All’Accademia
di Medicina di Torino
Un
sabato all’insegna della cultura letteraria
tra vocazione medica ed umanistica
di Ernesto Bodini
In
alcuni professionisti, come i medici in particolare, c’è sempre stata e c’é
ancora voglia di fare cultura una volta smesso il camice e posato il
fonendoscopio, ma spesso anche durante l’attività medica. Spirito edonistico e
di continuità dopo gli studi universitari hanno dato vita, sin dal 1951, all’Associazione
Medici Scrittori Italiani (AMSI) fondata dal chirurgo piemontese Achille Mario
Dogliotti e oggi, a distanza di alcuni
decenni, il ricettario medico è “affiancato”
da pagine e pagine in bianco da riempire con racconti, favole, romanzi, poesie.
Ma anche esperienze di vita durante e dopo la professione di medico per entrare
nella patria letteraria, tra infiniti ricordi e rievocazioni reali e a volte
fantasiose al centro della vecchia Torino o ai suoi confini. Ed è con queste
finalità che sabato 1 luglio l’Amsi ha organizzato la rassegna letteraria tra i
suoi associati “Torino nei miei occhi di
Medico – La città e la professione vanno a braccetto nei miei ricordi”,
coordinata dalla sua presidente (e poetessa) Patrizia Valpiani, medico di famiglia
e odontoiatra. Ben 16 gli autori all’Accademia di Medicina (oggi presieduta dal
dott. Alessandro Comandone) per la lettura di una ventina di brani da parte
degli stessi e alternata dall’attrice e lettrice Cristina Tira, con brevi
intermezzi musicali dalla chitarra del medico di famiglia-oncologo e scrittore
Marco Gaddi. Un piacevole e... rilassante intrattenimento per un pubblico
attento che ha occupato la storica Sala delle conferenze accademiche, alle cui
pareti primeggiano i ritratti di illustri cattedratici che hanno onorato la
patria subalpina con il loro sapere scientifico e dottorale.
Ogni
autore dell’Amsi invitato al podio per essere presentato con due brevi note di
curriculum, e per leggere uno spezzone dei propri elaborati, ha dato “sfogo” e
censo alla propria memoria descrivendo la Torino dei suoi tempi, e con essa gli
aspetti più suggestivi che ne hanno
caratterizzato il percorso di medico e di cittadino. Profondi ma anche intimi
pensieri che vanno dai primi approcci accademici ad oggi, non privi di
nostalgia nonostante sacrifici e rinunce per giungere all’ambita meta di medico
prima e di scrittore poi. Giovinezza, maturità, determinazione ed amore per la
cultura sono le componenti dalle quali i soci Amsi hanno fatto emergere quell’Io non in
senso “ego”, ma più semplicemente come attitudine a prendere coscienza di sé e
del mondo in cui si è chiamati, così da poterlo comprendere e se possibile...
migliorare. Scienza ed Arte sembrano formare così un binomio vincente e, su
queste basi, l’Amsi ha ben ragione di osservarne la continuità. L’Amsi, che ha
sede a Torino, redige il periodico “La
Serpe”, ed è aderente all’Union Mondial Ecrivains Médécins (U.M.E.M.).
Commenti
Posta un commento