Intervista al dottor Aris Allais,
professionista
e cultore delle Medicine non
convenzionali
LA CHIROPRATICA IERI E OGGI, IN ITALIA E
ALL’ESTERO. UNA
DISCIPLINA OLISTICA A “ SUPPORTO” DELLA MEDICINA TRADIZIONALE
di Ernesto Bodini
Tra
le diverse Discipline mediche a carattere terapeutico forse pochi conoscono la
Chiropratica, definita propositivamente una scienza clinica nata negli USA nel
1895 ad opera del dott. Daniel David Palmer (nella foto), il cui esordio avvenne in seguito ad un trattamento
manuale che restituì l’udito ad un uomo divenuto sordo a causa di un trauma
alla spina dorsale. Un esordio forse un po’ “avveniristico” che probabilmente
suscitò qualche perplessità, ma che diede inizio a quello che si può definire
un metodo di cura manuale oggi assai
diffuso soprattutto negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei; mentre in
Italia non è ancora molto noto e, per saperne di più, abbiamo intervistato il
dott. Aris Allais, torinese, che esercita la chiropratica da circa 15 anni.
Dottor
Allais, Chiropratica ieri e oggi. Cosa è cambiato dal punto di vista
dell’approccio terapeutico?
“È
cambiato molto, soprattutto dalla fine degli anni ’90, e questo perché oggi c’é
maggior conoscenza di questa disciplina terapeutica, anche se in realtà in
taluni casi permangono ancora idee confuse; mentre dal punto di vista normativo
in Italia non si è ancora approdati ad una “concreta” regolamentazione”
Quali
i punti di “incontro” tra la Chiropratica e la Medicina tradizionale?
“La
Chiropratica cerca di mettere il paziente in una condizione tale di benessere,
individuando a monte la causa del suo problema fisico e/o psicofisico, e
questo, senza prevaricare in alcun modo l’eventuale pregressa (o in corso)
terapia farmacologica prescritta dalla Medicina ufficiale”
Quali
soni i principi essenziali della Chiropratica?
“Tutto
è coordinato dal Sistema nervoso centrale (SNC) che, appunto, regola le
funzioni neuromuscolari: se il messaggio nervoso s’interrompe dando adito a
determinate disfunzioni dell’organismo (mancato equilibrio, scorretta postura,
etc.) il chiropratico interviene con metodiche appropriate, al fine di
rimuovere l’interferenza che ha prodotto lo squilibrio o la disfunzione”
La
Chiropratica è un’alternativa o un “supporto” alla Medicina ufficiale?
“Popolarmente
è nota come Medicina alternativa mentre in realtà va considerata come supporto
olistico e questa dicotomia, a mio avviso, sussiste perché vi sono ancora diverse
interpretazioni dal punto di vista culturale”
Con
quale filosofia la Chiropratica si inserisce nell’alveo delle cosidette
discipline alternative?
“Con
la stessa visione filosofica di tutte le Medicine olistiche, ponendo
l’attenzione sul fisico del paziente nella sua totalità”
Quali
sono le patologie più ricorrenti che richiedono le vostre prestazioni, e con
quali risultati?
“Solitamente
si tratta di pazienti che hanno subito un trauma, o soffrono di nausea,
cefalea, labirintite; ma anche pazienti con disturbi gastroenterici, etc. Si interviene
avendo l’accortezza di ricostruire la loro anamnesi in quanto dalla storia
clinico-familiare si può risalire alle cause di alcune patologie, e consigliare
un adeguato trattamento”
In
cosa consiste la metodologia dal punto di vista pratico?
“Dopo
la prima visita, che comprende l’anamnesi, si interviene manualmente con
l’azione di “aggiustamento”, agendo ad esempio su una singola vertebra rispetto
a quella adiacente, rimuovendo così “l’interferenza” con il SNC”
Con
quali altri professionisti della Medicina tradizionale collabora il
chiropratico?
“Potenzialmente
con tutti, ma essenzialmente con pediatri, neurologi, logopedisti, ortopedici,
traumatologici, fisiatri e medici di famiglia; e ciò, equivale al concetto che
più l’intervento è sinergico e olistico migliore sarà il risultato
terapeutico”
Qual
è il confine che può “distanziare” o “avvicinare” la Chiropratica all’Ortopedia
e/o Fisiatria?
“Ogni specializzazione ha il proprio ambito di
applicazione. Ortopedia e fisiatria non
si accavallano con la chiropratica ma l’una non esclude l’altra. Un
chiropratico non può sostituire un ortopedico nella valutazione, ad esempio, di
un’anca degenerata così come un ortopedico non è in grado di svolgere
manipolazioni chiropratiche sulla colonna vertebrale”.
Relativamente
a questa pratica terapeutica vi sono “falsi miti”, ed eventualmente quali sono?
“Sono
per lo più riconducibili, sino a non molti anni fa e tra la gente cosiddetta
“di paese”, tant’è che nell’immagine collettiva il chiropratico è inteso come
colui che “maneggia” più o meno maldestramente. Alla realtà dei fatti non tutti
sanno che per esercitare questo professionista ha seguito una preparazione
accademica teorico-pratica”
Dott.
Allais, quanto e da quando la Chiropratica è conosciuta in Italia?
“L’esordio
risale al 1971, e dal 1974 la conoscenza si è estesa con la fondazione
dell’Associazione Italiana Chiropratici (AIC), con sede a Genova; preceduta da
quella americana, la International Chiropratic Association (ICA); e da quella europea,
la European Chiropratic Union (ECU)”
Dove
viene insegnata e quali i candidati che possono accedere a questa Disciplina?
“Prevalentemente
negli USA, che hanno più College di Chiropratica; in Europa viene insegnata in
Francia, Inghilterra, Scozia e Spagna. In Italia non esiste ancora una Scuola
universitaria, ma è auspicabile che ciò avvenga all’inizio del prossimo anno. I
candidati devono avere un diploma di Scuola Media Superiore e il riconoscimento
di due anni di pre-requisiti, ossia la valutazione del grado di preparazione
per poi poter accedere al College (Università). La durata del corso è di 5
anni”
Quanti
sono i chiropratici in Italia?
“Sono
circa 300 professionisti, iscritti e non iscritti all’Associazione”
Questa
Disciplina è ben regolamentata all’estero, mentre in Italia qual è la
situazione?
“Nel
nostro Paese è ancora ferma in Parlamento una proposta di Legge avanzata nel
2007 (sostenuta con una raccolta di 15 mila firme), con lo scopo di riconoscere
la Chiropratica dal punto di vista sanitario. Questo procrastinarsi legislativo
può dipendere da più fattori, non ultimi i repentini avvicendamenti di Governo
e il persistente “disorientamento” culturale”
(La
foto in basso è a cura dell’AIC)
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