volendo
rammentare la saggezza di Immanuel Kant (1724-1804), che alla fine del XVIII
secolo con il suo “imperativo categorico” spronava l’uomo a comportarsi in modo
tale che la “massima della sua volontà
potesse valere anche come principio di una legge universale”, milioni e
milioni di esseri umani sono stati lasciati alla mercé dei loro simili
spogliandoli d’ogni cosa e quand’anche sopprimendoli. Quindi, non resta che
continuare a meditare e riflettere sul valore della vita umana, e che ciascuno
esprima il proprio “mea culpa”, riconoscendole uno stato di diritto universale
al quale si è ispirato Albert Schweitzer sostenendo che «un uomo è morale soltanto quando considera sacra la vita come tale,
quella delle piante e degli animali altrettanto di quella dei suoi simili, e
quando si dedica ad aiutare ogni vita che ne ha bisogno».
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