Il valore della
spiritualità come motivo
di vita per un ritorno
ai valori esistenziali
E ciò all’insegna dell’atavica
saggezza dei latini: non
rimandare a domani quello che è
espletabile oggi
di Ernesto Bodini
Nelle
scelte di ogni uomo si dovrebbero configurare limpide e chiare quelle che si
possono definire le risorse e le mete che, nella vita terrena, sono il preludio
all’obiettivo più importante del suo quotidiano agire. In alcuni (oggi davvero
sempre più pochi) si delinea la filantropia non disgiunta dall’applicazione
alla vita quotidiana, come pure le massime e gli insegnamenti filosofici che,
nella realtà di oggi, l’uomo ha irrimediabilmente scordato e ciò perché in
contrasto con l’arrivismo, l’apparire a tutti i costi e la peccaminosità.
Questa premessa non vuole avere nulla di pretenzioso né ergersi a presunzione
di qualsivoglia altro intendimento, ma più semplicemente raggiungere ogni
possibile destinatario al quale rivolgere un dialogo costruttivo con modestia e
semplicità di linguaggio. Il messaggio è inoltre indirizzato a tutti i ceti,
siano essi culturalmente modesti o sensibilmente elevati. Con l’argomento in
esame si vuole amabilmente disquisire sulla spiritualità dell’individuo e
quindi sul suo saper vivere, non solo materialmente ma anche spiritualmente;
sistema di vita questo che è riferito a tutte le cose che non si vedono e che
fanno parte del suo Ego. Va precisato
che per spiritualità si intende il possedere una coscienza che detti, ogni
qualvolta, il comportamento e la condotta da adottare a seconda delle
circostanze che si presentano nell’arco della già troppo effimera esistenza:
tutte le azioni compiute con senso di responsabilità e all’occorrenza di
adempimento del dovere, formano la spiritualità dell’essere umano, più o meno intensa,
a seconda della carica emotiva e di umanità e di altruismo che investe la
singola persona. Ma come coltivare e rinforzare questa “dote” molto significativa
per l’uomo? È di fondamentale importanza concepire il concetto di sofferenza
anche se a volte è imprevista per quanto, in questa vita terrena, è presente un
po’ in tutti con svariati gradi di intensità e di sopportazione e reazione,
come ad esempio la sofferenza intesa come sacrificio, abnegazione, rinunce e
volontà nel comportamento sempre misurato e coerente. Immagino ora il volo di
uno stormo di gabbiani. È un volo aereo bellissimo ed inimitabile, specie
quando si alzano centinaia ed a volte migliaia di esemplari che si muovono con elegante e misurata
sintonia. Questa osservazione potrebbe rappresentare un insieme di tematiche
filosofiche ed ascetiche che, seppur a volte inconsce, devono trovare
compensazione tra di esse e muoversi all’unisono, proprio come lo stormo di
gabbiani. Sarà così possibile integrare le stesse con azioni filantropiche ed
assistenziali.
Volendo
esaminare ora la tematica più complessa e non meno interessante sotto il
profilo sociale, si noterà inizialmente che nel corso della storia del genere
umano, ci sono stati e ci sono corsi e ricorsi che sovente ottenebrano i lati
positivi, come i conflitti mondiali, le carenze alimentari, le ascese politiche
dalla discutibile etica e tutte quelle forme di arrivismo e comportamento a
discapito dei più deboli. Questi processi, che lasciano ogni volta tracce
indelebili tra le generazioni, offuscano quelle realtà altamente moraleggianti che devono essere il perno
ed il nerbo portante per interrompere i nefasti avvenimenti. Politologi,
sociologi, antropologi e non per ultimi i filosofi, si sono impegnati in
minuziosi e lunghi studi per cercare la causa o le cause di questi drammi
umani, con il comune intento, forse, di distruggerli o quanto meno di ridurne
le occasioni e le entità. Soltanto coalizzando le forze di ognuno in una
amalgama pastoso e perfetto e sincronizzando l’onesta volontà propositiva di
tutti, si potrà sperare in giorni più sereni per le future generazioni; ma non
bisogna dimenticare l’insegnamento dei saggi latini: «Tempus fuggit», e poiché il tempo scorre veloce, non si deve
rimandare a domani ciò che è espletabile oggi. Ecco che la conclusione dello
scritto ma non dell’argomento, richiede che nel “caos” generalizzato si deve
cominciare a costruire puntelli forti e duraturi sui quali edificare una nuova
società, con tutte le caratteristiche indispensabili per un ritorno dell’armonia
e della pacifica convivenza. Utopia? Forse. Ma è bene rammentare che il vero Io dell’uomo è nella sua psiche, ossia
nella sua intelligenza, e poichè l’anima è sede di tutti quei valori che sono
squisitamente umani come la spiritualità, i veri valori non potranno essere se
non i valori dell’anima, basati sull’intelligenza che cerca il bene del
prossimo.
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