L’AFFASCINANTE
E COMMOVENTE STORIA DELLE
FAMIGLIE
VINOVESI NEGRO E ALESSIATO
A ritroso di
oltre un secolo quando l’America faceva
sognare e
sperare in una vita di certezze e di... italianità
di Ernesto Bodini
Narrare
le vicissitudini dei propri antenati, quando raccontate da un parente ormai avanti
con gli anni, ed arricchite di aneddoti grazie anche alla meticolosa raccolta
biografica e fonti testimoniali, è quanto ha voluto proporre lo scrittore,
poeta e cantautore Fabrizio Griffa con il volume “Northadammass” (edito in proprio, 2017, pagg. 300, € 18,00), e
presentato dall’autore stesso con sottofondo musicale nei giorni scorsi negli
spazi culturali della cartolibreria La Luna di Torino. È l’avvincente storia di
suo bisnonno Francesco Negro (classe 1877), nativo di Vinovo, un picccolo paese
rurale alla periferia di Torino, che a 22 anni nel 1899 emigrò in America (più
popolarmente “Meriga” come i piemontesi di allora usavano pronunciare) alla
ricerca di un lavoro sicuro, lasciando la sua futura moglie Polisena Alessiato
con il proposito di tornare a prenderla, sposarla e fare vita insieme in quella
Terra di promesse e pace. Ed è così che l’autore dà inizio ad un lungo racconto
in cui il giovane ed entusiasta protagonista Francesco, dai ferrei principi e
sani ideali, affronta ostacoli ed imprevisti sin dal primo viaggio oltre
oceano, favorito per certi versi dalla conoscenza e sostegno di Angelo, un
connazionale (di origine lombarda) che gli sarebbe diventato amico durante la
traversata e all’arrivo con consigli pratici in quanto si era stabilito in
America qualche anno prima, e ora vi ritornava dopo aver chiuso i rapporti definitivamente
con l’Italia. Le prime pagine di questo romanzo, ma anche le successive, che
per molti aspetti richiamano il senso più totale dell’avventura ma anche della
ponderazione e della saggezza, illustrano l’approccio entusiastico del giovane
vinovese con il Nuovo Continente, una terra che non nascondeva anche aspetti
ostili nei confronti dei migranti... specie se italiani; ma anche commoventi parentesi
di solidarietà da parte dei primi italiani residenti (una vera e propria
“Little Italy”), tale da favorire il suo primo inserimento stabilendosi nel New
England e precisamente a North Adams nello Stato del Massachusetts.
Determinante è stata negli anni l’amicizia fraterna con il connazionale
Clemente Pochettino e la sua famiglia, un grande sostegno morale e materiale
soprattutto nelle più impegnative vicissitudini in cui è incorso l’umile ma determinato
Fancesco, a cominciare dal dover imparare la lingua locale per poter chiedere
la naturalizzazione americana. L’avere una particolare dedizione per il lavoro
(a Vinovo era un ottimo tintore) lo ha favorito nel sistemarsi con un certo
profitto in una grande fabbrica, l’attivissima Arnold Print Works, tanto da
tornare in Italia a prendere la sua donna e portarla con lui in Meriga per un
futuro insieme. Dopo alcune traversie questo sogno si è realizzato con un
matrimonio “pre-organizzato” in quei di Genova, e in seguito, il 24 gennaio
1905, allietato dalla nascita della primogenita Emelia, che però vivrà solo
pochi mesi. Il decesso è avvenuto sulla nave durante il viaggio di rientro in
Italia per motivi di salute, e sepolta nelle acque dell’oceano, poiché
mancavano alcuni giorni all’arrivo. Evento straziante che i giovani sposi non
hanno mai superato, soprattutto Polisena che per il profondo dolore non ha più
voluto tornare in America. Da qui in poi gli eventi si sono succeduti, come i
viaggi e gli spostamenti di Francesco impegnato nel garantirsi una posizione e
nel risparmiare con il ferreo proposito di consolidare il futuro con sua
moglie, non dimenticando mai un pensiero e aiuti materiali ai familiari che a
Vinovo vivevano in condizioni precarie. Anni di distacco ma “confortati” da una
nutrita corrispondenza con la moglie e i rispettivi genitori, sorelle e nipoti.
Un costante conforto nella speranza di un riavvicinamento in terra americana.
Alcuni anni dopo, durante un suo rientro in patria, Francesco e Polisena hanno
avuto un’altra figlia (nata il 16 giugno 1913), battezzandola con il nome di
Maddalena, quindi nonna dell’autore e principale fonte per la rievocazione di una
storia il cui epilogo include il prematuro decesso di Polisena, e alcuni anni
dopo dello stesso Francesco nella “sua” Meriga” che avrebbe voluto lasciare
defintivamente di li a poco per tornare in patria, almeno per continuare a
vivere con la figlia Maddalena che ancora non conosceva per il lungo
distacco... La grande dignità e la propensione al sacrificio sia di Francesco
che di Polisena, come pure la solidarietà dei rispettivi famigliari, e in gran
parte anche degli stessi abitanti vinovesi, hanno fatto da cornice e sfondo ad
un intenso percorso di vita che, l’autore e pronipote Griffa, ha voluto onorare
non solo con la pubblicazione del romanzo, ma anche visitando i luoghi dove è
vissuto e sepolto il suo bisnonno (familiarmente Frank). Sul terreno scarsi
segni di presenza (appena un cenno della lapide) ma l’immaginazione, l’emozione
come pure la probabile immedesimazione di un’epoca vissuta con l’amore di chi
ha saputo sacrificarsi, rinunciare e amare fino in fondo, rende onore alla
cittadina di Northadammass e agli eredi di una onorata dinastia... ormai sempre
più rara.
Commenti
Posta un commento