DALL’UTOPIA
AL PRAGMATISMO FACCIAMO NASCERE
I
NUOVI “TEMPLARI” DELLA DIGNITA' UMANA
Non
un nuovo “Ordine Cavalleresco” ma un ideale
Corpus che
va al di là del mero assistenzialismo
di Ernesto Bodini
Da tempo ormai
memorabile il mondo è costellato di infinite realtà che manifestano ogni forma
di solidarietà umana, in ogni possibile contesto sociale. Assai imponenti fanno
storia Club ed Enti votati al soccorso, sostenuti da quella fede che vuole
abbracciare i molteplici aspetti come la povertà, l’emarginazione il più delle
volte intervenendo con aiuti materiali ed economici. Indubbiamente sono la
pietra miliare di quel bene che vuole “contrastare” il male, che purtroppo non
solo raggiunge una minuscola porzione del genere umano bisognoso, ma che di
fatto ogni azione è fine a sé stessa in quanto termina sul nascere... mentre in
altre circostanze (davvero poche) alcune situazioni esistenziali raggiungono un
termine definitivo. In ogni caso nulla da obiettare sull’esistenza e l’operato
di queste realtà, ma a sostegno delle persone deboli e indifese non conosco
l’esistenza di una task force formata
da un gruppo di esperti “votati” a fronteggiare particolari situazioni (come
quelle originate dalla burocrazia e dalla politica più sfrontate), sia pur
riconoscendo l’esistenza di Associazioni come quella dei Consumatori le cui
consulenze non di rado contribuiscono a dipanare questa o quella intricata
situazione di... ingiustizia. Ricordo che un tempo esistevano i Templari (nella immagine una iconografia), un
Ordine religioso cavalleresco cristiano medievale che, se pur è stato oggetto
di vicissitudini più o meno discutibili, per lungo tempo ha rappresentato la
difesa ad oltranza del povero, del viandante, etc. Perché questa menzione? È
presto detto. Nel nostro Paese, tanto per non uscire dai confini, si sta
vivendo ogni sorta di esperienza irrazionale tanto che i rapporti umani si
vanno sempre più deteriorando: dalla criminalità alla vessazione
politico-istituzionale, alla concezione sempre più frammentaria dell’esistenza,
ed altro ancora. È indubbio che il benessere ha portato anche un regresso sul
quale l’essere umano si sta in qualche modo adagiando, non avendo più quei
punti di riferimento necessari alla sua sopravvivenza anche interiore e
spirituale. Da qui a cadere nel limbo della debolezza e dell’arrendevolezza il
passo è breve, se non aggrappandosi a quell’esile filo che si chiama
sopravvivenza. E così stando le cose (almeno per molti) non rimane che
“sollecitare” un corpus operandi che valorizzi
la dignità di ognuno (a spada tratta), avendo come guida la supremazia dei
valori umani e spirituali su quelli materiali. Perseguimento utopico si
direbbe, ma non impossibile: il difficile è individuare quei “templari” votati
a questo fine, anche se oggi il noto Filippo il Bello (che ha decimato quelli
storici) è rappresentato dalla Burocrazia, un nemico che va combattuto con le
armi della conoscenza, dell’eloquenza e dello scritto. Solo così, a mio avviso,
il moderno cavaliere del soccorso può definirsi tale. Il mio non è un
idealismo, in quanto tale, ma una convinzione che rispecchia quanto sosteneva il
filosofo e filantropo Albert Schweitzer (1875-1965): «Secondo il pragmatismo ogni
idea che ci aiuta a vivere è vera. Esso permette agli uomini di attingere i
loro ideali dalla realtà».
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