Trent’anni dopo il
professor Barnard “si racconta”:
performance
all’ospedale Molinette di Torino
È trascorso mezzo secolo
da quando, il 3 dicembre 1967, una notizia sensazionale faceva il giro del
mondo: un uomo viveva con il cuore trapiantato ad opera del giovane sudafricano
Christiaan Barnard (1922-2001), che lavorava al Groote Schuur Hospital di Cape
Town in Sudafrica. Il paziente si chiamava Louis Washkansky, affetto da una
grave insufficienza cardiaca, e la donatrice Denise Darvall, una giovane di 24
anni deceduta a seguito di un incidente stradale. Non un miracolo ma il
risultato di una lunga attività fatta di ricerca ed esperimenti: tra vittorie e
sconfitte e qualche pregiudizio, sia perché si era in epoca apartheid, sia
perché bisognava superare l’aspetto etico nel decretare la morte cerebrale in
quanto in Africa a quei tempi la legge era molto chiara: un paziente si può
considerare donatore quando due medici, che non appartengono allo stesso team
dei trapianti, hanno dichiarato la morte del paziente.
Per rievocare questo evento, e come sostegno della
cultura alla donazione degli organi a scopo di trapianto terapeutico, lunedì 14 maggio 2018 (dalle ore 15.00 alle
ore 18.00) nell’aula magna dell’ospedale Molinette di Torino (Corso Bramante 88/90) si terrà un incontro dal
titolo Nel 50° anniversario del
1° trapianto di cuore – Trent’anni dopo il prof. Barnard ricorda…, con
l’intervista virtuale a cura del giornalista scientifico e biografo Ernesto
Bodini. La “performance”, in collaborazione con l’attore della Compagnia
dell’Olmo Dario Beltrame di Novara e la truccatrice Silvia Sarigu, sarà
completata dalla rievocazione delle tappe più significative dei progressi della
cardiochirurgia e trapiantologia cardiaca in Italia e nel mondo; il tutto
presieduto e coordinato dal prof. Mauro Rinaldi, direttore della S.C. di
Cardiochirurgia della AOU Città della Salute e della Scienza di Torino.
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