PERPETUA ANALISI DI
UN SISTEMA
Esprimere le proprie opinioni spesso può risultare
impopolare, ma
anche l’antincoformismo talvolta è meritevole di attenta
considerazione
di Ernesto Bodini
Continua
a sommarsi una serie di eventi e comportamenti tanto retorici quanto assurdi ed
ipocriti da parte della politica italiana, oltre a quella internazionale. Ma a
questo riguardo è bene soffermarci sulla nostra realtà... che ne abbiamo da
vendere! Non c’é giorno per tutto l’anno, e da molti anni a questa parte, ad
esempio, che da ogni pulpito politico si sentano affermazioni del tipo: si è perso
troppo tempo in promesse inutili, ci sarebbe da rivedere tutto il sistema,
faremo questo e quest’altro, riporteremo il Paese alla centralità e alla
ripresa. E tante altre affermazioni che spesso e volentieri nulla hanno a che
vedere con la sostanza (le
illusioni sono l’anticamera delle delusioni). E
questo perché? Il quesito è ormai di ancestrale memoria, quasi mummificato, le
cui risposte si possono convergere in quell’intramontabile numero: 945
Parlamentari (tutti ben pagati, alla faccia della povertà sempre più
ricorrente); una moltitudine di persone che, manco a dirlo, pare siano tutte
dedite al benessere dei propri connazionali. Ma quale l’ispirazione di così
tanto altruismo e dedizione? Entrare in politica, fare politica e vivere di
politica è da sempre un “mestiere” (ma non una professione): se non primario (a
parte le cariatidi) quanto meno secondario, quale garanzia di un posto al sole
per visibilità, potere e pecunia; e in quest’ultimo senso vale sempre il detto
latino: “Pecunia non olet”, nel senso
che il denaro non ha odore quale sia la provenienza ma, a parer mio, anche il
contesto per cui viene elargito. Ma anche supposto che la prebenda riconosciuta
ai politici attivi sia di merito, mi consta che gran parte di essi abbiano in
corso un’attività primaria (anche se in taluni casi sospesa per il periodo del
loro mandato), e si grida allo scandalo quando un disoccupato è costretto ad
accettare un lavoro “in nero” per sbarcare il lunario (non trovando di
meglio... legalmente), o un modesto pensionato debba ricorrere ad una seconda “occupazione”
per arrotondare la sua magra pensione, peraltro resa ancor più “anoressica” per
via dei ticket sanitari e di imprevisti vari nel corso dei suoi rimanenti anni
di vita. Per non parlare dei molti disabili e malati cronici privati anche
della primaria assistenza umana ed economica. E a questo proposito sul banco
degli imputati primeggia la non più sostenibilità del Servizio Sanitario
Nazionale (SSN), tant’è che da un po’ di tempo sono sempre più diffuse notizie
di “affossamento” dello stesso per lasciare il posto al... concorrente Servizio
Sanitario Privato, davvero insostenibile da parte di almeno un terzo degli
italiani. In questo periodo “pre elettorale” non si è speso e non si spende un
gran che in difesa del SSN che sino a ieri è stato tanto decantato come il
migliore (o quasi) al mondo; mentre si è dato sfogo a promesse di altro tipo, certo
non meno importanti ma a mio avviso secondarie al bene comune che è la salute.
Nel 2016 ben oltre 11 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a farsi
assistere dal SSN per motivi economici e per difficoltà operative di vario
genere... Dunque, su quali basi si devono fondare le aspettative di un popolo
che “ostinatamente” crede ancora in quella Carta essere garanzia di
democraticità ed uguaglianza? A questo riguardo gran parte degli articoli che
la compongono sono spesso menzionati da chiunque e le menzioni, si sa, sono
parole, e le parole solo teoria! Si dice inoltre che l’esempio viene dall’alto,
ma chi regna in tale posizione tanto apicale quanto deludente? Attualmente, mi
consta che l’unica “vera” libertà (a parte alcune eccezioni) è quella di poter
esprimere le proprie idee e i propri pensieri, ma ciò nonostante a conti fatti
nel nostro Paese in molti casi vige la non trasparenza e in talune circostanze
il popolo vive in una condizione di sudditanza..., come ho avuto modo di
spiegare recentemente in una conferenza ai membri di una associazione culturale
piemontese. Molto altro si potrebbe dire per quanto riguarda, ad esempio, la
sicurezza dei cittadini: è possibile che con tutti i mezzi a disposizione non
si riesca a porre freno alla criminalità che sta avendo la meglio su gente
inerme ed innocente? Dove sta la libertà e il diritto di tutela della propria
vita e della propria salute? Ho sempre creduto nel dialogo, ma non quello
affetto da ecolalia (patologia di cui
ne è affetto cronicamente il politico), bensì da quello costruttivo di poche
persone capaci e responsabili, insofferenti alla visibilità, e con un minimo di
amor proprio ed altrui come quello inteso ed esercitato dai filantropi.
Idealismo? Utopia? Inseguimento di “falsi” miti? Forse di tutto un po’, ma sta
di fatto che dalla metà degli anni ’70 a tutt’oggi, il nostro Paese è sempre
più indietreggiato e nulla si è fatto di concreto... a parte il perseguire
l’apparire piuttosto che l’essere. Forse rappresento una minoranza se non una sorta
di unicità, ma solo perché si è in minoranza non è detto che si abbia
necessariamente torto.
L'immagine è tratta dal sito www.secondowelfare.it
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