IL DOVERE DI SAPERE

IL DOVERE DI APPROFONDIRE LA STORIA

L’impegno di ricercatori e studiosi volto a “dissolvere” dubbi ed incertezze
su importanti temi in fatto di salute come quello relativo alle vaccinazioni

di Ernesto Bodini


Commenti, opinioni, polemiche e contestazioni continuano ad imperversare in una società sempre più “distratta” e confusa, ma anche priva del senso di una reale percezione per quanto riguarda il mondo della sanità, della medicina e delle vaccinazioni in particolare. Tutto ciò avviene, io credo, per il poco sapere per una errata o non completa e corretta informazione; carenza che trae origine dal non leggere soprattutto testi attendibili scritti da esperti e studiosi di indubbia moralità. Tra questi il prof. Andrea Grignolio, docente di Storia della Medicina all’Università La Sapienza di Roma, che da tempo svolge ricerche sulla storia delle vaccinazioni. Un impegno didattico (e culturale) che lo ha portato alla sua recente (e attuale più che mai) pubblicazione “Chi ha paura dei vaccini?” (Ed. Codice, 2016, pagg. 188, € 14,00). Rigorosamente puntutale e preciso, questo lavoro prende in considerazioni molteplici aspetti del problema vaccinale, partendo dai “movimenti” degli antivaccinisti le cui origini si perdono nei tempi; infatti, l’esordio avviene in Inghilterra sin dalla fine del ‘700 in concomitanza con la pratica della vaccinazione contro il vaiolo. Una lunga storia dalla quale non emerge un singolo caso in cui i movimenti abbiano sollevato timori che la comunità scientifica abbia giudicato essere fondati e, per conoscerne l’evoluzione, il secondo capitolo ne dà ampio resoconto. Altri capitoli prendono in considerazione le accuse ai vaccini la cui dilagante diffusione si disperde nel vasto panorama dei siti web, ed è ormai noto che la rete internet raccoglie una enorme mole di falsità (fake news) proprio in tema di vaccini; una sorta di cospirazione che sembra non aver fine... Ma chi sono i cosiddetti refrattari alle vaccinazioni? «Sono per la maggior parte genitori istruiti e benestanti – spiega l’autore – ed è una fascia alta della popolazione. Si informano molto, anzi fin troppo, sul web in cui trovano troppe informazioni contradditorie; inoltre questi lettori online risentono dell’influenza dei cosiddetti trattamenti alternativi come ad esempio l’omeopatia, e chi si tratta con questa tendenzialmente è contrario alle vaccinazioni...».


Ma l’autore (nella foto) va oltre in quanto è propositivo dedicando un capitolo sul come smascherare gli “esperti” antivaccinali evidenziando, ad esempio, che c’é da dubitare quando l’orientamento generale è volto ai trattamenti alternativi e, a riguardo, specifica che tali non hanno nulla a che fare con le terapie mediche tradizionali, sia esse convalidate o sperimentali. Ma non meno preoccupante è quando si incontrano soggetti che pongono “a difesa” della propria convinzione le esperienze personali, una strategia che non solo ha della retorica ma ne “annulla” il concetto della razionalità. «La strategia retorica – sottolinea Grignolio – è sempre la stessa: sollevare dubbi generici diffusi dal web evitando di portare dati e prove, riferire esperienze cliniche personali e dei genitori di bambini malati, appellarsi alla stampa e alle istituzioni politiche anziché agli organi competenti e alle riviste scientifiche, e infine veicolare discredito verso l’autorevolezza della medicina tradizionale a cui si oppone uno stile di vita naturistica e una maggiore empatia con la natura». La copiosa ed attenta opera divulgativa si completa con la rievocazione del passato, una breve analisi del presente e sul futuro dei vaccini; un excursus storico sulle impronte lasciate dai protagonisti del tempo (Ippocrate, Erodoto ed altri ancora) sino ai giorni nostri. “Oggi – ci ricorda l’autore – grazie ai progressi della biologia molecolare, è possibile progettare i vaccini “a tavolino”, a cominciare dalle informazioni computazionali su genomica e struttura dell’agente patogeno, come pure delle parti in grado di reagire con il sistema immunitario umano sino a creare un vaccino essenziale e specifico, e quindi più sicuro ed efficace”. Grignolio conclude la sua opera auspicando una maggiore consapevolezza da parte della società, chiamata ad affrontare una grande sfida per i prossimi decenni, ossia gestire al meglio l’evoluzione delle informazioni con la percezione del rischio e delle notizie distorte, ancorché “manovrate” a discapito di chi dovrebbe fruire i benefici della profilassi delle ancora presenti e molteplici malattie infettive.


(La foto in basso è tratta dal sito: www.codice.it)

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