GLI INFINITI DISTURBI
DELL’ESISTENZA UMANA
Un richiamo ai paradossi
socratici riflessi in tutte le epoche esistenziali
di Ernesto Bodini
A
quanti episodi di violenza dovremo ancora assistere nelle scuole, negli
ospedali, nei quartieri più “malfamati”, all’interno delle famiglie e in ogni
dove? È un susseguirsi di violenza senza pari e senza confini, nè geografici né
morali che fanno presagire un futuro non lontano di una sorta di pre-estinzione
della stirpe. Eppure, restando nell’ambito della nostra realtà italiana, le
leggi esistono con tutte le loro procedure di valutazione e punizione dei
reati; per contro, però, il rapporto tra azioni criminali ad ogni livello ed
interventi di repressione-punizione pare non essere... equilibrato. E se va
bene l’informazione non si può dire altrettanto della prevenzione, aspetto
quest’ultimo che le bocche politiche, in gran parte sguaiate nel ripetere considerazioni
che sanno più di retorica che di concretezza, si perdono nei meandri dei
Palazzi del potere e nelle pubbliche piazze per poi convergere negli ospitali
salotti dei talk show, tra moderatori di apparente sapienza conduttrice per non
saper contenere l’esuberanza dei loro ospiti, ancorché sormontata dalle voci
urlanti e disperate di cittadini in video-collegamento rincarando la dose in
questione proferendo accuse a destra e a manca. Tutto ciò è ormai quotidiano,
più del pane sulla tavola il cui companatico in questo caso sono gli anatemi
verso gli autori del mal agire e dei reati anche più efferati, e non di meno
verso chi dovrebbe essere più incisivo nel perseguire e nel punire; ma
quand’anche ciò avvenisse il più delle volte assistiamo al ridimensionamento
delle pene per buona condotta, prescrizione del reato, scadenza dei termini di
garanzia, etc. A questo punto mi sentirei di chiamare in causa il padre del
“non sapere”, ossia il sapiente Socrate i cui paradossi della sua etica lo
hanno portato ad affermare che «nessuno
pecca volontariamente», e che «chi fa
il male lo fa per ignoranza del bene»”. Ora, pur considerando la sua saggezza
che tanto lo ha innalzato all’onore degli Dei per giungere sino a noi, le sue
convinzioni sono in netto contrasto con la realtà di tutte le epoche
esistenziali, perché è risaputo che quando un essere umano con capacità di
intendere e di volere vuol far del male a un suo simile, sa benissimo di farlo
soffrire fisicamente o psicologicamente, perché se così non fosse saremmo o
tutti malati o tutti sani di mente e nulla sarebbe successo ai circa 107
miliardi di esseri umani che hanno popolato questa Terra sino ad oggi.
Sociologia spicciola?, tentativo di intrommettersi nella psichiatria?, o
considerazioni di semplice cittadino che legge, vede e sente? Forse di tutto un
po’, ma è evidente che i fatti sono tali e con essi i limiti della razionalità
umana. Infine, da buon credente, tendo a considerare che in questo mondo, di
ieri e di oggi, come pure di domani, se ogni essere umano dovesse comportarsi
senza peccare in alcun modo verso i suoi simili, oltre che verso sé stesso,
farebbe meno ad aspirare all’Eden. Ma poiché questa è pura utopia, il nostro
destino è segnato: ognuno di noi, venendo al mondo, ha già un suo ruolo esistenziale
ben definito nel bene o nel male. L’unica àncora è un po’ di fede o di quel
“credo” che ci fa sopravvivere... pur rispettando l’intellettualismo socratico.
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