Un
volume monografico di carattere scientifico-divulgativo
IL
SUPERAMENTO DEL DISTURBO D’ANSIA CON
L’AGOPUNTURA. UN METODO CLINICO-TERAPEUTICO ORMAI CONSOLIDATO PER CULTURA ED
EFFICACIA
di Ernesto Bodini
È sicuramente il primo trattato monografico di agopuntura
per la cura dell’ansia, quello che il dott. Giuseppe Fatiga, medico torinese,
ecografista e agopuntore, ha dato alle stampe in questi giorni. Il volume che
si intitola appunto “Curare l’ansia con
l’agopuntura” (Casa Editrice Ambrosiana, pagg. 189, € 38,00), con il
sottotitolo Dalla Medicina Tradizionale
Cinese alle Neuroscienze: sinergia tra sistemi di cura, con la prefazione di Claudio Corbellini (professore di Agopuntura e Medicina Integrata presso l'Università degli Studi di Pavia), è ricco di capitoli
ed altrettanti approfondimenti, che vanno dalla neurofisiologia al trattamento
dell’ansia nei suoi molteplici aspetti. Il capitolo dedicato all’inquadramento del
disturbo ansioso secondo l’ottica clinica della Medicina Tradizionale Cinese (MTC)
descrive gli aspetti peculiari che la distinguono da quella occidentale: in
particolare lo studio degli organi interni (gli zangfu)e delle le varie entità psichiche (ben shen). Ampio spazio viene poi dedicato alle indicazioni più
appropriate degli agopunti, ossia l’esatta collocazione degli aghi, dopo aver
stabilito il quadro sindromico da trattare. Fino ad arrivare al capitolo in cui
viene descritta la metodologia che consente al medico di integrare agevolmente
l’agopuntura nella propria pratica clinica. Un contributo particolarmente
originale è poi il capitolo in cui sono evidenziati gli stretti rapporti tra l’agopuntura
e le neuroscienze, per concludere infine con l’agopuntura auricolare, una
disciplina certamente più giovane dell’agopuntura classica, ma che promette
importanti ricadute cliniche nel trattamento dei disturbi d’ansia. L’opera è
rivolta soprattutto agli addetti ai lavori, in particolare agli agopuntori, agli
studenti alle Scuole di Agopuntura e di MTC, ma anche a medici di medicina
generale, ai cultori della MTC, etc.; e poiché l’impostazione è
scientifico-divulgativa, può essere accessibile anche al profano, soprattutto
se dotato di qualche nozione di medicina (fisiologia in particolare) per meglio
comprendere la filosofia dell’approccio clinico-terapeutico volto al controllo
del sintomo ansia nei casi più indicati. L’autore, di ultradecennale
esperienza, ritiene che il “punto debole” dell’agopuntura sia stato, fino a poco tempo fa, quello di reggersi
esclusivamente sui canoni della Medicina Tradizionale Cinese che, per quanto
forte di una storia millenaria e di una
pratica su milioni e milioni di individui, ha mantenuto nel tempo
un’impostazione “discorsiva” intorno a concetti filosofici e
figurativo-allegorici, spiegandosi così perché essa sia stata relegata
nell’ambito della cosiddetta “medicina alternativa”. «Se l’agopuntura si presenta in questo modo
– spiega il medico-scrittore – non
può che uscire indebolita dal confronto con i colossi della Medicina
tradizionale, ossia con coloro che nei secoli hanno fatto la storia seguendo le
tappe della diagnostica e soprattutto della terapia. E ciò anche se la MTC ha
una sua grande storia (ormai universale); per cui se la si vuole valorizzare è
inevitabile il confronto - non competitivo ma sinergico - con la Medicina
Occidentale». Il punto di partenza del dott. Fatiga è stato quello di
inserire l’agopuntura nell’ambito della Medicina basata sull’evidenza (EBM), e
significativo è il concetto di agopuntura nell’ambito della Neurofisiologia e
delle Neuroscienze, in virtù della sua azione elettiva sul sistema nervoso centrale (SNC), con l’accortezza di valutarne
l’efficacia partendo dagli ultimi studi sull’ansia, sia dal punto di vista
fisiologico che patologico. Altrettanto interessante è a mio avviso il fatto che
l’agopuntura agisca sulle stesse strutture che mediano le risposte di paura e
di ansia, in particolare per quanto riguarda le strutture cerebrali.
Ulteriori studi indagati dal medico-scrittore (nella foto), come si evince dalla
approfondita bibliografia, riguardano l’ambito clinico vero e proprio, con l’utilizzo di metodologie condivise con la
farmacologia, e con un approccio propriamente clinico comprensivo della
meticolosa semeiotica. Non meno disattesi, nel corso dell’opera, gli studi
sull’agopuntura quale strategia terapeutica per il trattamento dell’ansia
generalizzata. L’autore sostiene che ci possa anche essere una sinergia importante tra l’agopuntura e
la terapia farmacologica... quando indicata. In molte situazioni anche la
sinergia tra agopuntura e terapia cognitivo-comportamentale – la psicoterapia
più accreditata – può essere particolarmente indicata, soprattutto nei disturbi
d’ansia più gravi in cui è compromesso in modo importante il comportamento del
paziente (nell’agorafobia ad esempio), secondo il DSM V (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 2013). Mentre
ci sono altre situazioni in cui questa metodica clinica può essere utilizzata
da sola... Oggi l’agopuntura è praticata da molti medici in tutto il mondo,
apportando notevoli benefici non solo in pazienti affetti da ansia patologica,
ma anche in quelli che soffrono di depressione (secondo l’Oms questi ultimi sono
circa 300 milioni); e ciò nonostante i lusinghieri risultati siano stati per
lungo tempo carenti o messi in discussione... Il contributo del dott. Fatiga,
che ha pure una formazione specifica di Medicina Generale, vuole essere anche
la dimostrazione del superamento di pregiudizi o ritrosie che, alla luce dei
fatti ormai più che datati, trova riscontro un po’ ovunque... anche nel mondo
occidentale. Per quanto riguarda la legislazione corrente in Piemonte, ad
esempio, tale esercizio rientra nella Legge n. 13 del 23/6/2015, definita “Modalità di esercizio delle medicine non
convenzionali” (MNC). Tra queste rientrano l’Agopuntura, la Fitoterapia e
l’Omeopatia inserite in appositi Elenchi dei professionisti sanitari esercenti la
MNC.
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