LA SISMED A TUTELA DELL’ANZIANO FRAGILE
Determinante la continuità
assistenziale in famiglia per il mantenimento
della sua stabilità
psico-fisica e per una migliore qualità di vita
di Ernesto Bodini
Il Dr G. Caselli e l’Avv. R. Longhin
La
popolazione anziana, over 65 ed oltre, sta diventando un esercito sia in Italia
che in Piemonte e, proprio per l’età anagrafica, necessita maggiori attenzioni
e sostegni in quanto soggetta ad una o più patologie croniche, tanto da
divenire una priorità sanitaria. Condizioni che richiedono non solo ricoveri
ospedalieri ma anche una più adeguata assistenza famigliare. Per queste ragioni
la sezione regionale piemontese della società scientifica SISMED presieduta dal
dott. Gabriele Catena, referente regionale dott. Bruno Bertagna, ha organizzato
nei giorni scorsi il congresso “L’anziano
in famiglia” la cui prima sessione dedicata agli aspetti giuridici è stata
presieduta dal dott. Giancarlo Caselli, Procuratore della Repubblica e
presidente del Comitato Scientifico “Osservatorio sulla criminalità
nell’Agricoltura e sul sistema Agroalimentare. Nel corso del convegno è stato
evidenziato il problema dell’assistenza agli anziani ammalati cronici e non
autosufficienti, sempre più attuale in ambito sanitario e assistenziale: in
Italia l’assistenza alle persone anziane e ai disabili è affidata alle famiglie
nel 64% dei casi; nell’84% vi è il supporto dei figli, e nel 60% delle badanti.
Un vero e proprio corso di aggiornamento per medici, infermieri, psicologi e
fisioterapisti per i quali sono stati approfonditi diversi aspetti: dal confine
tra invecchiamento fisiologico e patologico ai più ricorrenti aspetti
patologici come l’ipertensione arteriosa, le varie forme di cardiopatia, il
diabete e la sua gestione, i problemi dell’apparato respiratorio, le infezioni,
le varie sindromi neurodegenerative, l’alimentazione, le difficoltà
dell’autonomia e dell’indipendenza, ed altro ancora. Altre relazioni hanno
riguardato gli aspetti giuridici e dei diritti-doveri. Per questo capitolo
l’avvocato Roberto Longhin, libero professionista, ha ricordato che nel nostro
Ordinamento costituzionale e giurisprudenziale non viene citata la figura dell’anziano
dal punto di vista della definizione, mentre quest’ultima è data da altre
Scienze come la Medicina che considera l’anziano over 65 e successive fasce di
età.
Da sinistra i Dott. G. Catena, R. Rey,
G. Caselli, B. Bertagna
«Nel mondo giuslavoristico – ha precisato
– si definisce anziano la persona che è
entrata nell’età post-lavorativa; ma la mancanza di una definizione giuridica dell’anziano
nell’ambito dell’Ordinamento ci porta in un terreno opaco..., che però conserva
una serie di caratteristiche e disposizioni soggettive non diverse dai sui
primi decenni di vita. Ma ciò fino a quando?». In ogni caso la persona
anziana mantiene gli stessi diritti e doveri come quelli relativi alla salute,
all’assistenza, all’uguaglianza, alla solidarietà, etc. (artt. 32 e 38 della
Costituzione). Tutto ciò ha come fulcro la Persona e l’invecchiamento non la
priva di nessuno dei suoi diritti, sia in fase produttiva che non. «Ma l’anziano – ha concluso il legale – ha dei bisogni specifici che sono propri
della sua età, i quali determinano una rilevanza sul piano della esigibilità...
che famigliari e società non possono non tenerne conto». Relativamente
alla tutela giuridica dell’anziano fragile è intervenuta la dottoressa Roberta
Dotta, magistrato, giudice tutelare al Tribunale di Torino, precisando che la
parola anziano è menzionata nella Carta dei Diritti Europea (Strasburgo 2002),
il cui art. 25 recita: «L’Unione Europea
riconosce e rispetta il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e
indipendente, e di partecipare alla vita sociale e culturale». E ciò è
vincolante per tutti gli Stati membri. La civilistica italiana pone da tempo
attenzione alle persone anziane proprio perché l’età biologica si è allungata,
e l’esigenza di protezione è sempre più urgente. «L’assistenza alle persone di una certa età (che spesso vivono sole) – ha precisato la relatrice – non può essere lasciata esclusivamente alle
famiglie e neanche alle organizzazioni volontarie. La tutela che il nostro sistema offre,
tradizionalmente era ripartita in due forme: interdizione e inabilitazione;
forme di tutela che privano le persone della capacità di agire la quale viene
limitata o eliminata quando il soggetto è incapace di intendere e di volere. In
questi casi viene nominato un tutore che sostituisce il soggetto per ogni suo
interesse economico e di cura. Azione che è definita potere sostitutivo».
Dal 2004 è stata introdotta la figura giuridica dell’amministratore di
sostegno. Così come per il tutore, anche l’amministratore di sostegno viene nominato
dal giudice tutelare indipendentemente dall’età del soggetto, in quanto
l’attenzione deve essere per la disabilità e non per l’età, in quanto la
senilità è una delle cause maggiori che richiedono l’attivazione
dell’amministratore di sostegno che può essere attivata dal giudice tutelare
anche su richiesta dei famigliari o dei Servizi Sociali. «Tale attivazione – ha concluso il magistrato – tutela i diritti del soggetto fragile e la necessità di personalizzare
ogni situazione, che a volte favorisce la soluzione delle liti famigliari».
Da sinistra: Dr E. Bodini, Dr.ssa R.
Dotta, M.G. Breda, Dr G. Caselli e avv. Longhin
Per
quanto concerne l’assistenza alle persone non autosufficienti e in condizioni
di fragilità, con patologie in atto o con esiti delle stesse, nei vari
interventi è stato precisato che possono fruire delle cure domiciliari
consistenti in trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi volti a
limitare il declino funzionale e migliorarne la qualità di vita. Una volta
dimesso dall’ospedale, ad esempio, il paziente torna ad essere un “malato a
pezzi” che deve essere sottoposto a controlli passando da uno specialista
all’altro senza essere visto da un esperto che sappia mantenere una visione
d’insieme e, a riguardo, è il medico di famiglia che fa da “collante” nel
predisporre, coordinare l’assistenza domiciliare programmata, (ADP), oppure
l’assistenza domiciliare integrata (ADI), o l’ospedalizzazione domiciliare
(OD). Inoltre, nell’ambito della cronicità la cura volta come healing (guarigione) da parte del medico
di famiglia, può aiutare il paziente ad affrontare la minaccia della
“disintegrazione”, recuperando il senso di connessione con il suo mondo e, per
quanto possibile, il contatto su di esso. Ma poiché da tempo, ormai memorabile,
bisogna fare i conti con la spending review e gli obiettivi da raggiungere da
parte delle Asl, a volte viene meno il rispetto di questi diritti; pertanto, si
impone la necessità dell’attuazione di una protezione anche giuridica,
soprattutto nei confronti dell’anziano fragile, spesso solo e indifeso... È
stato inoltre ricordato che l’avanzamento dell’età non modifica in nessun modo
e in nessun caso né i diritti, né i doveri, né la libertà di qualsiasi persona,
né i principi che sono il fondamento della dignità umana. «Ma purtroppo – ha precisato chi scrive nell’introdurre la relazione
della dr.ssa Dotta –, a causa della
Riforma del Titolo V della Costituzione (2001) che riconosce l’autonomia alle
singole Regioni, siamo di fronte a due emergenze: la precaria sostenibilità del
sistema sanitario e la disomogeneità dell’offerta tra le Regioni».
Conseguenza dunque, del federalismo sanitario che, come principale ed
altrettanta conseguenza, ha creato la divisione dei cittadini, in particolare
tra nord e sud; aspetto peraltro evidenziato anche dall’ultimo rapporto “Osservatoriosalute” che ha certificato,
tra l’altro, come al sud del Paese si possa vivere in media anche quattro anni
meno. «I nostri pazienti – ha
concluso il dottor Bertagna, che è geriatra e medico di famiglia – hanno tanto bisogno di competenza
professionale, ma anche di armonia e collaborazione tra i professionisti che
costituiscono la loro unità di cura. Per questo la SISMED vuole rappresentare
una risposta in termini di formazione, di ricerca scientifica e di educazione
sanitaria». Un impegno-dovere che questa Società scientifica rinnova ogni
anno organizzando congressi ed incontri di formazione tra le diverse specialità
mediche, sia in ambiti regionali che nazionale.
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